BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Sabato, 17 Dicembre 2022 15:49

Io esorto, tu esorti, lui esorta

Oltre che con linguaggio descrittivo preti e giuristi si esprimono con linguaggio prescrittivo, cioè utilizzando enunciati diretti a modificare il comportamento degli uomini.

Se la scienza si esprimesse così non sarebbe più scienza e la psicologia sarebbe una cattiva psicologia, anche la filosofia non ne uscirebbe bene[1].

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1 «In ogni sistema morale in cui finora mi sono imbattuto, ho sempre trovato che l'autore va avanti per un po' ragionando nel modo più consueto, e afferma l'esistenza di un Dio, o fa delle osservazioni sulle cose umane; poi tutto a un tratto scopro con sorpresa che al posto delle abituali copule è o non è incontro solo proposizioni che sono collegate con un deve o un non deve; si tratta di un cambiamento impercettibile, ma che ha, tuttavia, la più grande importanza. Infatti, dato che questi deve, o non deve, esprimono una nuova relazione o una nuova affermazione, è necessario che siano osservati e spiegati; e che allo stesso tempo si dia una ragione per ciò che sembra del tutto inconcepibile ovvero che questa nuova relazione possa costituire una deduzione da altre relazioni da essa completamente differenti.» (David Hume, Opere filosofiche, volume primo: Trattato sulla natura umana, Bari, Laterza, 2008, pp. 496-497.)

Domenica, 11 Dicembre 2022 14:07

Anacoluto e dintorni

Montaigne spiega che i suoi Saggi procedono “a salti e sgambetti” (Essais, III, 9). La forma letteraria discontinua, mobile, disordinata, incoerente, fluttuante, o coincisa al massimo, all’opposto del dimostrare, esortare, prescrivere, moralizzare, disciplinare, formare, vuole esprimere l'infinita, movimentata, complessità e diversità del mondo e di ognuno di noi.

Nello squilibrare il lettore lo eccita a riempire i buchi e a ricostruire l’assetto (stabilità) dello scritto; coautore che completa, elabora e crea in proprio il significato di ciò che legge. Va da sé, che il risultato del processo non condurrà a un significato univoco, standardizzabile, definitivo.

Venerdì, 09 Dicembre 2022 15:06

Eterno ritorno

Quand’ero giovane ottemperavo precetti preteschi santificando le feste e evitando atti impuri; obblighi e divieti finivano suppergiù così.

Oggi che frequento filosofi sono pacifista e nonviolento, vegetariano e un po' vegano, mi impongo di raccattare bottiglie di birra gettate sulla pubblica via, mi costringo a votare alle politiche, mi obbligo a imparare una nuova parola al giorno, mi vaccino a raffica e se incontro qualcuno che diserta lo scomunico all'istante, mi impegno a leggere un nuovo libro al mese sopportando pazientemente gli autori molesti, firmo gli appelli di Amnesty e se scrivo a più persone metto sempre lo schwa.

Mercoledì, 07 Dicembre 2022 18:13

Quelli del giardino

Sono pochi i momenti epifanici in una esistenza, a me ne sono capitati soltanto quattro quando immerso nella natura mi scordavo un po' di me.

Forse è raro che a un io gagliardo e traboccante accada un'apparizione, una manifestazione, un'improvvisa rivelazione, più probabile che capiti a un io pacato, circoscritto, ridotto.

Sabato, 03 Dicembre 2022 17:44

Orizzontale, verticale, diagonale

Basta leggere gli editoriali dei quotidiani per constatare che più la conoscenza si estende e più tende a diventare superficiale; muovendoci in orizzontale sacrifichiamo il verticale e viceversa.

Forse nasciamo con una portata di conoscenza delimitata, o forse più adatta per spaziare obliqui, in diagonale.

Sabato, 03 Dicembre 2022 17:22

Giusto un po’

Francamente non ho mai compreso cosa sia il Sé (quello con la maiuscola); non so se, e quanto, sia davvero possibile percepire e pensare il mondo in una sorta di terza persona superiore, o addirittura impersonalmente.

Però non male provare a relativizzare un po’ se stessi, quel giusto per percepire e pensare ancora il mondo senza però rimanerne impegolati.

Mercoledì, 30 Novembre 2022 16:30

Snodi e annodi

Stabilito che il mondo non possiamo intenderlo indipendentemente dal nostro pensiero e non possiamo conoscerlo al di fuori del nostro percepire, gran parte della filosofia moderna conclude che il mondo (ci) è inconoscibile “in sé”. 

L’umanità se ne impipa della cosa piuttosto convinta che il mondo possiamo invece conoscerlo per ciò che realmente è, come se possedessimo il potere di bypassarci per carpirlo in presa diretta.

Alcuni filosofi lo chiamano realismo ingenuo ma forse è saggezza popolare.

Domenica, 27 Novembre 2022 10:47

Manco mezzo minuto

Basta stare anche solo mezzo minuto nella semplice consapevolezza di essere[1], per constatare che trascendiamo la nostra biografia.

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1 Non d’essere questo e quello (genere, età, ruoli, ecc.), ma permanere nella pura consapevolezza di essere priva di predicati: l’Io Sono espresso nella rivelazione biblica e anche nei Veda. E’ uno stato molto potente ma così vicino che risulta difficile sperimentarlo.

Sabato, 26 Novembre 2022 11:09

Credenze simmetriche

Quanto si somigliano le lapidarie sentenze dell’assodata finitudine d’ogni cosa nell’irrefutabile assenza di senso e quella del “Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra”.

Specularmente apparentate nel metodo e nello stile (un po' margiasso nel presumere di sapere tutto), come se generate da identica matrice.

 
Giovedì, 24 Novembre 2022 21:49

Teatro dell’assenza

Può anche essere che ciò che chiamiamo io sia nient’altro che una credenza o una convenzione, che sia sprovvisto di unità e identità propria, che non sperimenti alcunché ma che sia invece prodotto delle esperienze:

“fasci o collezioni di differenti percezioni che si susseguono con una inconcepibile rapidità, in un perpetuo flusso e movimento”, perché “la mente è una specie di teatro, dove le diverse percezioni fanno la loro apparizione, passano e ripassano, scivolano e si mescolano con un’infinita varietà di atteggiamenti”, come sosteneva Hume.

Ma come è mai possibile che questo teatro senza regista, che questo indeterminato flusso di percezioni di nessuno, sia consapevole della propria struttura, al punto da poterla dettagliare con tanta precisione come ha fatto Hume? Non appena affermi d’essere nessuno sei subito qualcuno.

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