BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Sabato, 25 Novembre 2017 12:22

Esonero dalla stupidità

Nell’acquistare la torta per il compleanno l’occhio mi va sull’etichetta delle pere sciroppate prodotte artigianalmente dal pasticcere, le autorizzazioni e le altre dizioni riportate sono più delle pere nel vasetto. Sintetizzano le centinaia (letteralmente) di norme e prescrizioni richieste oggi in Italia per produrre e commercializzare un vasetto di pere. Il pasticcere ha anche riportato il codice accisa dell’Agenzia delle Dogane che autorizza le pere a un istante di bagna al rum.

So bene che a quell’artigiano rimane un 15 per cento di quello che ricava, l’altro 85 lo spende per fornitori, dipendente (che fa le torte mentre lui fa carte per i burocrati), utenze, tributi e tasse, insomma per la collettività. Gli basterebbe un moto di libertà unito al conto della serva per lasciare perdere tutto quanto, esonerandosi da tanta stupidità imposta. Non perderebbe molto, non più dei suoi clienti che rimasti senza pere ripiegheranno su quelle dozzinali della grande distribuzione, del suo dipendente e dello Stato (tutti noi) che con la sua chiusura vedrebbe diminuire il flusso delle entrate.

Così, al cospetto di quella etichetta, mi è tornato alla mente lo scritto di Mario Cipolla sulle leggi fondamentali della stupidità umana, parafrasandolo così:

«Uno Stato è stupido se causa un danno a un suo cittadino o a un gruppo di suoi cittadini senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno»[1]. Mi sembra che questo inibire l'imprendere, specialmente degli artigiani e della micro impresa, sia uno dei problemi più gravi del Paese, forse non il primo ma è ben piazzato.

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1 L'originale recita: «Una persona è stupida se causa un danno a un’altra persona o ad un gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno.» Carlo M. Cipolla, Teoria della stupidità - Terza (e aurea) legge.

Venerdì, 24 Novembre 2017 12:06

Imperfezione insanabile

Consideravo che quando un soggetto vìola una legge dello Stato subisce una correlata sanzione anche se non percepisce l’illiceità del suo atto, o giudica la norma statale contraria al suo modo di vedere le cose[1].

Per trovare una soluzione occorrerebbe che il soggetto invece di nascondere il personale agire per non essere beccato o di ottemperare obtorto collo norme alle quali non crede solo per non incappare in sanzioni, percepisca l’illiceità del suo statuto personale e lo riscriva conformandolo a quello dello Stato. Viceversa che la legge personale di quel soggetto sia riconosciuta valida dallo Stato e la rispetti fino al punto da riscrivere una legge generale conformandola a quella di quel soggetto.

Data la complessità della problematica risulta impossibile un’alleanza perfetta tra i due regni, non ci resta che perseguire di volta, in volta, caso per caso, una sintesi non troppo imperfetta.

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1 Evidentemente la considerazione se non declinata in una precisa fattispecie dice tutto e niente, appurato che le leggi possono essere promulgate da Stati democratici o da Governi dittatoriali e che Charles Manson e Nelson Mandela perseguivano entrambi statuti personali. Mi riferisco, dunque, a violazioni compiute in uno Stato democratico da soggetti forniti di un “giudice interiore” non troppo scapestrato, violazioni ideologiche, da “penale bianco”, amministrative, tecniche, “post-epidiche”. Per la teoria d’ "illecito post-epidico” (Albert A. Ehrenzweig), rimando all’interessante articolo di Riccardo Lancellotti: LE RADICI PSICOBIOLOGICHE DEL DIRITTO - Psicoanalisi, psicologia evoluzionistica e neuroscienze: contributi a confronto.

Martedì, 21 Novembre 2017 12:20

Il Maestro

In questa esistenza ho realizzato due orti botanici, ci ho messo trent’anni di pensiero, lavoro e cura, pagati pronto cassa dal piacere nel farli e dalla soddisfazione nell’ammirarli. Il primo con piante di ogni latitudine, il secondo invece effige della biodiversità pugliese con mirti, cisti, elicrisi, pistacchi, corbezzoli, viburni, ginestre, ginepri, orniellli, salvie, rosmarini, valeriane rosse, cipressi e la presenza di altre centinaia di piante mediterranee, aromatiche, officinali e medicinali, di rare e numerose specie. Il primo l’avevo venduto per sistemare delle onerose beghe di un divorzio e il secondo lo sto vendendo per integrare la pensione di artigiano.

Ricordo che nel lasciare il primo avevo un po’ sofferto invece per il secondo sono sereno, ho imparato da quel rusco che avevo piantato vicino al ginepro strisciante che continuerà a fruttificare le sue bacche perfette, seguiterà indifferente al numero di particella catastale dove vegeta e del succedersi dei suoi proprietari.

Costante iniziativa e massima cura nel totale distacco, vale per l’orto botanico e per tutto il resto, visto che prima o poi lasceremo tutto meglio esercitarsi.

