BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Lunedì, 26 Giugno 2017 11:05

Millesimo post

Il sistema del blog informa che questo è il millesimo post che pubblico. Il dato mi meraviglia, non pensavo d’aver scritto tanto in meno di cinque anni. Qualche articolo è preciso, altri confusi, numerosi da sviluppare. Ad eccezione di qualche recensione quasi tutti perlopiù condensati come appunti vergati a caldo su un taccuino.

Autodidatta scrivo in mezzo a un altro mestiere e non tutte le ciambelle escono col buco, l’importante è cucinarle con piacere. Non so se esista un qualche motore universale che grazie a un ignoto carburante origini e produca i pensieri, ma nel constatare d’averne a oltranza ho fondati indizi che quel motore siamo noi stessi: se un qualche Dio c’è lo vedo somigliante all’uomo pensante.

Da un occhio esterno sembra che l’autore di un blog di nicchia, tra l’artistico e il filosofico come questo, sia un primo violino che se la canta e se la suona più o meno intonato, tutt’altro: senza rapporto con gli altri non avrei potuto elaborare stilemi su ciò che mi capita a tiro. Poco importa che tali contenuti siano accettati o contestati, importa che il lettore venga in qualche modo stimolato a un suo movimento di pensiero così da produrne di migliori, ne ho bisogno, dopo tanto indagare manco so chi sono, permango angosciato dal pensiero della mia morte e di quella degli amici, balbetto di fronte alla casualità del dolore.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Lunedì, 26 Giugno 2017 10:44

Com’è profondo il mare

Potrebbe sfuggirci, ma la condotta personale, valorosa o micragnosa che sia, è prodotta da precisi moventi, mezzi e fini, che ci caratterizzato e che perseguiamo, tutti ci comportiamo, dunque, ottemperando etiche. Di valorose e convenienti le possiamo attingere dalla storia dell’umano pensiero, ma i poeti insegnano che anche l’attenta osservazione della natura può suggerircene di non meno proficue e puntuali, a iniziare dal mare. Augusto Cavadi lo fa nel suo ‘libricino’ "Com’è profondo il mare"- titolo preso in prestito da Lucio Dalla - (Diogene Multimedia, Bologna 2017).

L’Autore nel suo andare per mare pesca l’etica dell’avventura, quella della precarietà, della finitudine e del rispetto, della gratuità e dell’attesa, della solidarietà, convivialità, affidamento e accompagnamento, l’etica dell’oltranza, dell’approfondimento e del naufragio, per portarle nel vivere quotidiano. Libro da meditazione che alla larga da superflui pedanteggianti sta sul pezzo condensato e fragrante, da ruminare con piacere e profitto a qualsiasi pagina.

Augusto Cavadi
Com'è profondo il mare
Editore Diogene Multimedia, Collana Le lanterne

Pubblicato in Recensioni
Giovedì, 22 Giugno 2017 09:31

Devozioni

Ho un conoscente mangiapreti, nell’osservarlo borbottare ognora contro Chiesa e papa ho appurato che è devoto a ‘ste faccende più d'un monaco trappista.

Ho concluso che una cosa è il superamento di ciò che si contesta altra è il rovesciamento, quest’ultimo assomiglia all’indossare lo stesso odiato maglione al rovescio invece d’accattarne di nuovi.

Espandendo il discorso potrebbe essere proprio tale speculare continuità simmetrica nei confronti del vecchio e brutto maglione la causa del finire in vacca di tanti movimenti sovversivi; subvertēre : ‘volgere dal sotto in su’ un sistema esistente invece di superarlo con originale e inedito implementare.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Giovedì, 22 Giugno 2017 08:54

Possibilità plausibile

Come e da dove è venuto il pensiero? E’ da un bel po’ che, provando a risalire al mio primo ricordo, tento di indagarne l’inizio. Al momento rispondo che è sorto spontaneo dalla natura e verosimilmente cesserà nello stesso posto e modo.

Se le cose stanno così non possiamo precludere la possibilità che tale processo, che trova inizio alla nascita personale per concludersi alla morte del soggetto pensante, potrebbe ancora spontaneamente attivarsi, come già accaduto, in qualche forma.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 17 Giugno 2017 11:14

Orrido

Ieri sera, dopo mezzo litro di birra in più, nel considerare le meccaniche celesti dell'universo ho visto la geografia del nostro mondo e la sua storia, le religioni al completo, l’umano pensiero dai presocratici a oggi e i miliardi di miei simili ora viventi, tutte fugaci minuzie.

