BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Martedì, 26 Gennaio 2016 09:40

Sub

Il soggetto che pensa e dice poggiando su se stesso può anche enunciare visioni singolari, bizzarre e pure sbagliate, eppure non esprime subcultura. La subcultura è sempre faccenda di gruppo.

Sabato, 23 Gennaio 2016 10:02

Sassi

Per non farmi mancare proprio niente mi ero attardato ad ascoltare un massone incontrato per caso, inaspettatamente loquace della sua spiritualità. Senza che l’avessi chiesto e neppure desiderato mi aveva detto delle “egregore”, le chiamava “eggregore” rafforzando la doppia “gi” che mi arrivava tripla. Riferiva che talvolta, se particolarmente intensi, i pensieri e anche le emozioni possono assumere forza propria e autonoma impregnando luoghi o vagando nell’etere.

Anche se Freud diagnosticherebbe all'autore della seguente domanda malattia certa e grave, la faccio: una pietra di Auschwitz e una di Disneyland oltre alle eventuali specifiche differenze mineralogiche potrebbero differire, nella sostanza, anche per altro? Si sostanza. Il massone con eggregora mica si riferiva al filtro culturale che interpreta le cose, ma a una reale, specifica e autonoma essenza spirituale (forma-pensiero) abile d'imbevere l'oggetto come il latte inzuppa la fetta biscottata. Non sto infognandomi in equivoci epistemologici anche se mi manca poco, ma provando a delineare differenti filoni filosofici.

Ricordo l’amico William Congdon quanto mi chiedeva se anch’io, come lui, entrando in una casa abbandonata percepivo chi lì aveva vissuto. Avevo risposto di no, ma a distanza di anni nel ristrutturare un trullo in Puglia avevo ripulito l’immagine del Sacro Cuore dell’alcova riponendola con cura al suo posto per onorare chi in tempi remoti l’aveva affissa. Dinamica culturale e interpretativa, la mia, che poco c’entra con la teoria dell’egregora, come quando, sapendo la storia ed esteticamente strutturati, avvertiamo differenti sensazioni in una stazione centrale rispetto a un duomo gotico. Eppure, oltre all'ordinaria ragione culturale decifrante natura e qualità dell'oggetto, incontriamo inaspettate esegesi scientifiche, nella fattispecie neurologiche, che giustificano possibili percezioni straordinarie: l’uomo primitivo cacciatore e nel contempo preda aveva sensi più affinati degli attuali - faccenda in quell’era di vita o di morte - oggi assopiti, ma che in particolari soggetti, condizioni e situazioni, possono in parte destarsi.

Il pensiero muove soggetti che trasformano oggetti, giudica e interpreta, non impregna sassi e neppure vaga nell’etere. Il magismo dell’egregora, come tutti gli occultismi e correlati feticismi, tenta vanamente di unificare natura e cultura. Invano perché anche se la libertà oppure l'odio esistono risulta arduo pesarne 300 grammi, pertanto di per sé una pietra di Auschwitz differisce da quella di Disneyland soltanto mineralogicamente. Forse.

 

Cambogia (Cambodia), 1960. Olio su tavola, 40,2 x 60,7 cm. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia 76.2553 PG 181 © The William G. Congdon Foundation, Milano

William G. Congdon, Cambogia (Cambodia), 1960. Olio su tavola, 40,2 x 60,7 cm. Collezione Peggy Guggenheim, Venezia 76.2553 PG 181 © The William G. Congdon Foundation, Milano.

Giovedì, 21 Gennaio 2016 12:31

Guaritore cronico

Ci sono dei “come stai?” che procurano fastidio uguale alle mani addosso, imperversano in ambiente New Age, nosocomio universale gremito da supposti medici che bramano pazienti. "Come stai?" sparati a raffica da chi invece di onorare la soggettività altrui lenisce il personale malessere proiettandolo su chi incontra, correlato da puerili diagnosi e prescrizioni di vita non richieste.

Mercoledì, 20 Gennaio 2016 18:42

Il cielo in una stanza

Primo piano abitazione, piano terra lavoro. Qui ho scelto di vivere tanto regolare che se condannato a detenzione domiciliare col permesso di lavorare sconterei la pena senza accorgermi. Singolarità che potrebbe costarmi la fuga della moglie, negli ultimi tempi piuttosto tediata dalla mia soddisfazione derivante da movimento di pensiero a corpo fermo, a parte le aspirate di Toscano.

Però anche le monache di clausura sono strane assai, le passionali nel contemplare dalla cella il cielo anelano schiattare per raggiungerlo, le razionali filosofeggiano che anche l'orizzonte fisico più vasto, seppur grande, è recinto che comunque circoscrive. Forse più sano l’ergastolano che indifferente al metafisico non equivoca cella e cielo.

Fuori da situazioni estreme ritengo che il grado di potenza dello stimolo procurato dal viaggio dipenda dai temperamenti: c’è chi considera il Grand Tour indispensabile e chi, con Leonardo Sciascia, irrilevante. Però che fermi o deambulando la soddisfazione provenga da moto di pensiero è vero, per taluni stimolato dal viaggio, per altri dal Tour intorno al tavolo del soggiorno.

