BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Lunedì, 17 Marzo 2025 16:46

Tragica tensione

Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

Sub specie temporis (sotto la specie del tempo) vediamo individui che nascono, che desiderano essere e perdurare, che vogliono cose e perseguono fini poi muoiono, mentre sub specie aeternitatis (sotto l’aspetto dell’eternità) abbiamo puro funzionamento impersonale necessario: le leggi della logica, le strutture dell’essere, l’ordine del cosmo.

L’ordine dell’universo è impersonale, l’uomo no. Vige, dunque, una tragica legge: più sei qualcuno più sei mortale più sei nessuno più sei immortale.

 

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Mercoledì, 12 Marzo 2025 18:13

Dio ossia la Struttura

La cacciata dall’Eden può essere letta come una metafora del nostro distacco da una condizione originaria di totale armonia, un’esistenza in cui fluttuavamo liberi e appagati, tanto da non sentire alcun desiderio. Non è chiaro se questo stato primordiale sia da ricondurre a una dimensione ancestrale o a quella oceanica intrauterina; ciò che è certo è che, uscendo da quello stato, siamo entrati in strutture che mediano la nostra percezione della realtà. Il linguaggio verbale, ad esempio, ci consente di nominare le cose, ma nel farlo ci separa da esse; allo stesso modo, l’ordine logico permette alla nostra mente di essere funzionale, ma nel contempo la costringe nei suoi parametri.

Il problema è che l’Eden ha un cancello particolare, una volta usciti non è più possibile rientrare: se ci emancipassimo dalle maglie delle reti simboliche non raggiungeremmo una libertà autentica, bensì precipiteremmo nel caos psicotico. La nostra mente organizza il mondo proprio attraverso le strutture che ci vincolano: senza di esse, la realtà si dissolverebbe in un vortice informe e incomprensibile.

Riflettendo sul Deus sive Natura di Spinoza, ho considerato che Spinoza più che affermare il primato di Dio, della natura o della loro coincidenza, sembra attribuire il primato -perlomeno metodologico- alla struttura stessa dell’ordine logico necessario. Possiamo immaginare questa architettura concettuale come un triangolo isoscele, con Dio e Natura alla base e, al vertice, l’ordine logico necessario e il suo ineluttabile funzionamento.

Più che verosimile che il mondo sia strutturato davvero così, in questo determinismo assoluto e universale, però c’è qualcosa di tirannico nel vivere sotto un cielo dove ogni cosa si muove all’interno di un rigoroso funzionamento prodotto da leggi inderogabili, e manco una volta per capriccio.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Lunedì, 10 Marzo 2025 17:24

Sublime ficaria

Non so per gli animali, ma per le piante ho constatato una diffusa smania tassonomica: “Come si chiama questa?” E chi lo sa elargisce con soddisfazione il proprio sapere: “È Ranuncolo ficaria.” E quest’altra? E così via, senza fine.

Comprensibile: dare un nome apre molte porte. Serve alla scienza – questo è l’Ippocastano, contiene Escina, utile contro le emorroidi. Alimenta l’immaginario – queste sono le bacche velenose dell’Atropa belladonna, proprio quelle che Hansel e Gretel trovavano nel bosco. Nutre il mito – questo è aglio selvatico, forse il Moly che Hermes diede a Odisseo contro gli incantesimi di Circe; quest’altra è l’Aloe, sì, quella citata nella Bibbia. E tutti sono soddisfatti, ed è giusto così.

Eppure, non sarebbe male, qualche volta, imbattersi in una pianta e, indifferenti al nome, percepirne all’istante l’essenza selvaggia, la sostanza filosofica. Senza catalogarla, senza addomesticarla, senza possederla. Sentirne la potenza in una dimensione pre-cognitiva, come accade di fronte alle stelle.

Per le stelle, infatti, non c’è smania tassonomica: si capisce subito che non sono addomesticabili. Forse perché sono grandi, forse perché sono troppe. E davanti a questa materia finita, mutevole e dipendente, affiora subito l’intuizione dell’eterno, dell’infinito, dell’indipendente. È una fortuna. Se avessimo cominciato a nominarle con arbitrii condivisi – questa è Sirio, quella è Antares, questa è Izar – ci saremmo persi: “A che tante facelle?”, “L’amor che move il sole e l’altre stelle”, “Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”, e pure il caos interiore che partorisce una stella danzante.

Pubblicato in Erbario
Mercoledì, 05 Marzo 2025 18:53

Paradigmi teologici

Da sempre la metafisica occidentale ipotizza un possibile sostrato permanente, una qualche essenza necessaria, che permette alle cose di essere. Concetto cardine è quello aristotelico di sostanza, confermato e rivisto da differenti angolazioni in tutta la tradizione metafisica occidentale, concetto molto utilizzato dalle teologie cristiane.

Invece nelle metafisiche orientali quello di sostanza è un concetto meno centrale, quasi assente, talvolta negato radicalmente. Ma a Est come fanno gli enti a essere, se sprovvisti di una causa prima necessaria? Da quelle parti le cose sussistono interconnettendosi, e sembra che la fisica teorica confermi.

Se si dovesse descrivere con poche parole l’attuale post-teismo, lo si potrebbe definire come il tentativo di passare dalla teologia tradizionale della sostanza alla teologia dell’interconnessione.

Pubblicato in Sacro&Profano

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