Bluff
Quando, di prima intenzione, un leader di un qualche gruppo si getta ideologicamente a testa bassa per difendere i diritti di tutti gli uomini, combattere l’ingiustizia e il sopruso dei forti sui deboli, non di rado va a finire che per realizzare il suo programma universale eserciterà, senza intenzione, ingiustizie e soprusi iniziando dai suoi compagni di percorso più prossimi.
Che la simulazione alberghi nascosta nella cosciente “prima intenzione” e la sincerità nell’inconsapevole “senza intenzione” è caratteristica squisitamente umana, se così è necessario annoverare la sincerità tra i compiti più complessi da realizzare, forse tra quelli impossibili.
Breve invito all’umiltà
Un tempo aspettavo che si relazionasse con me invece di fissare il telefonino, visto che gli stavo innanzi; ma adesso mi allontano rispettoso della sua urgente e sacra pulsione d’interconnessione col mondo intero e tutto il suo scibile.
Chi mai sono io per dargli di più? Faccenda statistica, scienza affidabile.
Il Principio
Agevole spiegare con precisione cosa sia una pietra, un albero, una bilancia e suppergiù anche un ghepardo ma “cos’è” una persona?
Vediamo e sentiamo umani apparati psicosomatici percependo la loro attività in presa diretta ma se vogliamo enuclearne il principio attivo arranchiamo. Siamo assolutamente prossimi a noi stessi quanto inspiegabili. Il punto è che a differenza dei determinati e uniformi funzionamenti della natura operiamo imprevedibili volendo e scegliendo. Enigmatico punto della realtà dove un ente «si determina secondo la propria legge: espressione della ‘libertà’ positiva dell'uomo, e quindi della responsabilità e imputabilità di ogni suo volere e azione» scrive la Treccani. Potenza autocausale, dunque, libera - «padre dei sui atti» (Aristotele).
Qual è, cos’è, dov’è e come si è costituito siffatto nucleo autodeterminante, causa di se stesso, che pur operando in condizioni e limiti nella totalità esercita senza causa estranea, non determinato dal tempo e dal luogo, quel peculiare spontaneo e continuo potere di iniziativa e scelta (nel bene e nel male), se non assoluto perlomeno in grado notevolissimo? Kant, al riguardo, osserva: «la causa libera non può essere nei suoi stati sottomessa a determinazioni di tempo, non dev’essere un fenomeno, dev’essere una cosa in sé e soltanto i suoi effetti sono da ritenersi fenomeni».
Se tale auto-sussistente movimento di pensiero che autocrea l’Io non è un fenomeno sarà necessariamente un principio cosmico, principio indefinibile con origine inspiegabile. Non so se Dio esiste, ma se c’è è quasi tutto a nostra immagine, solo un po' più prevedibile.
Impulso cleptomane
Avvenire ha pubblicato una lettera inedita di Emil Cioran (1911-1995) filosofo dell'assurdo, estremo nichilista e pessimista, astioso verso un ipotizzabile Padreterno eppure forse non del tutto miscredente; l’avversione è sì antitesi, ma proprio per questo puntuale relazione simmetrica polarmente speculare all'oggetto contrario. Non casuale la simpatia di alcuni intellettuali cattolici nei suoi confronti.
Nella lettera Cioran, recensendosi, così fotografava il suo velenoso scrivere di Dio: «Il sarcasmo con cui l’ho glorificato». Frase troppo bella. Da rubare. In fin dei conti è inattendibile un'amicizia indifferente al pensiero dell’amico, davvero meglio un avversario che lo contesti con cura.
Storie e realtà
Lo storico Yuval Noah Harari interpreta cruciale la remota rivoluzione agricola, dove i sapiens da raccoglitori e cacciatori nomadi avevano iniziato a coltivare e allevare formando comunità stanziali con un numero sempre più alto e coeso d’individui, non solo a seguito di maggiori disponibilità di cibo ma grazie all’immaginare astrazioni condivise. Ogni evento ne è impregnato:
«I fatti non ci sono, bensì solo interpretazioni» (Nietzsche); «I fatti sono carichi di teoria» (Popper); «Così come un popolo sceglie i propri governanti, la teoria conferisce autorità all’osservazione, affinché governi la giustificazione delle teorie» (P. Kosso).
