BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Giovedì, 31 Ottobre 2019 11:28

Assegnamento fiduciario

Diffidava dei monoteismi ma percepiva inutilmente faticosa e annoiante la credenza che tutto dipendesse da lui, nello spazio concessogli dall’insensato accadere delle condizioni.

Preferiva scorgere nell’accadere delle circostanze quote di un ordine benevolo con le quali allearsi.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Lunedì, 28 Ottobre 2019 20:51

Copia originale

Di fronte ad un'opera del naturalismo pittorico che impeccabile riproduce uno scorcio di natura, considerando l’immagine reale da dove è stato attinto si potrebbe cinicamente considerare: «Era meglio l’originale».

Un platonico bello spinto, considerando il mondo perfetto delle idee da dove quello scorcio reale di natura deriva, potrebbe ancora affermare: «Però sarebbe meglio l’originale», giudicando quello scorcio di realtà del nostro mondo un immanente imperfetto albergante nella sua perfezione in un trascendente iperuranio. Stando così le cose giudicherebbe il dipinto espressione ancora più misera, perché copia della copia.

Non possiamo escludere che incaponendoci nel cercare il regno della realtà pura e assoluta indicando un più in là ad oltranza diventiamo, nostro malgrado, un po’ nichilisti. Plausibile che l’iperuranio abiti semplicemente nella testa di Homo sapiens e da nessuna altra parte e che l’artista compia elaborazione lodevole connettendo il quaggiù che vede col lassù che ha in testa.

Pubblicato in Filosofia di strada
Domenica, 27 Ottobre 2019 14:07

Internet ha ucciso il rock

Una cosa è vedere altra è osservare, una è sentire tutt’altra ascoltare, vale per la parola e ancor di più per la musica. Un conto è la figura dell’utente tutt’altra quella dell’ascoltatore, perché ascoltare esige tempo, chiede silenzio interiore e focalizzazione, non consumo. Se la musica è degna nell’atto dell’ascolto possono svelarsi direzioni di corpo e pensiero verso ciò che davvero siamo e possiamo, con gli altri, in questo mondo. Tecnicamente “vocazione”, vocatio: chiamare, dunque stimolare.

L’attuale tecnologia che produce, veicola e diffonde musica, quanto favorisce e quanto preclude -sia per gli artisti che per gli ascoltatori- questo processo vocazionale? Il libro «Internet ha ucciso il rock» di Giancarlo Caracciolo, Les Flâneurs Edizioni, affronta la problematica attraverso dei condensati racconti che scandiscono temporalmente la storia della musica rock, intervallati da note divulgative e fotografie evocative. Storie di vite che si dipanano dagli anni ’50 dello scorso secolo -per essere precisi l’Autore ipotizza, argutamente, origini preistoriche del rock- al primo decennio del nostro.

Nel titolo del libro viene anticipata la sentenza: man mano che la tecnologia è avanzata si è via, via, implementato un connubio tra media e tecnica che ha favorito l’apparire rispetto all’essere, la velocità epidermica sul ponderato ascolto, la dozzinalità sulla qualità valoriale. Come profetizzato da Pasolini è lo strumento stesso, a quei tempi si parlava di TV, che inquina il messaggio indipendentemente dalle intenzioni di chi lo utilizza. Con Internet il colpo di grazia tecnocratico, che Caracciolo evitando manicheismi dettaglia. La musica, tutta e subito, che attraverso internet viene gratis a noi, senza che sia attivato un consapevole moto da parte nostra, senza che guardiamo in faccia l’artista in carne e ossa, senza che lo ripaghiamo riconoscendogli valore, orfani di ascoltatori a nostro fianco, è processo che anestetizza invece di rivoluzionare e se il rock anestetizza non è più rock.

Disimpegno che inevitabilmente condizionerà gli artisti. Per ricordarci l’arte come fuoco, invece che come apparire narcisistico sostenuto da follower, like, tweet e condivisioni, come non citare Rainer Maria Rilke nelle sue Lettere a un giovane poeta: «Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere; verifichi se esso protenda le radici nel punto più profondo del suo cuore; confessi a sé stesso: morirebbe, se le fosse negato di scrivere? Questo soprattutto: si domandi, nell’ora più quieta della sua notte: devo scrivere? Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice «io devo» questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità.»

Possiamo altresì osservare che avere a immediata disposizione tutto è avere niente, in "Homo Deus, breve storia del futuro" dello storico Yuval Noah Harari, viene offerta una preziosa indicazione per difenderci dal “datismo”, la nuova religione algoritmica dello scibile assoluto, incosciente e acentrica, che sta soppiantando ogni umanesimo: «Oggi avere potere significa sapere cosa ignorare».

Il libro di Caracciolo è ben riuscito perché ricco di stimoli per iniziare un percorso di legittima difesa e forte proposta, insomma è rock.

Internet ha ucciso il rock,
Giancarlo Caracciolo,
Les Flâneurs Edizioni


Pubblicato in Recensioni
Giovedì, 24 Ottobre 2019 16:49

Iperuranio

Se ci si trova in una stanza senza averlo chiesto, o dimentichi di averlo voluto, è ragionevole chiedersi dove si è e perché ci si trova lì, nascere in questo mondo un po’ assomiglia al trovarsi in quella stanza. I primi filosofi avevano individuato negli elementi naturali, dell’acqua, aria, fuoco…, le cause prime che generavano il mondo, elementi in seguito soppiantati da teoresi che individuano l’origine dell’esistente nei numeri e nell’essere.