Mercoledì, 15 Novembre 2017 12:33

Criptoaccattonaggio

Leciti e sani il piacere e la soddisfazione per ciò che siamo, diciamo o facciamo, procurate dal consenso degli altri, specialmente quando la stima è espressa da persone che consideriamo valorose ed esperte[1], a patto che l'approvazione accada come mero effetto collaterale del nostro libero movimento,

perché non appena il plauso è desiderato e perseguito viene certificata la personale condizione di subalterno in attesa di autorizzazione, o di accattone in attesa di obolo.

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1 terreno insidioso quello delle competenze, esperienze, titoli e correlate gerarchie. Insidioso per la laicità.

Mercoledì, 15 Novembre 2017 09:58

Colpo in canna

Come una parola si attiva nella frase ciò che conta non è la forma della cosa e neppure la sostanza ma l’utilizzo e la destinazione che gli imprimiamo.

Lunedì, 13 Novembre 2017 14:58

Certificato di esistenza in vita

I nostri predecessori di cento, duecento, o di tremila anni fa, avvertivano densa e intensa la loro situazione presente, ovviamente tanto quanto la percepiamo noi nel nostro ambiente in questo preciso momento. Meno ovvio che tutti i miliardi e miliardi di quei loro pregnanti pensieri, delle personali inderogabili urgenze, delle soggettive remote emozioni vissute in presa diretta siano oggi dissolte, proprio come spariranno tutte le nostre.

Eppure se nulla si distrugge e tutto si trasforma quei passati movimenti di pensiero e emozione dovranno necessariamente persistere da una qualche parte, oltre quanto siamo capaci, al momento, di vedere e misurare.

Appurata la relatività di questa nostra esistenza in vita meglio trascorrerla senza preoccuparci più del giusto necessario, ma nel considerare la possibile potenza persistente del nostro operare è altrettanto opportuno che la viviamo appieno.

Venerdì, 10 Novembre 2017 13:21

Tra un cisto e un terebinto

Me lo ricordo bene il caro amico morto sotto all'ulivo millenario, aveva la pressione alta ma le pillole prescritte dal dottore non le prendeva, non so perché. Avevo accarezzato e osservato bene quel corpo sulla terra arata tra un cisto e un terebinto e qualcosa non mi tornava: la faccia sorrideva.

Avevo almanaccato che dopo un coccolone devastante i nervi potevano fare cose strane, anche far ridere i morti, ma insieme non avevo escluso che forse quel corpo era sereno perché aveva vissuto e concluso in intimità con la natura. Anni dopo ero venuto a sapere di un conoscente che prima di morire aveva voluto scendere dal letto per sentire con la pianta dei piedi il pavimento, in seguito avevo da più parti conferma che il fenomeno è diffuso; se permane un barlume di forza non è raro che la si voglia utilizzare per sentire il pavimento, surrogato della terra, sotto i piedi.

Il resoconto biografico della morte di san Francesco conferma, aveva chiesto che si compisse «adagiato sulla nuda terra». L’agiografia lo interpreta come gesto di umiltà, ma forse era tutt’altro: proclamazione di un’appartenenza, di un’alleanza fruttuosa che nel terminare iniziava.

Giovedì, 09 Novembre 2017 09:40

Cuore di sasso

Stoici, epicurei, scettici e asceti d’Oriente rimangono giù dal podio al traguardo della pace perfetta battuti da manzi terzi classificati, da batteri al secondo posto e surclassati dai sassi di fiume vincitori indiscussi di tutte le edizioni.

Forse meglio quanto suggeriva l’Ecclesiaste che senza sforzo e noncurante di traguardi prendeva atto che «per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo […] un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare».

Aggiungerei: sì una cosa per volta ma senza esagerarla perché tali momenti se visti universalmente non sussistono allo stato puro bensì in emulsione, dove ogni ingrediente è un po’ disperso nell’altro e viceversa.

Domenica, 05 Novembre 2017 19:01

Appunti post funerale

Alla fine del rito funebre cattolico ho concluso tre cose:

che l’empatica sofferenza coi presenti che mi saliva, era prodotta dall’emozione per l’accadimento frammista al latente pensiero che proprio così accadrà pure a me e a tutti noi;

che la teodicea arranca nel tenere il passo con tale realtà che incombe;

che fanno di più e di meglio la vicinanza amichevole dei superstiti e la liturgia (messinscena condivisa di una lenitiva narrazione ad hoc).

Sabato, 04 Novembre 2017 10:34

Sora nostra morte corporale

Eccolo seduto all’ultimo tavolo del caffè in centro che pigia i tasti della calcolatrice sul suo smartphone, ormai anziano come lui. Siccome la pensione non gli basta per campare e di forze non ne ha più deve attingere dai pochi risparmi rimasti. Calcola quell’irreversibile erosione mensile moltiplicandola per l’aspettativa di vita dei maschi italiani della sua età, come fanno quelli delle assicurazioni.

D’improvviso lo vedo soddisfatto, la provvidenza esiste per davvero! : se per un qualche scherzo del destino non gli capiterà la disgrazia di campare di più schiatterà, giusto, giusto, a risparmi azzerati.

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