BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Sabato, 06 Maggio 2017 09:55

Mistica levantina de Noantri

Per emanciparsi dall’antropocentrismo e risolvere il suo dolore e quello del mondo aveva imboccato una strada verso Est, percorso il primo tratto s’era tanto scentrato da ritrovarsi fuori uso e fatto il secondo non esisteva più. Obiettivi raggiunti.

E' come far passare ogni dolore e qualsiasi sofferenza con un colpo di pistola alla tempia. Funzionamento istantaneo, risultato completo, successo garantito.

Giovedì, 04 Maggio 2017 11:24

Corpus Domini 2.0

Scelta ortodossa che il centro commerciale stia solennemente aperto a Pasqua e Natale, Epifania e pure Assunzione della Madonna, sarebbe un palese controsenso se la novella cattedrale chiudesse proprio nelle feste di precetto.

I vecchi Ministri soppiantati dal nuovo culto non tengano il broncio nelle loro cattedrali vuote, in fin dei conti è il minimo sindacale che si meritano.

Mercoledì, 03 Maggio 2017 13:07

Bufala orientale

Se corrispondesse al vero che l’atto dell’umano pensare fosse nient’altro che proiezione di memoria, come qualcuno sostiene a Oriente, i computer ci avrebbero già completamente surclassato da un po'.

Nel frattempo, in attesa di verifica, forse meglio diffidare di tale teoria.

Lunedì, 01 Maggio 2017 18:15

L’indagine

Manco un esponente della New Age che abbia paura di morire, davvero nessuno!

Urge che ‘sta baldante nonchalance sia investigata: inverosimile che da quelle parti siano tutti perfetti deficienti di certo avranno scoperto un compiuto quid risolutivo...

Sabato, 29 Aprile 2017 09:43

La fattispecie smarrita

Quando citando Kierkegaard si afferma che l’essenza del cristianesimo consiste nell’inserzione salvifica dell'eternità nel tempo operata da Cristo e riferendosi a Guardini si rincara proclamando che non è la comprensione di Dio l’estremo del cristianesimo bensì l'Incarnazione, si dice in apparenza molto ma di fatto niente se ci si ferma lì, in quanto tale concezione può produrre di tutto, da san Francesco a l’Inquisizione.

Venerdì, 28 Aprile 2017 11:55

Breve invito a infrangere il tabù

Il titolo del prossimo Meeting di Rimini «Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo» - estrapolato dal Faust di Goethe - apre e stimola articolate riflessioni e il correlato scritto di presentazione esprime una variazione di prospettiva dal passato di Comunione e Liberazione, svolta semioticamente testimoniata  da una ventina di punti interrogativi vergati nello stringato documento. Nell’affrontare le sfide dell’oggi si propongono domande invece che risposte in un aperto «dialogo reale dove condividere la ricchezza e la bellezza di cui ognuno è portatore con la sua storia e la sua esperienza, perché si possano intravvedere insieme percorsi possibili di costruzione condivisa».

Netto, dunque, lo scostamento dall’esaltata ecclesiologia giussaniana che invece di domandare al mondo per rispondere insieme entrava a gamba tesa con paradigma medievale nel post moderno proclamando: «La gioia più grande della vita dell’uomo è quella di sentire Gesù Cristo vivo e palpitante nelle carni del proprio pensiero e del proprio cuore. Il resto è veloce illusione o sterco». Concezione identitaria che nel porsi si oppone alla stragrande parte dell’intera umanità e di tutta la sua storia.

Svolta all’interno di CL tutta da chiarire ed elaborare visto che da una parte si prende obliqua distanza dalle esaltate concezioni di Giussani e nel contempo lo si vuole fare santo[1]. Alla larga da criptici parricidi e pirotecnici proclami di santificazione forse opportuna una rispettosa quanto pubblica e puntuale pars destruens del pensiero del fondatore. Senza una parresia che infranga il tabù della sacralità del padre si erediterà, riguadagnerà e possederà ben poco.

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1 Non possiamo escludere che le due posizioni, in apparenza opposte, siano generate da una medesima matrice, visto che sublimazione e rimozione sono processi limitrofi che nascondono “spostando”.

Martedì, 25 Aprile 2017 11:40

La patata bollente

Disse loro: «Voi chi dite che io sia?» (Matteo 16,15).
Si potrebbe interpretare quell' “io”, sul quale poggia il quesito, metafora del nostro io, dell’altro, dell’accadimento dell’universo con tutto ciò che contiene, della natura, della storia, dell’umano pensiero, di un possibile Dio.
Siccome non so chi io sono e manco tutto il resto, avrei replicato: «E tu chi dici che io sia?»  

Lunedì, 24 Aprile 2017 10:06

Bang Bang!

All’inizio dell’autostrada un ragazzo faceva autostop, mi pareva di conoscerlo, sì era proprio il figlio di quei pacifisti che avevano abbandonato la città per la campagna, quelli che aravano la terra coi buoi al posto del trattore per non ferirla con movimenti meccanici violenti e inquinanti.

Dopo trecento km ci fermavamo all’Autogrill e quello nell'uscire prendeva dallo scaffale una pistola giocattolo, quattro ore di sofferenza senza rimedio: abbassato il finestrino simulava di sparare a tutte le auto che gli venivano a tiro, con voce nasale faceva anche il rumore di quel suo far fuori il mondo: «Bang Bang!» Forse legittima difesa da quelli dov’era nato.

Sabato, 22 Aprile 2017 20:19

Ammirazione

Siamo abituati all’ente, dalla pietra sul bordo della strada alla faccia del panettiere, dalla montagna bergamasca alla spiaggia barese, dalla nuvola temporalesca al neonato dei vicini di casa. Raro uno stato di straniamento che spiazzante la quiete prodotta dalla memoria pre-giudicante e organizzante la realtà ci consenta di scorgere, in diretta, la potenza di enti e accadim-enti.

Probabilmente senza questa narcosi procurata dalla memoria che con pregiudizio interpreta e inventaria gli enti, spaesati non potremmo funzionare, nondimeno di fronte ad ogni ente ci sarebbe da chiedersi sorpresi: «Perché c’è invece di non esserci?» Non escludo che chiederselo piuttosto che darlo per scontato sia sempre e solo sano, eppure tutta la storia della filosofia è iniziata e continua da quella domanda.

Giovedì, 20 Aprile 2017 08:47

Fatti non parole?

Si dice “la verità dei fatti”, ma senza necessità di tirare in ballo la fisica quantistica nel suo sentenziare quanto un fenomeno sia plasmato da chi lo osserva, l’ermeneutica filosofica spiega quanto concepire il “fatto” dogma inconfutabile possa rivelarsi una via sdrucciolevole, non perché il fatto non esista, ma perché intimamente legato a interpretazioni, teorie, idee:

«I fatti non ci sono, bensì solo interpretazioni» (Nietzsche); «I fatti sono carichi di teoria» (Popper); «Così come un popolo sceglie i propri governanti, la teoria conferisce autorità all’osservazione, affinché governi la giustificazione delle teorie» (P. Kosso).  

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