BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Martedì, 05 Settembre 2017 10:47

L’Offerta

Su qualcosa abbiamo potere per altre cose pur volendo che accadano così permangono cosà, ma ecco una strategia cattolica davvero risolutiva:

appurata la personale impotenza invece di reagire scomposti, o procrastinare il problema, o infognarsi in una passiva rassegnazione che obtorto collo accetta l’immodificabile mugugnandoci sopra, lo s’interpreta dinamicamente come assoluta e per noi proficua, seppur misteriosa, volontà divina. Tale processo tecnicamente si chiama “offerta”[1].

Tanta filosofia classica fino a Hegel ha fatto più o meno così. Forse funziona.

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1 Mica l’offerta è il prendere qualcosa per donarla a Dio, visto che Lui ha già tutto.

Domenica, 03 Settembre 2017 19:44

Teatro-tenda occidentale

La Narrazione Ipostatica dell’Autorità

messa in scena, costumi, trucco e parrucco.

 

 

 

 

 

PROTOTIPO:

 

SVILUPPI ATTUALI:

 

 

Sabato, 02 Settembre 2017 16:15

Fuor dai denti

Di tutte le donne che ho conosciuto le più erotiche sono state le suore di clausura che anni fa visitavo. Suonavo alla porta del convento e mi facevano entrare nella loro cappella. Avrei potuto anche essere un serial killer ma mi facevano entrare. Sedevo a meditare alla seconda panca e qualche volta alla badessa piaceva parlarmi da dietro la grata, risento «la sua carica sessuale [che] si espandeva nel locale» (Ivan Graziani).

La capacità di trattenere, di misura[1], è potenza atomica.

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1 Quella che abita all'antipode dell'inibizione.

Venerdì, 01 Settembre 2017 13:46

Apocalypse Now?

Indaghiamo a ritroso la storia del calorifero che abbiamo davanti e lo vedremo, via, via, ghisa fusa, roccia in miniera, svolazzante frammento di cosmo, risaliamo ancora la catena degli eventi e forse lo contempleremo emanato da un sommo ente privo di causa che non ha principio né fine (Aristotele, Scolastica). Però nel risalire scorgendolo pezzo di roccia naturale potremmo anche fermarci lì interpretandolo causa di sé (causa sui, Spinoza). Ecco tutto questo è roba vecchia.

La scienza - in particolare la fisica, teorica e sperimentale - sentenzia che gli enti sono prodotto e nel contempo causa, e chi li osserva soggetto e insieme oggetto. E la filosofia che fa  al cospetto di tale sovvertimento? Mostra la corda? E’ già finita?

Domande che appaiono attualissime ma invece già novecentesche e con premesse antecedenti, tutte a cura di filosofi e questo la dice lunga sulla potenza e libertà della materia: esiste un’altra disciplina che contiene e propone ragioni, strumenti e vie, per auto-confutarsi?

Oltre a quei filosofi che hanno invitato ad andare a zappare la terra invece che darsi alla teoretica (cfr. Emil Cioran), già Marx tende a sostituire la filosofia con la scienza, ipotizzandola soppressa nella realizzazione della  società comunista. Wittgenstein auspica che i problemi filosofici, specie ontologici e metafisici, siano non risolti ma dissolti, così da evitarci inutili «crampi mentali» e dolorosi «bernoccoli» all’intelletto che sbatte contro i limiti del linguaggio. Neopositivisti e strutturalisti hanno rincarato tale suicidio, Heidegger, Derrida e Rorty talvolta spietati.

Improprio e poco puntuale in questo contesto dire filosofia quando invece sarebbe opportuno dire di filosofie dettagliandole nel merito, ma in ogni caso se la filosofia - e le filosofie - è pensare amando il sapere più la combattiamo con onestà e più la facciamo, per questo permane e permarrà finché l'uomo sarà, perché pensare è filosofare, l'apocalittico «Dio è morto, Marx pure, e anche io non mi sento molto bene» incluso.

 

Mercoledì, 30 Agosto 2017 20:11

Causa sui

L’uomo è artefice d’inedite realtà, tale abilità immaginativa-narrativa è il più grande capitale di cui disponiamo e insieme il  più insidioso, perché possiamo produrre costrutti di bellezza o disastrosi deliri.

C’è un qualcosa di reale, di stabile, di non relativo, che precede questo nostro operare creativo o fluttuiamo su una tabula rasa? Ciò che ci precede è la natura. Ma non è che la natura sia anch’essa una narrazione di una qualche entità che la precede?

In fin dei conti la domanda è irrilevante, l’evento della natura permane mozzafiato anche causa sui, per certi versi ancor di più.