La consapevolezza che stiamo insieme e vediamo il mondo poggiati su siffatti costrutti ci consente di emanciparci da narrazioni fantastiche così da non equivocarle per verità assolute (confessioni religiose, ideologie e dintorni), nondimeno implica problematicità per nulla secondarie: se tutto è narrazione allora non è vero niente. Un’accoppiata di nichilismo e relativismo spinti che annullerebbe qualsiasi estetica ed etica: cose e uomini sì differenti all’interno di peculiari costrutti narrativi estetici ed etici condivisi, ma in sé enti né belli né brutti, né giusti né sbagliati, né buoni né cattivi.
Ammesso e pure concesso che ci muoviamo poggiando su strutture immaginarie acquisite che, via, via, implementiamo, rimane da indagare se
un’estetica così:
per mera convezione è più brutta di una cosà:
e se una situazione così:
sia eticamente raccapricciante non in sé, ma perché ci siamo raccontati che lo sia. Oppure ci sia una sorta di substrato oggettivo e di logos normativo che ci precede. Sconveniente esaltarlo, ma anche rimuoverlo.
Misterioso auto surclasso
Questa mattina nel dormiveglia mentre il gatto miagolava e mia moglie parlava ho confrontato i due dire. Roba da matto coglierne l’abissale differenza per tutti i sani ovvia, però nel dormiveglia è anche concessa una qualche stranezza se si cerca una sintesi tra un’ipotetica volontà creatrice e la necessità naturale.
Non pretendo che gli esponenti del neopositivismo diano risposte risolutive ai problemi sull’origine della vita, del male, del dolore e della morte, però che in modo preciso e convincente illustrino, in dettaglio senza salti e pezzi mancanti, perché e come è accaduto che un ente prima così (scimmia) sia diventato cosà (persona) auto surclassandosi oltre ogni ragionevole previsione, questo lo devono.
Fintantoché arrancano è opportuno che non giudichino del tutto ingiustificate eventuali pretese antropocentriche e la nostalgia di un qualche creatore.
Bisogna avere orecchio
Per vedere ci vuole l’occhio[1], ma per avere occhio non basta vedere. Per poter scrutare e ammirare controproducente fissare l'oggetto sgranando le pupille per aguzzare la vista, gli vanno invece tolti gli occhi di dosso per pensare ciò che ci fanno vedere.
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1 Organo sorprendente quanto, di per sé, demente.
Donna sapiens
«Vivo sin vivir in mi,
y tan alta vida espero
que muero porque non muero.»
Teresa d'Ávila
(Vivo ma non vivo in me,
e attendo una tal alta vita,
che muoio perché non muoio.)
Non so se Teresa d'Ávila discenda da un qualche scimmione o da tutt’altro, comunque sia imbattersi in un punto della natura abile nell’implementare una entità che lo sovrasta per crogiolarsi nell'attesa inebriante di farsi da questa divorare è fenomeno singolare.
Vecchio bacucco
Ma com’è che la musica contemporanea dice poco ai sessantenni invece numerosi pezzi degli anni ’60 del Novecento gli fanno venire la pelle d’oca?
Due le ipotesi, nel ’60 essendo adolescenti erano emotivamente più sensibili di oggi, ne consegue la notoria dinamica generazionale che giudica migliore il passato rispetto al presente. Oppure la musica di quegli anni era realmente più valorosa dell’attuale. Ho chiesto a un musicista e musicologo ed ha visto corrette e sinergiche entrambe le ipotesi.
Siccome tale modello di giudizio di valore non comprende solo la musica leggera e i periodi suesposti ho indagato meglio per concludere che in tempi particolari possono anche accadere fattispecie più valorose nel pensiero e nell'arte dovute a peculiari contingenze, ma storcere il naso e tenere sistematicamente il broncio al presente è sintomo inequivocabile di senilità mentale.
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LOCANDINA DEL 1976:
Gerarchie celesti
Talora alienante la condizione del subalterno salariato, ma davvero più triste è quella degli angeli inseriti d’ufficio in un perpetuo livello d’inquadramento senza possibilità di carriera, funzionari che svolgono all’istante e in eterno le mansioni ordinate dal capo.