BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Venerdì, 16 Agosto 2013 08:17

Testata di ferragosto

Ieri, 15 agosto, Il Fatto Quotidiano online apriva con la notizia di piccoli aerei che trascinavano, sopra lidi nostrani, striscioni pro B. Più giù il massacro d’Egitto.

Ordine di successione in base a un determinato criterio: idiotismo. Forse anche per questo B. è ancora lì.

Martedì, 13 Agosto 2013 08:54

neologismo

Idiomorfo minerale in cristalli aventi regolari contorni poligonali.

Iddiomorfo divinità inorganica delle alte sfere, assoluta, immodificabile, pura. Inesistente in natura alberga, in differente grado, in qualche concezione filosofica e in numerose religioni. Vanta miliardi di devoti. Tra i più noti oppositori Gesù di Nazareth.

Domenica, 11 Agosto 2013 08:11

Benzina, Diesel, GPL, Vino.

Quanti chilometri fai con un litro? Oltre all'automobile potrebbe risultare utile conoscere il consumo di vino necessario al buon funzionamento di una festa. Calcoli empirici riferiscono che:

per quella goliardica servono litri 0,72 a 13,5 gradi pro capite di carburante dozzinale;

Il ritrovo di artisti necessita, a invitato, litri 1,2/Ora di differenti gradazioni, bianco, rosso e rosato;

la festa intellettuale litri 0,48 di buona qualità a 13 gradi, per ogni testa. Medesime quantità di Primitivo di Manduria a 15 gradi favoriscono la performance della durata dell’eloquio ma a scapito del suo valore.

Sabato, 10 Agosto 2013 09:51

Ultime notizie: Giovanni 18, 39-40

«Non si può buttare fuori dal confronto politico il leader di una parte politica che ha preso dieci milioni di voti» afferma il tormentone di Capezzone e degli esponenti PDL.

Involuzione giuridica che riporta precisa al diritto di due millenni fa, quando «la sovranità apparteneva al popolo» senza che fosse esercitata «nelle forme e nei limiti della Costituzione»:

“«Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante.”

Venerdì, 09 Agosto 2013 08:50

Apologia della puzza

Supermercato, banco delle verdure, pieno agosto. Nell'incrociare la signora obesa una vampata putrida si era mischiata all'odore di percoche. Lì, un misterioso suggeritore interno mi ha detto:

Accetta l'organico amico, tollera i suoi incidenti. Solo il melanconico realizzato odora di niente, di quarzo e silice.
Prima di diventare sabbia era stato, per lungo periodo, ameba. Condizione che giudicava di semiperfezione: anche i protozoi, pur unicellulari, cambiano forma e nel loro essere parassiti si relazionano, a modo loro, all’Altro. Troppo poco l’organico, troppo impuro, lui eterno e imperituro voleva gloria compiuta nell’essere pietra.

Non vuole essere curato, evita di curare, sa che è compito impossibile.

Non si conforma; non vuole essere formato e non vuole formare, se ne impipa di attestati e si sente offeso da titoli.

Quando fa sul serio lascia da parte l’erudizione: riesce a creare solo separandosi da qualsiasi sapere. Se per incidente incontra ambienti dove gli propongono ‘professionalità’, ‘specializzazioni’ e ‘corsi avanzati’ sente forte il rischio di esautorazione dal suo nucleo vitale-creativo e, un po’ isterico, si agita scomposto, poi fuggirà lontano.

Beato il maestro che non lo farà scappare.

Domenica, 04 Agosto 2013 09:31

Parla per te

Ernesto Galli della Loggia nell’editoriale di ieri «Venti anni di dissipazione» pubblicato dal Corriere della Sera, afferma:


«Ci mancano energie, idee, donne e uomini nuovi. Non per nulla, nell'assenza di qualunque soluzione audacemente imprevedibile, di una qualsivoglia inedita, valida, vocazione collettiva e personale, e stante l'incapacità sempre più clamorosa dei partiti di essere qualcosa di diverso dal passato, non ci è restato altro, per far comunque qualcosa di fronte all'emergenza, che ricorrere all' union sacrée di tutto il vecchio. A una versione aggiornata delle «convergenze parallele».

Nel diagnosticare penuria di vocazione personale lo stralcio dell’editoriale mi lascia perplesso: nel rendicontare il mio percorso degli ultimi venti anni, nell’osservare quelli di numerosi amici, nel considerare il profitto che ottengo nel leggere e incontrare autori valorosi, vedo più guadagno che dissipazione. Vocazioni personali e collettive in inequivocabile attivo.  

