BLOG DI BRUNO VERGANI

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Mercoledì, 16 Agosto 2023 09:39

Inaspettate sinergie

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Nei Sapiens oltre alle mutazioni genetiche anche le variazioni di pensiero consolidate e trasmesse da una generazione all'altra caratterizzano, evidentemente, la nostra specie. Consideriamo ad esempio quando a un certo punto, verosimilmente nella preistoria, qualche nostro progenitore iniziò a credere nella divina provvidenza, credenza diffusa che in differenti forme perdura da millenni un po' a tutte le latitudini.

Che esista o che non esista una benevola azione costante esercitata dal cosmo, o da Dio, sui bisogni umani è qui irrilevante, ci muoviamo su un piano diverso dove ciò che conta è che il mutamento di pensiero -dal non credere al credere nella provvidenza-, si è rivelato vantaggioso perché ha favorito maggiori probabilità di sopravvivere nella lotta per la vita: avere fiducia di un esito positivo nello svolgersi degli accadimenti aiuta a prendere iniziativa, a rischiare, a vivere[1].

Non sempre cultura e natura confliggono, talvolta si intrecciano dando vita a inaspettate sinergie. Mentre la cultura è a volte schifiltosa la natura è onnivora e di bocca buona, tutto fa brodo per essere e perpetuarsi; inghiotte vorace le nostre stranezze culturali e si sazia di miti[2] inverosimili. I numerosi figli che nascono a raffica da padri e madri cattolici tradizionalisti, che nel credere alla provvidenza divina obbediscono, inconsapevolmente, all’imperativo naturale: sii e perpetuati ! Ne è un esempio.

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1 Nonostante qualche minoritario caso di quiteismo, di chi fiducioso in interventi celesti risolutivi accetta ciò accade senza far niente, tuttavia in quei casi dove la situazione è realmente immodificabile questa capacità di accettazione, che la fede nella provvidenza stimola, può rivelarsi strategia comunque vantaggiosa.

2 Il problema è che forse siamo così impregnati di riduzionismi ottocenteschi, che non vediamo il mito come con una forma costituitiva e originaria di pensiero, dignitosa quanto l’intelletto e di questo alleato, ma lo consideriamo una puerile fantasia da superare, un raccontarci frottole per sopportare il mondo, un sussidio a cui gli sfigati ricorrono per sopravvivere. Le categorie di vero e falso della post moderna razionalità europea, esito un po’ rattrappito dell’antico passaggio dal Mythos al Logos, van bene per tantissime cose ma sono inadeguate per spiegare noi stessi perché siamo logicamente inesplicabili, perché desideriamo cose tanto essenziali quanto indimostrabili con la sola razionalità.

Ultima modifica il Domenica, 20 Agosto 2023 09:22

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