BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo
Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

contatti@brunovergani.it

URL del sito web: http://www.brunovergani.it
Giovedì, 05 Marzo 2015 12:33

L’impiegata

Osservava l’impiegata che gli compilava l’ISEE, un pezzo di carta dove misurando proprietà e redditi sentenziano per iscritto se sei ricco o povero. Siccome era uno strano la immaginava, nel contempo, mandare il primo vagito e cadavere nella bara mentre, fra i due accadimenti, riportava gli estratti catastali e le giacenze medie di conti correnti altrui. Neonata grassottella, impiegata di mezz’età grassottella, vecchia cadavere grassottella. Nei tre momenti, oltre allo stazionario soprappeso, ravvisava il lei costante serenità. Da dove perveniva? D’improvviso una possibile spiegazione:

«C’è solo un errore innato, ed è quello di credere che noi esistiamo per essere felici.» [1]

Forse la serenità dell’impiegata derivava da emancipazione dall’innato errore di credere d'esistere per essere felici, una sorta di rassegnazione, di distacco, di pacata accettazione della misera condizione umana, ma più la osservava e meno la vedeva rassegnata, distaccata e pacata: nel suo lavorare esprimeva piacere, coinvolgimento, precisione e azione in faccende in apparenza contingenti e strette, eppure segmenti di laboriosa attività che sommati elargivano soddisfazione a tutta la sua esistenza.

Probabilmente non esistiamo per essere costantemente felici ma, di azione in azione, di volta in volta, soddisfatti. Esistiamo, dunque, per lavorare.

1 A. Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, Supplementi al quarto libro, Bur, Milano, 2002, p. 890.

Martedì, 03 Marzo 2015 10:25

Ammirazione

Guardo il telegiornale della sera con vicino la vecchia gatta, da due giorni rifiuta di mangiare ed è fredda, scende dal divano ma le zampe anteriori non reggono e va giù di testa. La raddrizzo, lenta ma determinata va verso la porta, apro e la osservo allontanarsi verso la macchia di terebinti dove senza frignare vuole andare a morire.

Avverto in me dispiacere mischiato a un’altra sensazione che fatico a precisare, d’un botto la riconosco: è stima.

Sabato, 28 Febbraio 2015 10:42

Smisuranze

Anni fa dopo sei ore d’intervento chirurgico al risveglio avevo più anestesia in corpo che sangue e la coscienza andava e veniva in un istante, come quando si accende e spegne la lampadina del soggiorno. Quando si spegneva, nello sparire vedevo che con me si dissolveva l’intero universo, quando si accendeva, prima tornavo io e immediatamente dopo di me tutto quanto. Avevo, così, dedotto che l’universo esisteva grazie a me e non il contrario.
In quella psicotropa alterazione probabilmente1 esageravo in personale smisuranza al rialzo eppure, siccome di norma il soggetto vale più di un granello di polvere, neppure mi convince l’imperversante smisuranza al ribasso del valutarmi un puntino nell’universo; artificioso rimpicciolimento prodotto e sostenuto da una vaga emozione invece che da precisa, completa, osservazione e ordinato criterio di misura. Peraltro, a ben vedere, tale estrema piccolezza risulta più vicina alla dismisura che al sano senso del limite: soggetto che si dice piccolo mentre, in sottotesto, si vorrebbe immenso. Con tutte le possibili inutili comparazioni (a che pro chi ce l’ha più grande?) perchè la necessità di raffrontarsi e competere con l’universo? Meglio, indifferenti e alle personali e alle cosmiche dimensioni, eco-coalizzarsi rapidi.

1 Ho scritto probabilmente invece che evidentemente perché più di qualcuno, e non solo brocchi New Age, visitano precisi quei territori, Hegel in testa:
«In questo semplice intuire se stesso entro l'Altro, l'esser-altro non è dunque posto come tale; è la differenza a quel modo che nel puro pensare essa immediatamente non è differenza alcuna; è il riconoscere dell'amore in cui i due non si opponevano secondo la loro essenza.» (Fenomenologia dello spirito, La religione disvelata, 'Lo spirito nella sua alienazione; il regno del Figlio')

Venerdì, 27 Febbraio 2015 09:55

SOS

Sulla fontana in piazza è comparsa una scritta:

«IO ODIO TUTTI»

Invocazione di aiuto, segnale di urgente richiesta di soccorso lanciata nottetempo con la bomboletta spray perchè sia raccolta da qualcuno di passaggio, uno qualsiasi, dunque da tutti.

Domenica, 22 Febbraio 2015 17:35

Pensiero debole

Più cresceva la sua diffidenza riguardo la possibilità di una verità unica e assoluta e più apprezzava il pensiero di molti, uno scetticismo che invece di renderlo isolato e imperturbabile lo portava a coinvolgersi, così al risveglio era un po’ freudiano, dopo colazione naturalista e nel leggere dell’approvazione del Jobs act reagiva trasformandosi per dieci minuti in marxista per poi diventare esistenzialista e un po’ idealista. L’importante era che riuscisse a mettere qualcosa di buono e nutriente sotto i denti da ruminare, elaborare.

Giunta sera aveva trascorso la giornata abbracciando - più o meno consapevolmente - due o tre religioni oltre a numerose e differenti filosofie, anche agli antipodi. Una sorta di ecumenismo filosofico; un universalismo pluralistico che scorgeva nel pensiero di chi l’aveva preceduto verità costantemente parziali eppure sempre effettive.

Sabato, 21 Febbraio 2015 16:03

Metodiche di rilevamento

C’è approssimazione e un po’ di prepotenza nel collocare le persone all’interno di gruppi sociali codificati. Tra i gruppi più strambi la fantasiosa fascia del cosiddetto “profilo socio-economico-culturale” categoria evidentemente astratta inabile nel cogliere reali valorose espressioni culturali in contesti socio-economici svantaggiati e tangibili miserie culturali in contesti opulenti. Eppure, così, misurano.

