BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Martedì, 10 Maggio 2016 10:04

Computo

Cos’è di preciso l’innaturale? Vediamo che dice il dizionario: Innatistico... Innato... ah eccolo!: «Innaturale: non naturale». Che stitico, poteva dare un po' di più. Per chiarire la faccenda mi concedo l'arbitrio di passare in rassegna il dizionario in ordine sparso contrassegnando con una X le parole che appartengono o esprimono il naturale; Y per le correlate all'innaturale; Z nel caso di lemmi dubbi che possono appartenere ad entrambe le categorie, chessò: Metastasi, Cacciatore, Medicina...

Mica ho avuto il tempo di monitorarle semanticamente tutte, tuttavia il campione eseguito indica che le parole Y ascrivibili inequivocabilmente a l’innaturale non sono tutto sommato numerose, oltre che rivelarsi specularmente apparentate come se generate da identica matrice: Miracolo, Bandiera, Antropocentrismo, Teismo, Feticismo… Ma come riescono pur così esigue di numero, appartenenti a ristretto clan e a categoria nebulosa, a procurare, di fatto, disastri tanto universali?

Venerdì, 06 Maggio 2016 07:34

Il Libro

Mica è accettabile il teista di turno che valida e giustifica tesi citando il “suo” Libro, a patto che non si glissi quando scienziati e filosofi ripetono solenni le loro bibbie poggiandosi sopra a peso morto.

Giovedì, 05 Maggio 2016 17:45

“Acala’ a’ capa”

Nel leggere la trilogia della psicoterapeuta e teologa Hanna Wolff  «Gesù, la maschilità esemplare (garantisco che il contenuto è meglio del titolo); Gesù psicoterapeuta; Vino nuovo - Otri vecchi», continuo a ruminare una domanda che mi sorge spontanea: corretto e propizio analizzare il cristianesimo alla luce della psicologia del profondo - come fa la Wolff procedendo come uno schiacciasassi - o invece opportuno che psicologia del profondo e cristianesimo permangano regni separati con specifiche gnoseologie e propri statuti? Visto che la trilogia mi è proficua, a tratti illuminante, rispondo empiricamente che è meglio mischiare. Se così, vedo più motivi che obiezioni nell'universalizzare il metodo: psicologia del profondo che interagisce con la religione in senso lato, come anche con la sociologia, la filosofia, il diritto, la politica e l'arte, anche se per quest’ultima sarebbe opportuno un qualche distinguo, beninteso non primato di una disciplina sulle altre, ma alleanza reciproca.

Nel considerare la filosofia osservo che Freud, pur presente nei manuali dossografici, è purtroppo in realtà ibernato, non vedo ragione di lasciarlo lì sotto teca, in quanto se, quantomeno in parte, “il mondo è una mia rappresentazione” (Schopenhauer) e una qualche perversione inconsapevole mi rode dentro condizionerà il mio vedere e filosofare - pensiero e prassi. Un “acala’ a’ capa” [proverbio partenopeo: sottomettersi a altrui decisione -nel caso di specie a entità nascosta nel proprio intimo-, genuflessione]. Così per il narcisismo, l’edonismo, le inconsce perversioni, le mancanze, che pertanto non solo influenzeranno ma distorceranno il filosofare stesso al fine di soddisfare insane recondite dinamiche, magari attraverso un certo sofismo, oppure brandendo l’erudizione come arma edonistica, come anche l'esaltarsi in estremismi ideologici o l'incappare in nichilismi e teismi sotto e sopra le righe, come anche esaltandosi in velleitarismi giovanilistici in tarda età, oppure nel ripetersi concettualmente incapaci di fluttuare, di ascoltare, di dialogare, o manifestando netto scostamento tra ciò che si enuncia e la personale biografia.

Mica sono indenne da questo insano ragionacchiare immaginativo-narrativo scritto da autore acquattato in me medesimo che, da qualche fogna, verga il copione. Autore occulto che, perlomeno, cerco di individuare e talvolta scorgo in altri.
Dimenticavo: da là sotto di solito, il mio, scrive di paradisi.