Poi Platone e tutto cambiò: la causa del mondo non andava cercata nel mondo perché non era di questo mondo. Regnava indicibilmente oltre la materia e sopra il sensibile in un altro mondo costituito da idee eterne e perfette, che attraverso complicate dinamiche scaturite da un impersonale ingenerato sommo Uno, costituito da assoluto e perfetto Bene, attraverso dualità e ordinamenti attuati da un demiurgo faceva il nostro mondo.

Con Platone entra nella storia del pensiero umano il concetto di Aldilà, che pur intimamente connesso con l’al di qua, in quanto lo genera, è dimensione altra e oltre. Sono passati più di duemila anni ma su questo il pensiero e la vita degli uomini ancora ruota, probabilmente anche per l’effetto anabolizzante del cristianesimo istituzionale, che dalla metafisica platonica ha attinto a piene mani rinvigorendola. Si può contestarla, si può abbracciarla, oppure mantenere un flirt complicato come faccio io (né con te né senza di te), ma è indubbio che con l’irrompere di quella metafisica il mondo non è stato più quello di prima. Il mondo degli uomini, quello della natura della metafisica di Platone sembra se ne impipi.

Pubblicato in Filosofia di strada
Martedì, 22 Ottobre 2019 15:01

Filosofia della siepe

Per valorizzare il giardino dei semplici e il contiguo uliveto sto progettando una siepe che li separi. Può sembrare strano ma talora il delimitare è prerequisito necessario per dar forma a ordini concettuali ed estetici senza i quali non si capirebbe e apprezzerebbe più nulla. Più ponte che muro.

Pubblicato in Erbario
Venerdì, 18 Ottobre 2019 15:06

Assurdo & Ragionevole S.P.A.

Abitanti dell’antica Grecia per sviluppare i commerci e migliorare la propria condizione migrarono, avanti Cristo, nell’Italia meridionale. Prima di partire non chiedevano, come si usa oggi, dritte ai compari già insediatisi a Taranto, Metaponto o Siracusa, ma interpellavano l'Oracolo del Santuario di Apollo a Delfi. Se quello sentenziava Taranto per Taranto partivano, così, a scatola chiusa. Scelta bizzarra, davvero insensata se vista con occhio moderno, eppure quell’assurdità ha dato vita a colonie gloriose che hanno contribuito in modo determinante alla fondazione dell’Occidente.

Sempre in quel periodo e da quelle parti erano, in origine, i sacerdoti di Asclepio che curavano le malattie, ma con Ippocrate nacque la medicina scientifica e l’eziologia invalidò gli Dei. Gran bella cosa per tutti, a parte la tristezza degli attuali novantenni utenti di Villa Rosa o Bianca col colesterolo a posto e la glicemia perfetta grazie ai ventidue farmaci ingurgitati al giorno, ma soli perché sprovvisti di Dei da raccontare, e se provvisti sprovvisti di ascoltatori interessati.

Forse urge una qualche forma di alleanza tra scienza e narrazione. (Per certi versi dire narrazione è dire metafisica).

Pubblicato in Sacro&Profano
Mercoledì, 16 Ottobre 2019 09:58

Necessario irrazionalismo

Hegel: «Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale»; Giuseppe Rensi afferma l’opposto constatando l’«Irrazionalità del reale [e dunque] l’irrealtà del razionale». Probabile che abbiano ragione entrambi pur esagerando nell’assolutizzare e universalizzare le proprie concezioni.

Visto che nel mondo agiscono anche quote di irrazionalità, un approccio perfettamente razionale (peraltro è tutto da chiarire cosa precisamente significhi "razionale") funzionerà in ambiti e momenti circoscritti, per tutto il resto non ci resta che fluttuare a vista.

Pubblicato in Filosofia di strada
Martedì, 15 Ottobre 2019 09:45

Etica del contesto

Chi decide ciò che si deve o non si deve fare?

Sprovvisti di un ordine metafisico, di principi universali e leggi naturali, lo decide l’arbitraria ragione del più capace a persuadere gli altri.

Pubblicato in Filosofia di strada
Domenica, 13 Ottobre 2019 17:20

Brav’uomo

S’impegnava ad essere ragionevole nell’analizzare i fatti, le circostanze e le situazioni che incontrava nel suo esistere. Essere ragionevole significava giudicare l’ambiente attraverso le leggi condivise in quella piccola parte di mondo, conformandosi agli usi e ai costumi del suo tempo.

Per essere brave persone è d’obbligo un bel po’ di miopia.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Domenica, 13 Ottobre 2019 16:46

Talea

Ficchi un rametto per terra e se le condizioni sono giuste la pianta radicherà autoperpetuando se stessa, invece se nascerà da seme fecondato sarà una nuova pianta, a volte un po’ diversa dalla pianta madre (ibridazione).

E’ la relazione -non necessariamente sessuale- che genera un inedito altro, il resto è riproduzione.

Pubblicato in Erbario
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