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Mercoledì, 04 Giugno 2025 17:31

Abitare lo scarto

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L’universo è necessità. Non ha un volto, né scopo, né un cuore. Ogni cosa scaturisce da esso ottemperandone il funzionamento impersonale: la cellula si divide, la stella implode, il bambino piange, il tumore cresce. Così e non altrimenti.

Tutto è nella Natura, e nulla le è estraneo. Anche il dolore. Ma l’uomo — modo finito, fragile espressione di quel tutto — non può abitare l’universo con indifferenza. Dal punto di vista della sua essenza individuale, vive, sente, comprende. E nel comprendere, distingue ciò che lo fa crescere da ciò che lo spegne.

Così nasce l’etica: non come legge imposta, non come salvezza da un male ontologico, ma come atto relativo e umano. Un modo di abitare la necessità con cura, come il grillo che scava la sua tana, senza illudersi di cambiare il cielo. In questo scarto tra l’eterno che è e il vivente che patisce, nasce la libertà: non dall’essere, ma dentro l’essere. Un’etica senza fondamento assoluto, ma reale come il respiro. Nessuna consolazione ma chiarezza che accetta e distingue.

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