L’otorino guardava fisso il mio mal di faccia. «Lei ha la Sindrome di Charlin» e mi aveva prescritto tre mesi di flunarizina. Man mano che il mal di faccia si estingueva un torpore si impossessava di me: notte e giorno, in qualsiasi posizione, ovunque mi trovassi, rapido mi addormentavo per sognare, un po’ come Gesù che sulla barca nella tempesta «se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva»1.
Peccato: se non avessi avuto il negozio da aprire avrei sognato a oltranza. Oltre che per lavorare interrompevo i sogni per nutrirmi. Ingrassavo. Lardo immacolato.
Lavoro impegnativo il sognare anche lì puoi fare cazzate, però meno inibito puoi osare preciso, risanare beghe passate, uccidere brutte storie con inediti pensieri e poi nel santo letargo non ti usuri le ginocchia. Duri tanto. Duri bene.
1 Marco 4,38
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Brevi Racconti
2 commenti
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Domenica, 16 Febbraio 2014 16:02
inviato da delia
Santo letargo nel quale anch'io sono immersa... E senza flunarizina!
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Domenica, 15 Giugno 2014 09:48
inviato da matilde cesaro
La possibilità del sognare. Il sogno supera il sogno!