Se avessi votato oggi per il referendum costituzionale, considerato che:
non votare è da fessi; Renzi non mi piace a iniziare da quel epidermico correre verso la cosiddetta crescita, modello di sviluppo che sarebbe invece tutto da rivedere; nondimeno le reali alternative a Renzi sono peggio di lui, perciò meglio che rimanga, dunque che obtorto collo lo sostenga col sì; un sì merita anche la proposta di modifica costituzionale che, seppur arzigogolata e criptica, un qualcosa migliora e semplifica e poi davvero non male votare all’opposto di D’Alema e Berlusconi.
Il problema è che scorgo serie motivazioni anche per votare no: vista l’attuale legge elettorale e le nebulose proposte di cambiamento se un domani i miei compatrioti sovrani, ma in gran numero deficienti, mi vanno a votare un qualche novello Mussolini, che accadrà con i premi di maggioranza sommati all’accentramento di potere del Governo procurato dalla riforma?
Per quanto suesposto oggi avrei vergato una croce sul sì e una sul no: diritto dovere di voto onorati, personali dilemmi risolti.
Non è il massimo però ci ho provato.