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Domenica, 07 Ottobre 2012 20:35

Museo della Follia

Scritto da 

Il Convicinio di Sant'Antonio nei Sassi di Matera sono quattro chiese rupestri contigue. Gli ambienti da luoghi di culto divennero cantine, così mole di pietra calcarea e cisterne per fare vino si sono mischiate ad affreschi di S. Antonio Abate e San Sebastiano.

Santi e vino rosso ben si contaminano nel Convicinio di Sant'Antonio, tutto è stato perfetto e bello fino a quando, l’estate scorsa, ci hanno messo dentro il “Museo della Follia” realizzato dalla Fondazione Sgarbi, che così spiega l’iniziativa:

«il Museo della Follia nasce da un’idea vera e propria di regia, e punta ad una evocazione poetica di tutti coloro che hanno lavorato nei manicomi, ricordando anche, nell’ultima sala, la figura di Basaglia con la proiezione del video ‘X-day’ dove Basaglia parla della futura legge 180».

Oggi nell’incontrare nel piccolo complesso di chiese-cantine installazioni, neon, farmaci scaduti ritrovati nei manicomi riposti a capocchia sui vecchi palmenti per la produzione del vino, o inchiodati su colonne del XV secolo a far compagnia alle immagini di santi popolari, si percepisce rapido e preciso che qualcosa non va; una sensazione uguale a quando, seduti in bella compagnia e buon cibo, c’è la televisione accesa che rompe le palle.

Peccato la tematica della mostra non era male e alcune opere notevoli, ma messe lì diventano rumore, il luogo le rigetta, importunato si vendica istantaneo nell’anestetizzarle. Artisti, critici d’arte e politici locali entusiasti del paciugo.

Niente di irrimediabile, il “Museo della Follia” è iniziativa itinerante, un posto giusto è lì che attende. Una fabbrica dismessa di Berlino Est non sarebbe male.

 

 

Ultima modifica il Lunedì, 08 Ottobre 2012 16:47
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5 commenti

  • Link al commento matilde cesaro Lunedì, 08 Ottobre 2012 07:32 inviato da matilde cesaro

    pensavo ad una miniera...
    qualcosa di sotto è,
    nascosto, mascherato, dimenticato
    pietre nere
    umide di muco

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  • Link al commento Bruno Vergani Lunedì, 08 Ottobre 2012 08:13 inviato da Bruno Vergani

    Pensi bene cara Matilde. Quell’umido antico ha potere di rigettare (come accaduto per la mostra) oppure fagocitare oggetti e uomini. A me un’abitazione-miniera dei Sassi mi ha risucchiato. Nell’entrare in un ambiente abitato fino agli anni Cinquanta (con origini ancestrali) sono diventato “lui”. Forse meglio essere inglobato che vomitato... Ti attacco, a prova, una istantanea alla fine dell’articolo.

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  • Link al commento delia Lunedì, 08 Ottobre 2012 08:35 inviato da delia

    "Museo della Follia"??? La sede del parlamento italiano
    non andrebbe bene, anche come museo delle cariatidi? Ma la follia non è il "reale" nella mente di qualcuno, anche se inesistente nella dimensione "reale"? Forse la follia della mostra risiede proprio nella sovrapposizione con cose di un'altra realtà, di realtà altre, stratificate nel
    tempo, accatastate in uno stesso spazio... e nella mente del curatore.
    Proprio come nel Parlamento si accatastano i nostri spettrali politici, la dimensione "reale" del paese da loro percepito e la vera realtà delle persone che galleggia, a tutti loro invisibile.

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  • Link al commento matilde cesaro Lunedì, 08 Ottobre 2012 08:38 inviato da matilde cesaro

    nella foto ri-conosco la vertigine...

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  • Link al commento Bruno Vergani Lunedì, 08 Ottobre 2012 09:25 inviato da Bruno Vergani

    Cara Delia, condivido quanto scrivi… il discorso sarebbe lungo.
    Quello che mi ha colpito è che curatori e artisti (che dovrebbero essere avanguardie di pensiero e sensibilità) non si accorgono che il luogo vomita fisicamente la mostra.

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