Bruno Vergani
Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.
Utopia distopica
Pensare una utopia stimola al cambiamento, ma se diventa prassi si è costretti a un esaltato prendere o lasciare un po’ totalitario.
Biologica beatitudine divina
Certo che sarebbe tragico e davvero comico se tutto quell’anelare all’assoluto che ha costruito cattedrali di pietra e pensiero, era nient’altro che nostalgia per la beata condizione intrauterina.
Ars moriendi
Io esorto, tu esorti, lui esorta
Oltre che con linguaggio descrittivo preti e giuristi si esprimono con linguaggio prescrittivo, cioè utilizzando enunciati diretti a modificare il comportamento degli uomini.
Se la scienza si esprimesse così non sarebbe più scienza e la psicologia sarebbe una cattiva psicologia, anche la filosofia non ne uscirebbe bene[1].
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1 «In ogni sistema morale in cui finora mi sono imbattuto, ho sempre trovato che l'autore va avanti per un po' ragionando nel modo più consueto, e afferma l'esistenza di un Dio, o fa delle osservazioni sulle cose umane; poi tutto a un tratto scopro con sorpresa che al posto delle abituali copule è o non è incontro solo proposizioni che sono collegate con un deve o un non deve; si tratta di un cambiamento impercettibile, ma che ha, tuttavia, la più grande importanza. Infatti, dato che questi deve, o non deve, esprimono una nuova relazione o una nuova affermazione, è necessario che siano osservati e spiegati; e che allo stesso tempo si dia una ragione per ciò che sembra del tutto inconcepibile ovvero che questa nuova relazione possa costituire una deduzione da altre relazioni da essa completamente differenti.» (David Hume, Opere filosofiche, volume primo: Trattato sulla natura umana, Bari, Laterza, 2008, pp. 496-497.)
Anacoluto e dintorni
Montaigne spiega che i suoi Saggi procedono “a salti e sgambetti” (Essais, III, 9). La forma letteraria discontinua, mobile, disordinata, incoerente, fluttuante, o coincisa al massimo, all’opposto del dimostrare, esortare, prescrivere, moralizzare, disciplinare, formare, vuole esprimere l'infinita, movimentata, complessità e diversità del mondo e di ognuno di noi.
Nello squilibrare il lettore lo eccita a riempire i buchi e a ricostruire l’assetto (stabilità) dello scritto; coautore che completa, elabora e crea in proprio il significato di ciò che legge. Va da sé, che il risultato del processo non condurrà a un significato univoco, standardizzabile, definitivo.
Eterno ritorno
Quand’ero giovane ottemperavo precetti preteschi santificando le feste e evitando atti impuri; obblighi e divieti finivano suppergiù così.
Oggi che frequento filosofi sono pacifista e nonviolento, vegetariano e un po' vegano, mi impongo di raccattare bottiglie di birra gettate sulla pubblica via, mi costringo a votare alle politiche, mi obbligo a imparare una nuova parola al giorno, mi vaccino a raffica e se incontro qualcuno che diserta lo scomunico all'istante, mi impegno a leggere un nuovo libro al mese sopportando pazientemente gli autori molesti, firmo gli appelli di Amnesty e se scrivo a più persone metto sempre lo schwa.
Quelli del giardino
Sono pochi i momenti epifanici in una esistenza, a me ne sono capitati soltanto quattro quando immerso nella natura mi scordavo un po' di me.
Forse è raro che a un io gagliardo e traboccante accada un'apparizione, una manifestazione, un'improvvisa rivelazione, più probabile che capiti a un io pacato, circoscritto, ridotto.
Orizzontale, verticale, diagonale
Basta leggere gli editoriali dei quotidiani per constatare che più la conoscenza si estende e più tende a diventare superficiale; muovendoci in orizzontale sacrifichiamo il verticale e viceversa.
Forse nasciamo con una portata di conoscenza delimitata, o forse più adatta per spaziare obliqui, in diagonale.
Giusto un po’
Francamente non ho mai compreso cosa sia il Sé (quello con la maiuscola); non so se, e quanto, sia davvero possibile percepire e pensare il mondo in una sorta di terza persona superiore, o addirittura impersonalmente.
Però non male provare a relativizzare un po’ se stessi, quel giusto per percepire e pensare ancora il mondo senza però rimanerne impegolati.
Snodi e annodi
Stabilito che il mondo non possiamo intenderlo indipendentemente dal nostro pensiero e non possiamo conoscerlo al di fuori del nostro percepire, gran parte della filosofia moderna conclude che il mondo (ci) è inconoscibile “in sé”.
L’umanità se ne impipa della cosa piuttosto convinta che il mondo possiamo invece conoscerlo per ciò che realmente è, come se possedessimo il potere di bypassarci per carpirlo in presa diretta.
Alcuni filosofi lo chiamano realismo ingenuo ma forse è saggezza popolare.