Livellare pretescamente, come uno schiacciasassi, il Soggetto alla misera situazione dell’attuale Governo e della sua opposizione, attribuendo a questi valore assoluto e totalizzante sulla persona - Ente che dall’alto magicamente la determina al cento per cento - è operazione pericolosa, scorretta e violenta. L’evidenza dice che io e i miei amici siamo meglio di Governo e opposizione.

Meglio saperlo. Meglio ricordarselo. Meglio, se proprio inevitabile, essere depressi per valido motivo. Meglio decostruire e difendersi rapidi da falsi messaggi di nostrani maîtres à penser.

Sabato, 03 Agosto 2013 11:43

Ho sposato. Ho detto.

Ieri ho sposato e nella celebrazione del matrimonio civile ho detto lo stralcio autobiografico che segue. Nel proferirlo in ambito istituzionale - e non teatrale come d’uso - ho fatto esperienza di tangibile laicità.

IO, IL NULLA, IDDIO: PARTITA A TRE

Ricordo bene. Quando buttato nel mondo, orfano ero sceso nella voragine, giù fino al lago di dolore per contemplare i relitti che galleggiavano nel silenzio. Nessun uomo. Nessun animale. Là, immobile, era il mio posto.
Solo un Dio poteva salvarmi e l’avevo chiamato. L’angoscia si era trasformata in stupore… Immobile prima. Immobile dopo. Di pietra prima di pietra dopo.

Nulla & Dio, cari figli gemelli, intrattenetevi ancora nella vostra partita, io non gioco più, ho un appuntamento: l’amico mi aspetta per mangiare un pezzo di pecora e cipolla selvatica davanti a un fuoco.

Lì, indifferente all’immenso non vacillo.
Lì, mi piace sentire la pioggia che cade per dissetare le bestie dei campi e gli asini selvatici.
Lì, con occhi di carne vedo gli uccelli del cielo e per terra erbe rare e la vite che trasformo in vino per allietarmi il cuore.
Lì, sui cipressi la cicogna ha la sua casa; le alte montagne per le capre selvatiche, le rocce rifugio dei rapaci, mentre la luna segna il tempo e il sole sa l'ora del tramonto.
Lì, la notte latrano le bestie nella foresta, ruggiscono i leoni in cerca di preda e quando sorge il sole si ritirano nelle loro tane.
Lì, il mare spazioso e vasto e rettili e pesci senza numero, animali piccoli e grandi.
Lì, Uomo, esco per il mio lavoro. Per la piacevole fatica di rinnovare la terra tocco il mondo per darlo in eredità.

 

Domenica, 28 Luglio 2013 10:19

Il puntino

L'universo non informa chicchessia di essere immenso e neppure di contenere al suo interno infinitesimali particelle, sono - proprio e solo - io che mi invento di essere un puntino.

Il mio gatto, scevro dall’inutile ideazione, non si preoccupa. Nell’osservarlo con attenzione sembra sapere che tutto esiste grazie a lui.

Martedì, 23 Luglio 2013 10:48

Selvaggio ma non incolto (bis)

Nel precedente post «Selvaggio ma non incolto» consideravo che senza iniziativa di umano pensiero i giardini, e non solo, non sempre migliorano per processo spontaneo, ma possono degradare all’apatico e anche al brutto. Massimo Angelini, a commento, invitava all’onorare il «misterioso e delicatissimo equilibrio che mette d'accordo il lasciare fare e il fare cultura senza scivolare nell'artificio, in vezzi autistici o nella sciatteria dell'abbandono. Così per il giardino, e così per i figli, i libri, il culto.»

Seguono tre immagini di esempi ambientali, agilmente espandibili a tutto il resto:

 


Artefatto sciatto.

Annoto che hanno “lavorato” per realizzarlo. Sovente è meglio l’incolta natura, anche se talvolta apatica, all’iniziativa di certi umani pensieri.

 

 


Artefatto vezzoso autistico.

Caso opposto: invece di abbandonare i pneumatici li hanno riciclati. Evidentemente meglio questo artefatto implementato da “bravi ragazzi” rispetto alla sciagurata sciattura della prima immagine, eppure qualcosa non torna: questa “bellezza” prefabbricata appare dozzinale e, a ben vedere, anche un po’ violenta: l’eccesso di sistematizzazione esige conformazione.

Artefatto equilibrato.

Questo giardino all’inglese non sarà espressione realizzata del «misterioso e delicatissimo equilibrio» dell’accordo cultura/natura, però è qualcosa che gli assomiglia.

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