Scilla e Cariddi
Il bus era in ritardo e avevo passato lo stretto alle tre del mattino, salito in coperta il mare era grosso, manco un’anima, vento, pioggerellina tagliente. Nel buio pesto le luci equidistanti di Messina e Reggio, sopra il cielo, sotto l’abisso e una voce -non so se dentro o fuori di me- che proclamava epifanica: “Qui è iniziato tutto”, (il mondo intendeva).
L'avevo sentita altre volte, poche, nell’attraversare un ghiacciaio in alta montagna e a oriente in un meleto sulla riva del fiume, mai in un museo o in una cattedrale.
Ruoli
Nell’esercizio della sua funzione appariva onnipotente, in effetti in quelle quattro faccende un po’ di potere lo aveva, ma appena se ne discostava emergeva un poveretto.
E fu così che scelse di condannarsi all’ergastolo in quelle quattro faccende.
Pregiudizio
Interpretiamo ciò che incontriamo attraverso mappe concettuali acquisite, accettate e memorizzate. Ognuno ha elaborato le proprie, i filosofi e i letterati le chiamano Weltanschauung, ma in fin dei conti potremmo anche chiamarle pregiudizi; prima mossa e prerequisito necessario per poter interpretare il mondo, dal quale è immune solo chi soffre di amnesia assoluta.
Da lì dobbiamo, dunque, iniziare ma è nelle mosse successive che possiamo fare la differenza, o permanendo semper idem, come invitano i prelati conservatori, plasmando sistematicamente la realtà alle nostre pre-concezioni non di rado inconsapevolmente introiettate e per nulla nostre, oppure aggiornando -come si fa con le app obsolete- il nostro pregiudizio eccitati dall’ambiente, ovvero cambiando.
Quasi sempre il processo è inconsapevole eppure scegliamo la prima o la seconda opzione, qualche volta una miscela delle due. Nel work in progress della seconda opzione il pregiudizio potrebbe anche confermarsi e consolidarsi e va bene così, a patto che si era davvero disposti a rivoluzionarlo.