Dogma prevalentemente occidentale il voler corporalmente esserci e perdurare, sempre, comunque, a oltranza, resurrezione di corpi inclusa. Condizione d'esserci che invece a Oriente non di rado valutano iattura.
Mi sembra che le attuali problematiche etiche, sorte a seguito dei nuovi traguardi bio-tecno-medicali, esigano l’approfondimento critico dei due paradigmi nel reciproco confronto anche se qualcuno ha già fatto di più e anche di meglio: come non dare atto al naturalismo filosofico d'aver proposto e motivato un peculiare umanesimo finalmente affrancato dalle suesposte dismisure?