BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo
Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

contatti@brunovergani.it

URL del sito web: http://www.brunovergani.it
Sabato, 03 Settembre 2022 11:06

Homo faber

I rituali dell’offerta a Dio sono presenti in numerose religioni, dalla Pūjā induista all’Offertorio nella celebrazione eucaristica cattolica. Liturgie che hanno probabilmente le stesse radici ancestrali, versioni addomesticate di rituali un tempo cruenti.

Interessante osservare che nell’induismo vengono offerte al divino materie prime naturali come frutta, riso e fiori, mentre nel cristianesimo prodotti trasformati, per certi versi antropizzati: pane e vino frutti “della terra e del lavoro dell'uomo”, differenza sottile ma rilevantissima.

Giovedì, 01 Settembre 2022 10:26

Epiloghi personali da ovest a est

La vegliarda se ne stava in compagnia e ripeteva: “Ho ancora tante cose da fare la morte può aspettare”, in quel continuo darsi da fare è schiattata senza manco accorgersi. Non so se la vegliarda in quel occidentale darsi da fare tentava una sintesi fra reale e ideale, fra cosa in sé e fenomeno, fra essenza e apparenza, fra “mondo come volontà” e “mondo come rappresentazione”, oppure faceva semplicemente qualcosa, qualsiasi cosa, invece di non fare nulla. In ogni caso è un buon modo di vivere e di morire muoversi in compagnia invece che starsene fermi e soli.

La tradizione indiana divide l’esistenza individuale in quattro tempi -per saperli un giro su Wikipedia: Ashrama- il secondo tempo del sistema invita a godersela facendo tante cose, mentre nell’ultimo tempo viene indicato -a differenza della vegliarda nostrana- di vivere in solitudine così da depotenziare l’Io (che sussiste grazie all’altro), disinteressati e distaccati dalla vita materiale, attendendo il proprio tempo senza aspirare alla morte e alla vita. Anche questo è un buon modo, a ognuno il suo.

Mercoledì, 31 Agosto 2022 21:19

Paradigmi

Improbabile che devoti induisti sappiano quando sono stati scritti i Veda, infrequente che ebrei e cristiani praticanti conoscano la datazione della Bibbia, raro che musulmani osservanti sappiano quando è stato stilato il Corano.

Estranei al paradigma storico interpretano le sacre scritture Parola eterna rivelata da Dio, spontanea manifestazione atemporale dell’assoluto. E’ dunque un errore chiedere ai credenti[1] la datazione dei loro testi sacri, glissando sul paradigma nel quale nuotano.

____________________________________________

1 Ad eccezione di esegeti e biblisti, acrobati che sanno cogliere l’autorivelarsi del Dio eterno nella forma temporale dell’umana parola, muovendosi nel contempo nel paradigma di fede e in quello storico.

Sabato, 27 Agosto 2022 17:46

Alchimie

Inverosimile che lo spirito si autoproduca dal nulla, per esserci attingerà pure da una qualche materia prima preesistente.

Eppure l’accadere della natura nella sua intrinseca unità che si autogoverna, serba e rivela un continuo superamento degli elementi che la compongono, un po' come succede per il pensiero, incommensurabilmente altro e oltre rispetto allo zucchero che lo produce.   

Sabato, 20 Agosto 2022 11:30

L’accadere del mondo

L'idealista nel suo porsi-opporsi, il genio che escogita soluzioni, l’eroe che resiste, implicitamente affermano:

“Che il mondo avvenga secondo il mio desiderio”,

anche l’imperturbabilità dello stoico e la rassegnata accettazione del santo sono, per certi versi, varianti della stessa concezione antropocentrica, ma che trovano solide ragioni per arrendersi all'ineluttabile piuttosto che resistergli; fiat voluntas tua.

Ma quale sarà invece la weltanschauung di una quercia?

Domenica, 14 Agosto 2022 16:50

Nirvana VS paradiso

Perché ci sia beatitudine ci vuole qualcuno che la sperimenti, col dissolversi del soggetto s’estingue ogni goduria.

Domenica, 14 Agosto 2022 15:28

Nel frattempo interporre qua e là

Strana cosa la biosfera, dall’interconnettersi di precisi algoritmi e caso si producono cose singolari, dalla macchia mediterranea alla barriera corallina, fino all’accadere di tutti noi, individualità coscienti d’esserlo, da qui l’esperienza della sofferenza.

