Metafisicamente ibridi
“E voi chi dite che Io sia?” e suo malgrado, eterogenesi dei fini, fondò la cristologia, quell’estenuante ricerca che prova a definire quote e a calcolare percentuali dell’umanità e della divinità di Gesù, pancia della storia della Chiesa che ha determinato l’intero pensiero occidentale.
Non poteva essere che così: la domanda precede il cristianesimo nel suo implicito chiedere a ognuno di noi: “Tu che sei?” riformulazione dell’antica esortazione “Conosci te stesso”, che il neoparmenidismo alla Severino ha riproposto affermando che “siamo re che si credono mendicanti”; re nel sempiterno essere che ci costituisce, mendicanti nel susseguirsi dell’apparire delle contingenze.
Che siamo non lo so, ma che siamo metafisicamente ibridi mi sembra certo.
Tutto da rifare
Con tutta la potenza che Dio ci ha messo per farsi uomo, non so se l’abbia presa tanto bene quando gli uomini l’hanno ritrasformato in dio.
Coerenza incoerente/incoerenza coerente
Un certo tradizionalismo cattolico afferma il perfetto coincidere di Gesù Cristo col Magistero della Chiesa, in quanto sacra istituzione che per volontà di Dio manifesterebbe nella storia il mistero dell’incarnazione di Cristo. Tradizione vivente che permetterebbe agli uomini del nostro tempo di incontrare il Dio eterno. Istituzione divina che nella sua oggettiva alterità smantellerebbe alla radice le nostre inconsce e intimistiche proiezioni assemblanti un dio costituito da parti di noi stessi, invece del Dio vero.
In tale concezione ecclesiologica un qualsiasi differenziare Gesù Cristo dal Magistero, o la dottrina della Chiesa dai vangeli, è divisione impensabile. Nel periodo di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI -papati perlopiù fedeli a questa linea- il primato dell’entità Gesù-Chiesa-Vangelo-Dottrina era stato spesso brandito contro l’assedio, in fin dei conti più supposto che reale, delle differenti e circostanti culture[1].
Coloro che all’interno della Chiesa esprimevano degli argomentati distinguo venivano richiamati all’obbedienza papale, al punto che il dogma ottocentesco della sua infallibilità era tornato alla ribalta. Il fedele tradizionalista professava il Pastor Aeternus, proclamava il Pastor Aeternus, enfatizzava il Pastor Aeternus e gli arrivava tra capo e collo Papa Francesco che, impegnato in cose ben più urgenti e serie, evitava di interpretare il Pastor Aeternus; svolta storica[2].
Ma può esistere un evento più tragicomico per il tradizionalista, che più è fedele alla sua concezione dottrinale obbedendo al Papa più la tradisce visto che il Papa lo invita a tutt’altre fedeltà? Costretto in un aut-aut paradossale e irrisolvibile fra coerenza incoerente o incoerenza coerente. Un po’ di solidarietà se la merita tutta[3].
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1 «Come se la “verità” fosse una persona così indifesa e goffa, da aver bisogno di difensori!» (Nietzsche, Al di là del bene e del male)
2 Ieri ho visto un video dove Mons. Corrado Lorefice arcivescovo di Palermo, scandagliando le ragioni che hanno generato connivenze tra una certa Chiesa e la mafia scorgeva un “meccanismo clericale perverso [dove] invece di mettere al centro il vangelo si [è] perseguita la logica di mettere al centro la Chiesa […] la conservazione dell’istituzione più di tutto e prima di tutto.” Un capovolgimento di galassie rispetto a una consolidata e opposta concezione dottrinale che solo pochi anni fa imperversava.
3 Tutto sommato meglio un irriducibile rispetto a chi si conforma di continuo a dove tira il vento.
Lettera ai romani
Questa mattina ho constatato che senza gemere attendendo con impazienza la rivelazione dei figli di Dio, così da essere liberate da ancestrali caducità, sottomissioni e corruzioni, le gemme dell’ippocastano sono più turgide di ieri, così, per conto loro.
Dalla padella alla brace
a) Provenire dal nulla, esistere temporaneamente, ritornare nel nulla;
b) tutt'eterno-immobile-indivisibile-ingenerato-Essere.
Un po' scocciante la prima opzione ma la seconda è infernale.
Breve invito a un momento di delirio
Mai provato a leggere i vangeli in prima persona, nella posizione di Gesù?
Blasfemia certa e delirio assicurato, ma anche l’attivarsi di insospettate consapevolezze.
Passaggio a nord-ovest
Oltrepassare scavalcando va bene per non schiacciare la merda del cane, per tutto il resto non c’è vero superare senza attraversare.
Fissità neoplatonica New Age
Diffido del deismo, che me ne faccio di un Dio che non cambia mai idea?
Meglio quello biblico bello umorale, Lui sì che è onnipotente.
Coerenza multipla
Il periodo che va dal XI al XIII secolo è stato caratterizzato da incessanti dispute fra chi sosteneva il primato della fede sulla ragione e viceversa, nonché da valorosi quanto estenuanti tentativi di trovare un accordo fra teologia e filosofia, e tra differenti esponenti, e nel pensiero di ognuno. Guglielmo di Ockham[1], esausto della situazione, separava ragione e fede. Netta scissione che aveva portato nei secoli successivi a notevoli miglioramenti in (quasi) tutti e per (quasi) tutti, con diffusi progressi sociali e scientifici.
Non è detto che un soggetto sia ragionevole solo quando abbraccia con coerenza una precisa e univoca concezione, per certe cose è meglio farsi in due.
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1 Prima di Ockham già altri, a iniziare da Giovanni di Salisbury (1120 più o meno –1180 di sicuro), mostravano segni di insofferenza per i labirintici gineprai del tempo, Giovanni ammoniva di finirla di chiedersi se “il porco condotto al mercato è tenuto dall’uomo o dalla corda” e “se abbia comprato pure il cappuccio colui che ha comprato la cappa intera”. C’è ovviamente da ricordare che la scolastica ha affrontato tematiche e problematiche ben più solide e cruciali rispetto alle derisioni di Giovanni di Salisbury indirizzate a qualche esponente. In ogni caso sono state le rasoiate di Guglielmo di Ockham (1290 più o meno –1349 di sicuro) che hanno accelerato la fine della scolastica.
Ci sono cose
Ci sono cose che per riuscire a dire con semantica impeccabile, che le esprima appieno, esigono una sintassi congrua e puntuale. Ma ci sono anche cose -e non poche- che per esprimerle con l'eloquenza che meritano chiedono una sintassi difettosa; più perfezioni la frase formalmente e più si fiacca semanticamente.
Suonare il jazz col clavicembalo viene male.