BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo
Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

contatti@brunovergani.it

URL del sito web: http://www.brunovergani.it
Domenica, 23 Agosto 2015 12:41

Meeting 2015

“Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?”
E’ un verso poetico di Mario Luzi preso in prestito per titolare il Meeting di CL 2015.

In tale contesto interpreto il verso contiguo alla notoria "Teoria della mancanza", quella che esautora l'esistente implementando un Dio che risponde colmando e nel contempo poggiando su un presupposto “Ente Nulla” di fatto inesistente e per nulla vuoto in quanto, a dir poco, ricolmo di Io, Altro e Natura.

Ente fantasioso che per essere costruito necessita di sistematica aspirazione a oltranza dell'esistente per realizzare un indiscriminato artificiale annichilimento: sottovuoto spinto poi imbottito da un onnipervadente dio, nella fattispecie espresso dal pezzo di Chiesa denominato Comunione e Liberazione.

Venerdì, 21 Agosto 2015 12:01

Terapia emetica

Finalmente roba da museo. E’ passato il tempo dell’innamoramento per persone e ideali che non mi ha mai portato nulla di buono.

Tossiche le infatuazioni e velenose le idealizzazioni, condizione che necessita di terapia emetica e anche lassativa drastica: vomito indotto e purghe e clisteri così da espellere rapido tutte le adoranti secrezioni da ogni orifizio.  

Lunedì, 17 Agosto 2015 09:37

Vangelo secondo Matteo

Ho riletto d’un fiato il Vangelo secondo Matteo e non mi è piaciuto. Sono rimasto perplesso in quanto da anni rumino alcuni passaggi che mi fanno vivere meglio. Questa volta invece di sceglierli, secondo il mio arbitrio, ho riletto tutto il testo come se fosse la prima volta, evitando - nel limite del possibile - pregiudizi positivi e negativi. L’ho letto a Ferragosto in presa diretta come si fa coi libri normali.
E’ così apparsa la biografia di un personaggio strano. Il racconto inizia con una forzata genealogia del protagonista «figlio di Davide, figlio di Abramo», ma sua madre esce d’improvviso dalla genealogia e lo concepisce per opera di un sommo Spirito. Il padre del protagonista è celeste. La biografia a tratti invita alla responsabilità personale: «A chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha» e le numerosissime guarigioni che Gesù Cristo elargisce non avvengono per magia, ma in misura della fede che il malato ripone in Lui. Talvolta lo scritto è rassicurante: «Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso»; a tratti repellente quando invita il lettore a cavarsi un occhio e magari una mano per evitare l’inferno. Il Padre celeste del protagonista Gesù è il sommo regista, quando la storia si mette storta manda degli angeli che appaiono agli uomini in sogno così da raddrizzarne il corso.
Gesù è interessante anche se un bel po’ dissociato: invita alla ricchezza ma punisce i ricchi, condanna la legge ma è precettistico, perdona magnanimo ma condanna di brutto, invita alla personale iniziativa e insieme al quietismo. Gli piace essere uomo ma il suo regno è celeste, rispetta la Natura ma la strapazza. A tratti assomiglia a Dio, quasi sempre è uomo, talvolta un confuso mix dei due. Muore ammazzato e risorge.

Anche se nel Vangelo secondo Matteo, Gesù invita a parlare con chiarezza, precisione e semplicità: «“Sì, sì”, “No, no” il di più viene dal Maligno», il testo stesso tradisce l’indicazione, esprimendo nell’insieme un ambiguo paciugo.
Il problema è che il Vangelo mica si può leggere a Ferragosto in presa diretta come si fa coi libri normali che, belli o brutti, stanno comunque in piedi da soli poggiando su ciò che c’è scritto, come sto facendo in questo post. Mica si può leggere come i Testimoni di Geova e qualche setta Pentecostale che lo prendono alla lettera noncuranti di allegorie e metafore, simboli e segni. Per apprezzare il testo sembra sia innanzitutto necessario viverlo in un contesto di Chiesa cristiana viva invece che leggerlo da soli a Ferragosto. Occorre anche, al posto della lettura in diretta, un approfondito studio propedeutico: analisi esegetica ed ermeneutica atte a differenziare l'interpretazione divina da quella puramente verbale del testo. Utile anche un superamento delle contraddizioni testuali in quanto evidenti espressioni e dimostrazioni della trascendenza di Dio, tenendo nel contempo presente la costante sinergia, senza alcuna antinomia, tra la Parola di Dio e la parola degli umani autori. Il tutto accompagnato da una approfondita analisi storica e filologica con accurata differenziazione e interpretazione dei generi letterari, oltre ad analisi linguistica del testo (aramaico, greco, latino, italiano).

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli». Viste tutte le suesposte complicazioni necessarie per comprendere la Sua parola forse merita un appena sufficiente invece delle lodi, in quanto non è riuscito ad onorare le sue intenzioni. Tutto sommato ci riescono, insieme a qualche studioso, la maggioranza degli uomini che del Vangelo trattengono quello che gli piace e serve per davvero, glissando disinvolti su tutto il resto. In questo loro inconsapevole accorrere in soccorso a Dio, estrapolando stralci di testo proficui, probabilmente diagnosticano lo scostamento tra quanto storicamente accaduto al protagonista Gesù di Nazareth e la narrazione, successiva ai fatti, del Cristo costruita e redatta dall’Evangelista all’interno e in favore della istituzionale Chiesa nascente, opera fantasy universalmente nota.

Giovedì, 13 Agosto 2015 11:00

Limbo

Il pediatra m’informa che ha poco lavoro perché in paese ci sono due pediatri ma nascono solo cinque bambini al mese.

Ma tutti questi non nati dove vanno? Dove sono? Non è che soggiornano da una qualche parte, magari nello stesso posto dove vanno i compaesani morti?