Singolare che tale bislacco profilo sociale sia presente nel gergo scolastico - non tanto negli studenti e docenti, ma nel Ministero dell’istruzione e connessa burocrazia - e in quello dei pubblicitari indaffarati con l’Auditel.

Chissà come avrebbero "misurato" il signor Spinoza tornitore di lenti, l’ispettore doganale Melville, l’assicuratore contro gli infortuni Kafka, il corrispondente commerciale Pessoa?
Profilo socio-economico-culturale basso? Medio? Alto?

Mercoledì, 18 Febbraio 2015 11:35

Teorie d’immortalità. Top ten.

1 Individuale anima immortale che continua nell’aldilà;

2 Perdurare nella stirpe travalicando il punto morte nella consegna di cromosomi alla progenie;

3 Essere agilmente rimpiazzato dagli altri nel trionfo della specie sull’individuo;

4 Individuale fama che persiste nel tempo;

5 Personale pensiero, o atto artistico, imperituro;

6 Eterno al di qua mediante sostituzione di corpo (metempsicosi);

7 Perenne al di qua nel fondersi con la natura;

8 ‘O scarafone: emulazione dello scarafaggio che simula d’esser già morto per non essere ucciso;

9 ‘O scarafone mistico: diluizione in vita dell’io mortale che si scioglie in un gruppo di appartenenza e/o in un imperituro ideale, e in versione religiosa mistico-quietistica e in versione ideologico marxista;

10 (New entry!) Interpretarsi, nella fisica dei quanti, a molti mondi.

Lunedì, 16 Febbraio 2015 16:54

Deontologie

Artigiani, commercianti e titolari d’impresa piccola o grande che sia, normalmente schivano di sparlare in piazza, specialmente coi clienti, di colleghi e concorrenti, scorgendo in tali maldicenze preciso indizio di miseria professionale in chi le proferisce. Così, anche se presenti rancori ricorrenti e tenaci, evitano perlopiù la pubblica denigrazione dei compagni di mestiere per lasciarla a qualche bottegaio di paese che tenta di accaparrarsi clienti sminuendo la concorrenza invece di incrementare personali competenze.

Ieri sera ho sfogliato una storia della filosofia letta l’anno scorso. Il lemma più copioso? Ontologia? Verità? Metafisica? Storia? Natura? No. Il termine più ripetuto nell’intero libro risulta -a occhio- “pittoresco”, utilizzato dal filosofo autore a commento della maggior parte di tutti gli altri filosofi. L’Autore lenisce sospetti di soggettiva megalomania onorando la grecità nel suo insieme oltre a palesare stima per qualche filosofo posteriore e collocando, in alcuni passaggi, lui stesso nella cerchia dei pittoreschi.

Il volume nel dipanare 2.500 anni di storia filosofica rendiconta di proficue alleanze e sinergie tra qualche filosofo, alternate da pubbliche, copiose, sistematiche e reciproche contumelie fra tutti gli altri. Cose alte da quelle parti. Chissà? Probabilmente lassù vige, per tanti, altra deontologia.

Domenica, 15 Febbraio 2015 18:14

Il trafiletto

Testimonianze di sopravissuti ai lager nazisti riferiscono di kapos che li colpivano a vanvera: uno si quattro no, poi due si in rapida successione e sei no. Succede ancora nei reparti di oncologia pediatrica e quando il salto di corsia di un autoarticolato sfracella chi passa in quel preciso istante proprio lì invece che un altro. Se quella mattina prima di partire gli fosse caduto il tappo del dentifricio nel lavabo avrebbe perso quei trenta secondi per recuperarlo e partito dopo sarebbe rimasto vivo ancora un po’.

La Polstrada con ordine razionale aveva indagato sull’incidente diagnosticando precise causalità lineari: eccesso di velocità del Tir e colpo di sonno dell’autista così, dal barbiere, i compaesani informati delle cause dell’accidente da un trafiletto di cronaca locale con a lato l’oscena foto del cadavere col lenzuolo sopra, avevano l’impressione di tenere la situazione sotto controllo: quella perfetta integrazione di ogni parte nel tutto anestetizzava la casualità elargendo sensazione di immortalità e poi, di fatto, la storia andava avanti anche senza quello lì: mica era invalidato il suo progresso, il suo costante sviluppo.

Lui era rimasto perplesso, lui era schiattato a capocchia e quella interpretazione mica lo convinceva. Non se l’è presa più del necessario, aveva il senso della misura e aveva appreso da tempo a non controllare: nato senza averlo chiesto, da genitori non scelti, in un paese inaspettato, con una sorella maggiore non richiesta e un nome che non avrebbe voluto anche se poi si è abituato.
Trasformato in un trafiletto non è entrato nella Storia e numerosi filosofi, al pari di giornalisti di provincia, permangono indifferenti alla sua vicenda universale. Giacché a me l'esposizione all'imponderabile interessa forse meglio che non perda più tempo con loro.

Giovedì, 12 Febbraio 2015 12:03

L'Incipit

Forse la filosofia ha avuto due inizi:

quella del primo uomo con davanti l’amato amico morto che ha cercato soluzione al proprio dolore creando cosmogonie, oppure quella del primo uomo che sfruttato da un altro ha reagito analizzando le cause della sua condizione escogitando soluzioni.

Però non possiamo escludere che nella prima ipotesi l’amico sia stato ammazzato da un rivale e i due inizi si siano unificati.

Copyright ©2012 brunovergani.it • Tutti i diritti riservati