Incapace di permanere al cospetto di tale eterno funzionamento che orbo rispetto al mio umano vedere sentenziava la futura probabile fine dell'umanità intera, avevo lenito la mia impotenza sparando: «Va bene così, tutto sommato Homo sapiens ha rotto i coglioni.»

Oggi, smaltita la birra, ho ricominciato utilizzando i capitali di cui dispongo: personale pensiero, gli amici di questo mondo, il gatto che vive con me, l'albero di tiglio che sta fiorendo in giardino. Una sorta di provincialismo cosmico eppure reale e nel frattempo conveniente mentre le galassie fanno il loro corso.

 

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Giovedì, 15 Giugno 2017 18:28

Discordanza sperimentale

Le agiografie cantano fine vita gloriosi scaturiti dalla illimitata e irremovibile fede nel soprannaturale dei protagonisti.

Com’è che, invece, quelli che ho conosciuto vivere così[1] li ho visti finire tutti male?

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1 Mi riferisco alla variante esaltata e mai autoironica del titanismo, non al rifugiarsi nella divina provvidenza consapevoli del proprio limite; questi ultimi invece di sfracellarsi cadono anche loro, ma quasi sempre in piedi.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Giovedì, 15 Giugno 2017 11:42

Ingenuità

Strana la vita per gli umani: la realtà là fuori è univoca e tutti vediamo la stessa luna, eppure il medesimo bicchiere c’è chi lo vede mezzo vuoto e chi mezzo pieno e nel dialogare con gli altri ci si domanda reciprocamente: «Tu come la vedi?».

Realtà, dunque, oggettiva ma anche risultato della personale costruzione - individuale e/o collettiva, conscia o inconscia - implementata dal soggetto attraverso mente, linguaggio, società e cultura.

Siccome le due concezioni sono vere entrambe, occorre vigile attività di ampio pensiero così da non essere ingenui assolutizzando una concezione escludendo l'altra.

Pubblicato in Filosofia di strada
Mercoledì, 14 Giugno 2017 14:24

Il Becchino

Probabilmente avvelenata da una qualche bestia umana che abita dalle mie parti, oggi nel veder morire all'improvviso la gatta e poi sotterrarla ho fatto ancora precisa esperienza d’appartenere alla Natura.

Veterinario impotente e becchino navigato presumevo d’essermi assuefatto, invece anche questa volta ha fatto irruzione quella puntuale percezione di ecoappartenenza, come se la gatta mi dicesse: «Non preoccuparti, tutto a posto, va bene così.» Esperienza strana, pacatamente serena, più potente di quella procurata da fiori profumati e cieli stellati. Auguro a chi mi sotterrerà di provarla anche lui.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Martedì, 13 Giugno 2017 09:18

Apologia della gente di bar

Nell'osservare un vecchio neurologicamente perfetto ma davvero idiota e contraddittorio mi sono chiesto come abbia potuto funzionare in quel modo per così tanto tempo. Ho considerato che nei circa sette miliardi e mezzo di persone viventi in questo momento, me compreso, tutto sommato risulta infrequente un personale pensare-parlare davvero coerente al principio di realtà. Ci riescono a tratti scienziati, filosofi, artisti, contadini, gente di mare e artigiani, per il resto imperversano chiacchiere individuali, concezioni e parole futili, deliri soft di filastrocche di opinioni soggettive, personali film non corrispondenti alla realtà di fatto.

Tale distanza tra soggettivo e oggettivo che assomiglia al pensare di schiacciare il pedale del freno mentre di fatto si preme quello dell'acceleratore, o viceversa, dovrebbe procurare sfaceli di massa a raffica, invece nonostante lo scostamento tra prensiero e realtà quasi tutti, bene o male, funzionano lo stesso. Indizio che la chiacchiera individuale ha il potere di generare una circoscritta realtà efficiente, sorta di soggettivismo universale non del tutto coerente eppure funzionante, perlomeno ad uno specifico livello, dunque a suo modo reale. 

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Venerdì, 09 Giugno 2017 08:11

Lapsus

A  tarda ora avevo studiato sul dizionario di filosofia il lemma Cuore, così da conoscere il significato che gli attribuivano i pensatori arcaici, quelli del medioevo e i moderni, ma giunto a Pascal avevo letto inopinatamente la ricorrente “C.” come C…o invece di Cuore.

Siccome non ci stava poi male avevo provato a riprendere la lettura dall’inizio mettendoci dentro un bel “C…o” al posto di ogni “Cuore” e il testo stava in piedi lo stesso, anzi in quella libido si chiarificava.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi

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