BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Giovedì, 20 Giugno 2013 09:10

Selvaggio ma non incolto

Non mi piacciono le sistematizzazioni e gli ingrigliamenti del giardino all’italiana e faccio quello inglese anche se abito in Puglia. Pianto ravvicinati numerosi e differenti cespugli e qualche albero mediterraneo che nel crescere diventano contigui, poi si mischiano e talvolta vanno in antagonismo, lì lascio fare alla natura e il più forte vince. All’inizio del percorso c’è un artefatto, poi mi ometto e lascio fare alla natura. Trascorso qualche anno ammiro una macchia mediterranea con estetica valorosa e di notevole diversità  biologica.

Credevo che il processo fosse concluso: indipendentemente dal mio intervento il giardino sarebbe migliorato per naturale spontaneità. Falso. Senza iniziativa di pensiero ha iniziato virare al dozzinale, non degradato ma catatonico come i chilometri di macchia mediterranea che vegeta apatica al bordo della strada provinciale.
Accade proprio così, e non solo per il giardino.

Martedì, 18 Giugno 2013 09:35

Colpa e castigo

Non sono la stessa cosa però si assomigliano assai il capitolo 23 del Codice Penitenziale della Regola di San Benedetto - quello che tratta la scomunica per le colpe - e la proposta della senatrice M5S Rosetta Enza Blundo nei confronti della collega Gambaro.

Dal Fatto Quotidiano:
«Rosetta Blundo chiede le scuse [della senatrice Adele Gambaro, che aveva criticato Grillo] in diretta streaming: “Il Movimento”, ha detto, “è fatto di tre gambe: una Beppe, l’altra gli attivisti e la terza siamo noi. Ho visto soffrire accanto a me tutti voi per questo motivo. Adele deve avere la forza e la voglia di chiedere scusa e perdono per aver messo in discussione questa struttura. Perché non possiamo farci del male l’un l’altro. Deve fare una telefonata a Beppe e chiedere scusa in diretta”».

Dal Codice Penitenziale Regola di San Benedetto, capitolo 23, la scomunica per le colpe - de excommunicatione culparum -:
«-[Nel caso di comportamenti non fedeli alla linea del gruppo monastico vengono stabilite] due ammonizioni private da parte dei seniori (che sono i decani e in genere i superiori, includendovi certamente l'abate)
- una terza ammonizione, pubblica, per correggere il colpevole con l'umiliazione davanti a tutti.
- in caso di pertinacia, si passa alla scomunica.»

Giovedì, 13 Giugno 2013 08:33

Ming (destino)

Si è ribaltato il trattore e nella mia contrada è morto sul colpo l’amico. Molto prossimo, molto imprevisto, assolutamente spiazzante.

Nel tentativo di ritornare in piazza, di far riandare la palla dalla parte che ci si aspetta, si indaga meticolosamente - come fanno i Carabinieri – sulle dinamiche dell’incidente.
Per anestetizzare la tragedia dall’oscenità,  prevenirla, comprenderla  - circoscriverla nel razionale -, se ne parla a lungo con dovizia di particolari tecnici.

Goffo espediente per affermare la personale presupposta immortalità.

Lunedì, 10 Giugno 2013 10:53

Luigi Giussani. Tecniche narrative.

A distanza di anni effettuo operazione di decostruzione degli esercizi spirituali che mi appassionavano da giovane - quelli condotti da Luigi Giussani - e ricordando quella narrazione riscontro precise analogie con le sceneggiature dei vecchi western, film che contenevano sempre un qualcosa di eccessivo, tuttavia piacevoli e coinvolgenti.

Nel 'primo tempo' Giussani esponeva la miseria della condizione umana: un nichilismo tanto estremo e assoluto da far impallidire Beckett e Cioran; poi all’inizio del 'secondo tempo' - quando il bisogno di salvezza dell'ascoltatore raggiungeva l’acme, proprio un momento prima che si sentisse sparire incenerito nel nulla eterno - faceva 'arrivare i nostri’: Iddio che salva nell’avvenimento della Chiesa cattolica; nella fattispecie Comunione e Liberazione.
Più l’oratore era abile nel rappresentare un nichilismo devastante e disperato - Giussani era bravissimo - e più lo spettatore si disponeva, piccolo-piccolo, a accogliere l’annuncio dell’avvenimento, grande-grande, e obbedirgli.

Il romanzo giussaniano continua a essere rieditato  nella precisa osservanza al canovaccio originale con sistematica profusione di fogne nel primo tempo e paradisi nel secondo: più la voragine della fogna risulterà profonda e nera e più risplenderà il paradiso dell’appartenenza obbediente al gruppo ecclesiale. La chiamano educazione.

Sabato, 08 Giugno 2013 12:06

Più la tiri più ti imbratti

Più si ingiuria la ex moglie e più ci si insulta e più ci si svaluta, perché liberamente scelta e voluta tra tante.

Tale norma, moderatamente anestetizzata dall’attuale legge elettorale, vale anche per gli elettori tarantini di Alessandro Furnari e Vincenza Giuliana Labriola ex M5S oggi ufficialmente iscritti al gruppo misto della Camera. 

Prima scelti e sostenuti dal MoVimento in Puglia e oggi giudicati, non da pochi,  con l’insulto ricorrente “merde”  in tutte le varianti note, che più si urla e più rimane appiccicata addosso per la dinamica su esposta.

Facile ripulirsi, basta e avanza cessare ogni ingiuria verso l’ex per affermare: «Ma che fesso sono stato.»

Preti che combattono correnti di pensiero antireligioso annoiano, più interessante quando l’apologia della dottrina cattolica viene implementata da atei. Meglio la sorpresa della prevedibilità e Tempi pubblica una interessante intervista di Mattia Ferraresi all’«atea, lesbica e libertina» Camille Paglia, saggista, critica d’arte, antropologa e sociologa statunitense.