Probabilmente, meno presuntuosi, si limitano ad albergare nell’essenza dei loro potenziali genitori.

Mercoledì, 12 Agosto 2015 10:53

Carburanti

Alterno la scassata Peugeot a benzina con la vecchia Golf diesel e distratto stavo per mettere benzina nel diesel. Nei sacrificali rifornimenti ancestrali mica potevano sbagliare nell’alimentare divinità che funzionavano sempre e soltanto a sangue.

Sabato, 08 Agosto 2015 16:02

Mo basta pecché si' troppo strunzo

La faccenda va avanti almeno da un paio di decenni, ma spinti da una forza oscura non mollano: ogni volta che l’incontro mi vomitano addosso il resoconto degli enormi successi scolastici del figlio. Nonostante l’indifferenza universale li dettagliano ossessivamente al panettiere, li ostentano al meccanico quello che ha l’officina in piazzetta e il figlio disabile. Come i cani che pisciano per strada lo fanno dove si trovano, lo fanno con chicchessia come gli operatori della Fastweb che ognora ti scassano la minchia con telefonate pubblicitarie.

Disgraziato figlio che mai saprà se apprezzato, dall’associazione a delinquere che lo ha generato, per quello che è o per i voti che prende. A mia e sua legittima difesa potrei ricordare ai genitori che Edward Gibbon sentenziava che l’educazione è sempre inutile, eccetto nei casi in cui è superflua. Non esageriamo la scuola è necessaria anche se Darwin, Einstein, Edison, Evariste Galois inventore dell’algebra moderna e Peter Higgs quello del bosone, a scuola andavano male. Però ci sono stati geni che andavano bene, qui il problema non è la scuola e manco i figli, sono loro gli osceni: mica è sano ostentare il figlio a intellettuale status symbol come fanno i provinciali coi loro SUV, veicoli teoricamente capaci di attraversare agilmente la Mauritania che vengono invece utilizzati dalle mamme per accompagnare i bambini a scuola per poi recarsi dalla parrucchiera. Talvolta però, nel fine settimana, riescono ad utilizzare quasi un quindici per cento della loro cilindrata e potenza complessiva, quando il papà porta la famigliola sulle prealpi bergamasche; l’ottantacinque per cento mai utilizzato non "serve" a nulla, se non ad esprimere significati.

Messaggi notori - tipici dei miserabili - quelli dei SUV, espressi attraverso tre funzioni simboliche: sintattiche, pragmatiche e semantiche:

Funzione sintattica, ovvero la relazione ad altri simboli - altre autovetture e guidatori -, nella fattispecie altri genitori e figli: “Io sono più grande, più importante di te”.

Funzione pragmatica, “spostati rapido sennò io ti schiaccio.”

Funzione semantica: ovvero la relazione simbolica diretta al significato che esprime l’oggetto SUV, che grida al mondo per il suo possessore: “Io non sono più povero, ma ricco”, nella fattispecie "Io non sono deficiente ma intelligente", funzione simbolica comprensibile, visto che è maleducato e umiliante andare in giro col portafoglio aperto, nel caso di specie col cervello scoperto e tutti i neuroni in bella vista pornografica, per far vedere quante banconote ci sono dentro che il SUV, o il figlio, si prestino a surrogare il gesto.

Sabato, 08 Agosto 2015 10:32

La collottola

Dici “gatto” ma in quel suono il gatto non c’è, dici “cat” e l’assenza permane, gridi “chat”, niente. Scrivi “gatto” ma da quei segni il gatto scappa. Allora lo immagini, lo fissi in un disegno, ma il gatto lì non c’è.

Forse è vero: tutti i dualismi implementati dall’uomo: soggetto/oggetto, finito/infinito, fenomeno/noumeno… Provengono da questo peccato originale implicito nel linguaggio; dalla primaria, insolubile, divisione tra significante e significato.

Il gatto? Forse meglio afferrarlo in silenzio dalla collottola.

Giovedì, 06 Agosto 2015 10:36

Autorità

Tra le tipologie di autorità  c’è chi è autorevole per ciò che è e chi, scollegato da ciò che è, svolge il ruolo di rappresentare e veicolare un istituito pre-potere.

Martedì, 04 Agosto 2015 11:08

Versatilità

Più versatile di un coltellino svizzero include dittature e le combatte, ingloba ebraismo e paganesimo, unisce filosofia greca e diritto romano, sta con potenti e poveracci. Per apprezzare l’elasticità onnipervadente della Chiesa cattolica, oltre a studiarne la storia, potrebbe aiutare un giro nei continenti per constatarne le variegate acclimatazioni.

Per chi di fretta bastano e avanzano due giorni come ho fatto io:
il primo partecipando a una conferenza teologica organizzata dalla diocesi di Milano su “fede e ragione", il secondo per salire sul pullman che va in pellegrinaggio al santuario di san Gerardo dalle parti di Avellino, rara esperienza di vivo e partecipato paganesimo contemporaneo.

E’ vero. l’Europa poggia su ‘sta cosa antica, vasta e gommosa. Illuminismo mero rumore metallico di sottofondo.

Domenica, 02 Agosto 2015 09:09

Gli stivali

Il ragazzo ebreo detenuto nel campo nazista era il servo del capo. La sera quando lo svestiva degli stivali lucidi e della divisa di SS il comandante si dissolveva. Là in canottiera e mutande diventava un poveretto. Un nulla.

Gli toglieva la teoria, la formulazione sistematica di principi presupposti e correlati ruoli. Rimossi rimaneva la realtà, ma durava poco: si sa, società e storia sono perlopiù scritte e determinate dagli stivali.

Copyright ©2012 brunovergani.it • Tutti i diritti riservati