Ma non per questo dobbiamo perseguire la negazione della volontà di vivere, visto che il mondo non è tutto tragico e neppure sempre doloroso, in attesa del personale epilogo è forse preferibile, nel frattempo, perseguire una pacata negazione della volontà di vivere evitando di strafare con l'io, interponendo qua e là affermazioni di vita personale nella gagliarda volontà d’esserci.

Tutto sommato anche la natura, nel suo continuo farci e disfarci, è sul punto contraddittoria.

Domenica, 07 Agosto 2022 11:14

Là dove Logos arranca

Nel regno della logica affermando la necessità escludiamo casualità e libertà, mentre nella vita reale tutti possiamo rilevare il continuo accadere della misteriosa interconnessione tra necessità, libertà e casualità, e così là dove Logos arranca Mythos compensa.

Demitizzando certe cose possiamo sgonfiarle e vederne i caratteri reali, ma nel demitizzarne altre va invece a finire che non capiamo più niente. "Il vivente concreto, come tale, non può venir colto per concetti.” (Romano Guardini, L’opposizione polare).

Sabato, 30 Luglio 2022 14:47

D-io

Non poche concezioni giudicano l’io nient’altro che un costrutto privo di un nucleo reale, una mera nozione, un’estemporanea convenzione condivisa. Niente di più che un pronome personale che ci consente di funzionare in questo nostro mondo, interagendo con le nozioni te e loro.

L’io quello che poggiando su se stesso sa di essere proprio lui, che distinguendosi dal tutto afferma di essere qualcuno invece che nessuno, che autoconsapevole della sua individualità sa di non essere un altro; entità sovrana unica e irripetibile, indivisibile, forse eterna, caratterizzata da ecceità e quiddità termini che affermano la sua ultima e insostituibile singolare specificità, ebbene tutto questo sarebbe nient’altro che un agglomerato di DNA, circostanze, ambiente, costruzioni culturali apprese e introiettate, archetipi ereditati. Un affastellarsi di materiali disponibili intorno a un nucleo impersonale, che produce l’illusione di una individualità autonoma, ma di fatto nient’altro che un oggetto tra oggetti come sostengono certi riduzionismi sono, evidentemente, visioni da problematizzare. Bisognerebbe chiarire come può un costrutto percepire, una nozione sapere, una convenzione essere cosciente di se stessa; in ottica biologica ci sarebbe da spiegare in che modo il cervello produce coscienza e pensiero consapevole.

Anche alcune spiritualità orientali giudicano l’io personale nient’altro che una nozione, una illusione con la quale erroneamente ci identifichiamo, ma a differenza dei riduzionismi scientifici queste tradizioni sapienziali vedono tutta la realtà onnipervasa da una sorta di coscienza universale, da qui l’origine del pensiero e della coscienza individuale che ne sarebbe un riflesso. È dunque vero che filoni della fisica teorica e della spiritualità orientale affermano, fino a un certo punto concordi, l’inconsistenza di un nucleo individuale che ci costituisce, e a maggior ragione l’inesistenza di un’anima personale, ma con la differenza che un certo scientismo si limita ad affermare che non c’è anima glissando sull’origine della coscienza personale, mentre le spiritualità orientali affermano, all’opposto, che tutto è invece anima e permeato di coscienza.

Resta da chiarire la natura di questa coscienza cosmica onnipervadente e il suo rapporto col nostro io, reale o irreale che sia. Ci sarebbe da chiarire se questo pan-psichismo che le spiritualità orientali affermano, ossia se questa coscienza cosmica (in termini nostrani Dio) che tutto precede e pervade, sia pre-personale come la coscienza dei neonati, oppure impersonale come quella della pietra (ma una entità può percepire senza essere qualcuno?), o invece trans-personale, e se è così chi è mai questo qualcuno che si auto-trascende per diventare nessuno? E perché lo fa?

La teosofia divideva l’io in inferiore e superiore, l’inferiore non sarebbe un granché però è qualcuno, l’io superiore è di maggior valore ma non è chiaro se, pur non essendo nessuno, sia qualcuno. Proprio come il sé, che risulta ambiguo se scritto con la esse minuscola e davvero nebuloso quando scritto con la maiuscola, ma forse il Sé è semplicemente una metafora, un invito a staccarci da noi stessi così da vedere, almeno un po’, con l’occhio di Dio.

Sabato, 23 Luglio 2022 09:14

Sentieri

Camminando ad est, non più verso la liberazione della persona ma dalla persona, va da sé che ci si discosti un po’ dal mondo, da se stessi e da chi percorre sentieri differenti, ma discostarsi non è disconnettersi.

 

Copyright ©2012 brunovergani.it • Tutti i diritti riservati