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Venerdì, 13 Novembre 2020 23:53

Teologia quantistica

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C’è la teologia della liberazione, l’ecoteologia, la teologia eco femminista e quella Queer. La teologia si fa in quattro per affrontare le problematiche inedite dei nostri giorni, elaborando specifiche connessioni tra spirito e materia in orizzonti sempre più vasti e complessi. Ammirevole: quale altra disciplina dimostra una così ramificata plasticità fluttuante?

Però, forse, la “teologia quantistica” potevano anche risparmiarsela, come si sono giustamente risparmiate la teologia termodinamica, la teologia gravitazionale e la teologia elettronica. Non tanto perché la definizione “teologia quantistica” sembra una battuta di Maurizio Crozza, o la dozzinale trovata di un qualche guru briccone che vuole fondare una nuova confessione New Age, ma per due altre ragioni.

La prima è che se una teologia procede cercando spasmodicamente un partner, significa che da sola vale meno del due di briscola; perdipiù nel caso di specie la meccanica quantistica è partner per certi versi mobbizzato, perché per nulla interessato a partnership con la teologia, manco ad averla come ancella. Ofelè fa el to mesté ! Ma se la teologia (quantistica) zoppica nel proporre una dialogante autonomia tra saperi distinti appiattendosi sul partner, sarebbe più dignitoso cestinarla per darsi alla fisica teorica, invece di un imbarazzante mendicare dalla meccanica quantistica stampelle in titanio di ultimissimo modello per trovare senso e giustificazione.

La seconda è che quando ci è di mezzo Dio, anche per toglierlo di mezzo come nella teologia atea (indifferente all'ossimoro c'è pure quella), andrebbe sempre conservata una cifra di mistero, di inaccessibile alterità, di paradosso, con correlate quote di angoscia e inquietudine, pungoli che stimolano salti e rinnovate ricerche.

Cool la meccanica quantistica nel suo ostentare che il livello subatomico funziona in modo differente dal nostro, senza un prima e un dopo temporale, senza un qui e un là spaziale, nella totale imprevedibilità di interconnessioni creanti. Roba strana forse divina, ma se non fossimo tanto abituati ci stupirebbe allo stesso modo la nostra dimensione macro coi suoi prima e dopo, i suoi qui e là mentre andiamo a ottanta all'ora sulla Provinciale e arriviamo in città all'ora prevista, nella nostrana perlopiù ordinata prevedibilità di cause che producono effetti, ma entrambi i livelli, micro e macro, poggiano sugli stessi numeri calcolabili.

Si può conoscere con precisione lo stato di salute di un corpo, se l’azotemia raggiunge i 10 mg e non supera i 50 vuol dire che stai bene, ma in quali parametri deve rientrare un’anima per essere considerata sana? Qui sì che si entra in tutt'altro regno e le misurazioni annaspano.

Alla fine l’appiattimento di Dio costipato in un corpo dottrinale e cultuale dogmatico e tradizionalista semper idem, come anche, all’opposto, la conformazione di Dio fino all’esaurimento per dissoluzione in circoscritte dimensioni culturali, sociali, ambientali e scientifiche (sempre misurabili), nei quali l’Assoluto che Dio esprime e rappresenta è ridotto (riduzionismo) a epifenomeno posticcio, si rivelano entrambi tentativi, specularmente apparentati, di addomesticamento e di contenimento del mistero -di Dio, della natura e nostro- snaturandolo così a idolo o a superfluo feticcio.

Ultima modifica il Mercoledì, 18 Novembre 2020 13:16
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1 commento

  • Link al commento armando caccamo Sabato, 14 Novembre 2020 06:26 inviato da armando caccamo

    Belle e acute le tue considerazioni! Parliamone.
    Armando

    Rapporto

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