Mercoledì, 04 Maggio 2016 18:05

Ontologia di strada

Della trita e ritrita questione: «Un albero cade, ma nessuno lo sente. Fa rumore?» risposta decente potrebbe essere: «Si ma non lo sa». Estremizziamo: «Un albero che nessuno vede esiste?» - mica è bislacca la faccenda e non pochi hanno risposto con un perentorio "no", oppure con un motivato “non esattamente”, contestando l'evidenza della cosa in sé, dall’Advaita Vedanta fino a non pochi filosofi dell’idealismo.

Esiste l'Oggetto senza Soggetto oppure non esite? Tutto sommato risultano effettive entrambe le concezioni in quanto il Soggetto (Io) appartiene, sì, alla realtà incontrando evidentemente oggetti posti dalla natura - o forse da un qualche ente, regista occulto - eppure, nel contempo interagendo con l’ambiente in qualche modo lo “fa”, beninteso non in senso ontologico ex nihilo, piuttosto lo ricrea, come anche annichilisce, attraverso il personale interagire relazionale, interpretativo e di prassi.

Mercoledì, 04 Maggio 2016 13:05

Non è che…

Se ti vedi addosso una qualche postura o pensiero di tuo nonno non è detto che sia faccenda di geni e cromosomi, forse è proprio lui che di corpo in corpo e tutto intero permane immortale.

Lunedì, 02 Maggio 2016 16:50

Miserie

Come l'indigente di periferia passa sgommando, così illudendosi di dire al mondo il suo valore, è l'intellettuale che ostenta erudizione.

Sabato, 30 Aprile 2016 22:16

Io Iddio

“Una filosofia in pratica d’a-Mare”: terza edizione del festival della filosofia a Castellammare del Golfo. “Che significa, oggi, essere ‘a sinistra’ ?” Dibattito fra Diego Fusaro e Orlando Franceschelli ha introdotto e moderato Augusto Cavadi.

Delle numerose tematiche poste, nelle oltre due ore di dialogo Franceschelli - Fusaro di questo pomeriggio, mi sembra che una sia stata cruciale:

quando Franceschelli con taglio autobiografico ha illustrato il suo distanziarsi dalle posizioni antropocentriche di Marx, senza per questo rinnegarlo in toto, per giungere al disincanto e alla saggezza del naturalismo (antropologia cosmocentrica, ecoappartenenza), Fusaro non interagisce filosoficamente e risponde indenne enunciando, ma non dimostrando, l'Oggetto come mai posto dalla natura, o da chicchessia, ma esistente - nel solco dell'idealismo tedesco - grazie, sempre e solo, alla mediazione dell'umano (Io).

Non posso escludere che tra le numerose sollecitazioni l'articolato passaggio di Franceschelli sia, seppur portante, semplicemente sfuggito a Fusaro, comunque sia peccato non sia stato dialogicamente sul pezzo.

 

 

Sabato, 30 Aprile 2016 13:38

L'inorganico

Ci avevo provato a raggiungere il silenzio perfetto, niente da fare il ciottolo ha fatto di meglio.

Sabato, 30 Aprile 2016 13:16

Dolorismo

Per qualcuno potrebbe risultare più tollerabile, addirittura proficua, un'autoflagellazione dentro una qualche narrazione escatologica consolatoria, che un accidente da ignoto autore che lo colga a capocchia tra capo e collo.

Mercoledì, 27 Aprile 2016 11:39

Colpo di rimbalzo

In Puglia si conversa assai così nell’ascoltare i miei clienti in erboristeria constato che più uno è malriuscito (categoria umana classificata da Nietzsche) più vede malriuscito il mondo, più ha spirito creativo più lo vede dinamico, e così via. Dimostrazione empirica che “il mondo è una mia rappresentazione” (Schopenhauer), sia perché vediamo la realtà da un punto di vista soggettivo - mica l’occhio è onnipervadente, ma senza potersi vedere osserva ciò che lo circonda partendo da un punto univoco guardando, dunque, le cose da una precisa angolazione -, ma ancor di più perché consapevolmente  o inconsapevolmente - la psicoanalisi sentenzia inconsapevolmente - proiettiamo parti di noi sulla realtà; se davvero così per ben interpretarla sarebbe necessario individuare gli occulti personali fattori che le spariamo addosso distorcendola.

Tutti in analisi? Non so ma da quelle parti un qualche modo bisognerà pur inventarlo.

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