Martedì, 19 Gennaio 2016 10:34

Aplomb

Me lo ricordo l’Ercolino sempre in piedi, stesso periodo della Veronica del Jannacci quella col coro “In pé! In pé! In pé! In pé!" . Si l’Ercolino degli anni ’60 gadget della Galbani il pupazzo gonfiabile che se lo inclinavi ri-gravitava ritto, ritto, fermo, fermo, grazie a un peso nella base: per permanere irremovibili ci vuole un grosso peso nell’intimo, legge psicofisica. Non so se le attuali “Sentinelle in Piedi”  - minoranza di ultras cattolici che vegliano su quanto accade nella società denunciando ogni occasione in cui si cerca di “distruggere l’uomo e la civiltà” - s’ispirino all’Ercolino della Galbani, però gli assomigliano nel loro vigilare a turno, schierati innaturali a due metri di distanza l’uno dall’altro, ritti, unidirezionali, fermi e silenti a tutela della famiglia “naturale” fondata sull’unione tra uomo e donna. Domenico Barrilà psicoterapeuta attento alla società, nell’analizzare tale forma d’irremovibile fissità orante, senza soluzione di continuità “nemmeno per andare a fare pipì”, scorge analogie con la schizofrenia e anche colla paranoia.

Siccome la forma è sostanza nulla di proficuo per nessuno quando la religione necessita di prendere in prestito dal militaresco, quando il personale giudizio di valore è esaltato a asserzione di realtà universale costipando, come uno schiacciasassi, tutto ciò che incontra in tale prospettiva; preoccupazione educativa generata da alienazione per il supposto assedio delle differenti e circostanti culture declinata in tutte le forme immaginabili: passione educativa, priorità educativa, urgenza educativa, ansia educativa, nelle varianti belliche difesa educativa, missione educativa.
E pensare che il primo cristiano invitava a incontenibile estroso fluttuare: « Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito. »

Lunedì, 18 Gennaio 2016 11:33

Rattrappimento

A differenza di quello materiale l’universo culturale, quello psichico e tutto sommato anche l'universo scientifico come sentenzia la fisica teorica, hanno sostanza e dimensione del proprio (del soggetto che si relaziona) linguaggio.

Di fronte al medesimo mare differenti interpretazioni: chi permane indenne, chi pesca, chi contempla, chi adora e chi si suicida.

Domenica, 17 Gennaio 2016 11:06

L’accordo

Oggi ho letto di Giacomo B. Contri:
«Verità […] nesso d’imputazione tra un giudizio e un atto, al posto della tradizionale definizione della verità come adeguatezza dell’intelletto alla “cosa”.»
La puntuale conclusione mi ha fatto ricordare due ex amici di percorso “concettualmente” immacolati: uno sindacalista che dal palco difendeva il salario dei dipendenti e rincasato picchiava la moglie, l’altro regista che realizzava film sul rispetto dei diritti umani dirigendo con sistematico sopruso chi lavorava con lui. Non per questo squalificherei la categoria dell’adeguatezza dell’intelletto all’oggetto.

Ci sono differenti sindacalisti e registi, donne e uomini, filosofie e filosofi tra questi valorosi quelli capaci di accordare intelletto-oggetto alla personale imputabilità di giudizio-atto.


 

Venerdì, 15 Gennaio 2016 09:26

L’aforisma

Quando cari amici m’invitano a scrivere un libro mi torna alla mente un editore che riferiva di un manoscritto propostogli da una “autrice” per la pubblicazione: quattrocento pagine d’insulti all’ex marito. Ovviamente la “scrittrice” al diniego dell’editore si era offesa assai. Avrà anticorpi sufficienti l'universo per sopravvivere a tale mancanza?

Anche se d’insulti all’ex moglie li penso ma non li scrivo riscontro qualcosa di sano nel non avvertire l'impellente necessità, mia e del mondo, alla pubblicazione di un mio libro, ma il punto è un altro: al pari dei metallari che suonano la sera nello scantinato dopo una giornata di lavoro faccio l’erborista scrivendo, fra un cliente e l’altro, tra una tintura madre di melissa e uno sciroppo al mirto, in forma condensata dal principio di realtà. Mi piace, mi serve e siccome qualcuno mi legge, al momento, va e fa bene così: «Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.» (Ecclesiaste)  

Giovedì, 14 Gennaio 2016 12:12

Dogma d’immacolata concezione

Il filosofo che teorizza la soggettiva capacità d’elaborare un'analisi concettuale pura, rigorosa e assoluta, attraverso un presupposto immacolato pensare logico non filtrato da sé medesimo, non interpretato dal linguaggio che utilizza, non condizionato dall’essere figlio del suo tempo e latitudine, non eccitato o contaminato da dinamiche inconsce, assomiglia al teologo fondamentalisma: dogma differente medesima altezzosità.

La capacità di pluralismo sostenuta dalla consapevolezza dell’inevitabile provvisorietà-parzialità connaturata al soggettivo pensare è qualità dei razionali prima che virtù degli umili.

Mercoledì, 13 Gennaio 2016 12:38

Spirituale

In ebraico spirito è  ruah, vento, respiro; in latino spiritus, spiro, respirare, soffiare; in greco pneuma, respirare, soffiare, aver vita;
Gesù di Nazareth si spinge oltre: « Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito. »

Immagine d’autonomo e sovrano muoversi senza attenersi a uno standard prefissato. Fluttaure disciplinato dall'imprevedibile, più artistico che filosofico.

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