Mercoledì, 30 Agosto 2017 09:07

Il Tertium

Il rapporto tra oggetti fisici si svolge perlopiù lineare e suppergiù diretto e così la webcam meteo affissa al palo replica né più né meno ciò che riprende, ma appena nella relazione entra una persona irrompono imponenti complessità.

Cartesio vede la nostra conoscenza del mondo filtrata da un tertium; intermediario costituito da idee e rappresentazioni mentali soggettive e collettive che ci consentono di interpretare, giudicare, rappresentare, narrare, ideare, idealizzare, teorizzare, costituire, istituire, simbolizzare, ecc. ecc., fino ad immaginare, punto nel quale l’oggetto esiste e consiste anche senza l’originale.

Pensare è davvero roba dell'altro mondo.
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Immagine: “Uomo che salta”, Paolo Polli. Un click sopra per ingrandirla.

Domenica, 27 Agosto 2017 18:14

Er Gatto

Ecco un gatto, irrompe come il sopravvenire di una circostanza eccezionale, accade non necessario e a gratis.

Nel considerare alcuni esponenti di certi nichilismi e pessimismi estremi osservo che ne devono avere di fantasia e di fede nelle teorie che hanno architettato per interpretare ‘sto gatto assurdo (átopon: letteralmente “fuori luogo”), senza considerare che fuori posto potrebbero essere le loro teorie invece del gatto.

Venerdì, 25 Agosto 2017 11:40

Educazione 2.0

Ma com’è che i paletti un tempo piantati nei recinti per capre o per reggere l’uva fragola d’un botto sono diventati un imperativo categorico in campo educativo?

Venerdì, 25 Agosto 2017 10:21

Andazzi ipermoderni

Ai nostri giorni la domanda «perché sono ed esisto?» è disusata, inammissibile e considerata un po’ malata. L’ente io è giudicato inconsistente[1] e senza un io definito e reale chi mai potrebbe essere e chi mai potrebbe esistere?

Mi adeguo all’andazzo del mio tempo anche se appare singolare che, stando così le cose, le persone invece di frammentarsi e liquefarsi - non come ipotesi o teoria ma per davvero - permangono ancora un tutt’uno più o meno organico; io seppur talvolta umorale sono io, tu sei tu e lui è lui. Quale sarà mai la forza che ci assembla a oltranza uno ad uno? Plausibilmente la stessa che mantiene l’universo.

Il punto è che ogni esemplare di tale assemblaggio naturale denominato Homo sapiens oltre alla circostanza di permanere suppergiù coeso pensa in proprio e sa pure di farlo pensando il proprio pensiero (coscienza). Quale sarà mai la forza che stimola e permette tale accadere? La stessa che pensa l’universo (?).

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1 Ipermoderno decreto d’inconsistenza dell’io per certi versi ambiguo, in quanto a differenza dell’atarassia conseguente alla rarefazione della persona tipica di certe mistiche o di alcune speculazioni filosofiche orientali, dove il soggetto distaccandosi da stesso si dissolve in Dio o nell’universo così da espandersi, l’io ipermoderno si frantuma implodendo nel niente e siccome la faccenda è scocciante prova a riattaccare i suoi pezzi sparsi non appena contestato personalmente per paura di dissolversi ulteriormente. Invece del distacco da se, tipico del saggio, entra all’istante in isterica reattiva fibrillazione autodifensiva per tenersi insieme. Tanto dissolto quanto cazzuto nell’intento d’apparire.

Immagine: “Smile”, Paolo Polli. Un click sopra per ingrandirla.

Mercoledì, 23 Agosto 2017 14:52

Breve invito all’aut aut

«Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo per possederlo». Impegnativo per tutti il titolo del Meeting ciellino di quest’anno, ancor di più per coloro che l’eredità l’hanno ricevuta da un padre che percependosi prescelto dall’Altissimo si contrapponeva al mondo per plasmarlo alle proprie[1] concezioni. Eredi che invece - come sembra testimoniare il Meeting in svolgimento - cercano plausibili soluzioni ai problemi di tutti, specialmente degli ultimi, e un proprio posto con gli altri in un mondo sempre più fluido e complesso.

Il convivere di due paradigmi tanto inconciliabili chiede un aut aut; le vie del Signore sono infinite ma la consapevole accettazione o la precisa rinuncia all’eredità paterna ne asfalterebbe qualcuna. Giusto per non impantanarsi.

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1 Si potrebbe rilevare che tale altezzoso pensiero non è frutto di una esaltata quanto astrusa pretesa di Giussani, bensì l'essenza stessa della rivelazione cristiana. Ho articolato la problematica qui.

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