L’attacco della saggista atea-religiosa agli artisti e intellettuali miscredenti - che definisce, per il loro nichilismo, atei con «postura cinica» - è frontale:

«Posa antiquata che risale allo choc della cultura europea per i disastri prodotti dalle due guerre mondiali. Le radici del nichilismo di oggi si vedono nel Dadaismo, nella Terra desolata di Eliot dopo la Prima guerra mondiale e in Aspettando Godot di Samuel Beckett dopo la Seconda guerra. Niente dimostra in modo più chiaro la mia ribellione contro quell’ideologia depressiva, oggi diventata un cliché, della mia avversione al dramma di Beckett, che accetto come una pietra miliare del teatro minimalista, ma che penso sia il prodotto di una mente infantile, sottosviluppata e misogina.»

Chi avrebbe mai detto che per realizzare una pietra miliare della storia dell’arte occorresse tanta miseria?

Lunedì, 03 Giugno 2013 20:38

Miseria del laicismo?

Originale la critica al ‘laicismo’ «Miseria del laicismo»  di Diego Fusaro pubblicata da «Lo Spiffero», che giudica sciagurata la laicità quando si attarda nel combattere l’innoffensiva religione tradizionale e il suo rarefatto Dio trascendente, trascurando di attaccare l'immanente mostro della produzione capitalistica nell’«onnipervasivo monoteismo del mercato».
‘Laicismo’ che - per l’Autore - nel combattere l’innocua religione, ma indifferente al crudele capitalismo dilagante, diviene connivente e alleato del capitalismo stesso: «contestando tutti gli Assoluti che non siano quello immanente della produzione capitalistica, il laicismo integralista si pone come il completamento ideologico ideale del dilagante fanatismo economico.»
Fusaro scorge, «salvo errore», «da Paolo Flores D’Arcais a Eugenio Scalfari, da Michel Onfray a Piergiorgio Odifreddi» gli esponenti nostrani di un laicismo neoilluminista che, nel destrutturare la sottomissione alla superstizione religiosa, favorirebbe il dominio della superstizione economica.

Va riconosciuta a Fusaro una valorosa visione anticonformista. Stimolante la riflessione su un capitalismo sì potente da far impallidire il Dio di una tradizione millenaria, ma nel contempo tanto mimetizzato - grazie alla sua onnipervadenza -  da non essere più distinto e giudicato, eppure la tesi di Fusaro lascia molteplici motivi di perplessità a partire da contraddizioni nel metodo e merito:
nel giudicare la miseria del laicismo anti-clericale propone nel contempo una laicità anti-capitalistica, comunque reattiva, quasi precettistica. Insidioso aggettivare e ridurre a princìpi ideologici precostituiti la laicità in quanto risulta comico stilare il catechismo del laico ortodosso.

Visti i presupposti non meraviglia che Fusaro termini la sua stringata analisi affermando che «il laicismo si configura oggi come l’involucro ideologico per la globalizzazione, per il liberalismo e per la santificazione del monoteismo del mercato. Per questo, se mi si definisce laico, respingo garbatamente la definizione

Ogni uomo pensante e un minimo onesto respingerebbe con l'Autore il ‘laicismo’ per come esposto nell'articolo insieme agli indicati ammonimenti correttivi, percependosi invece laico perchè capace di pensiero soggettivo: se la testa del soggetto è sana tale definizione di laicità, nella sua elementarità, si rivela precisa e congrua: primato del pensiero e della persona. Soggetto pensante e soggetto laico, dunque, coincidenti. Fusaro incluso suo malgrado.

Lunedì, 03 Giugno 2013 10:54

Legittima difesa

L’occhio sinistro sbarrato l’altro serrato e mentre si raffredda, forse obbedienti a un grande funzionamento, scappano le pulci e si posano le mosche. Gatta a pelo lungo, dicono di razza norvegese, da un’ora cadavere.

Mi attivo per la sepoltura ma sul manico del badile riposto in legnaia c’è avviluppata una serpe come sul Bastone di Asclepio. Si allontana lenta forse per lasciarmi proseguire.
Fatto lo scavo gli chiudo l’occhio, la prendo dal cesto e vedo i suoi escrementi sul fondo, è un po’ irrigidita ma tiepida.

La sotterro pensando alla serpe avviluppata sul manico del badile e considero: quando l’onirico entra con tanta prepotenza nel reale simpatizzo più per Jung che per Freud.

Poi ritorna la razionalità: legittima difesa.

Giovedì, 30 Maggio 2013 08:20

Percorsi di consapevolezza politica

Stimolato dall’analisi politica di Alberto Giovanni Biuso, intellettuale valoroso, che indica nel sostegno al MoVimento 5 Stelle l'ultima e unica possibilità di emancipazione dalla morsa del potere partitocratrico, vado rapido a www.beppegrillo.it, per comprendere e agire.

Aperto il blog, epicentro e piattaforma politica del MoVimento, sopra tutto, leggo:

«Denti Fissi in 8 ore Veramente Senza Dolore, 60 rate zero costo di interessi».

Lunedì, 27 Maggio 2013 08:47

l'ingiuria

Ce ne vuole di estro per riuscire a ingiuriare, in una mossa, Chiesa cattolica, marxismo e don Gallo.
Ci riesce, con un titolo, “Il Giornale”:

«Muore don Gallo, il prete rosso scambiò la Chiesa per una piazza.»


Il mirabile esercizio di condensazione letteraria lo si ottiene facendo scrivere di marxismo, Chiesa e morte, autore normalmente impegnato nella cronaca locale, spettacolo e sport.

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