BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo
Venerdì, 07 Ottobre 2016 15:10

Sotto le righe, sopra le righe

Scritto da 

Giacché si muore e poiché lo sappiamo l’umanità, da sempre, si è attivata per ricucire il supremo strappo. L'imbastitura per suturare l’incombente lacerazione tra l’essere vivi e morti ha prodotto numerose e svariati percorsi esistenziali, teoretici, religiosi. Soluzioni naif o sofisticate, misere o dignitosissime, tra quest’ultime il naturalismo che invece di attardarsi nel rammendare lo strappo lo ridimensiona all’origine valutandolo esasperazione di concezioni antropocentriche precludenti la possibilità di una serena ecoappartenenza; appartenenza che vede la persona e l'umanità immerse nella preesistente incessante natura. Moriremo tutti, moriremo ancora e ci scoccerà pure, ma lontano da smisurate egocentriche isterie ce ne faremo una ragione senza frignare più del necessario nel constatare nuove nascite all'ombra di ulivi millenari.

Tale ragionevole approccio del naturalismo filosofico, che forte non sale di giri, ci consente di osservare in alcune altre concezioni una interazione costante: più s’interpreterà grave lo strappo procurato dalla ferita egocentrica di dover morire e più sarà necessario ricorrere a soluzioni forti per ricucirlo: se valutato severo procurerà un certo disagio esistenziale, o meglio esistenzialista, con il conseguente crogiolarsi in geremiadi interminabili, se, ancor peggio, viene percepito immane produrrà angoscia estrema, tragicità che caratterizza alcuni filoni del nichilismo filosofico, concezioni che indifferenti alle incontestabili evidenze dell’esistenza di Soggetto, Altro, Natura, implementeranno  - attraverso un vero e proprio atto di fede - un artificiale ente “Nulla”, teoria che non trova alcun preciso riscontro nella realtà. Forme di nichilismo estremo che conducono a due possibilità, la prima, nota ma poco diffusa, che si esprime nel rifiuto d’esistere fino anche al suicidio; la seconda, diffusissima ma sfuggente[1], che invece reagisce a tale ipotetico nulla - buco nero forato a dismisura con trapano moderno dal nichilismo medesimo - costruendo narrazioni salvifiche sopra le righe congrue a quell’immensa voragine: costruzioni reattive religiose, idealistiche, oppure ideologiche, che nella storia della filosofia, come pure nella vita quotidiana di ognuno, appaiono agli antipodi da qualsiasi nichilismo, combattuto frontalmente da salvatori di patrie e di anime traboccanti di “valori” e entusiasmo, mentre, a ben osservare, proprio sul nichilismo si radicano e poggiano. Dopotutto in ogni esaltato, sotto, sotto, c’è un disperato.

________________________________________________

1 Non per tutti, vedi il saggio di Orlando Franceschelli, “Karl Löwith, le sfide della modernità tra Dio e nulla”; Donzelli Editore, dove a pag. 64 e sgg. l’Autore illustrando l’analisi di Löwith su Kierkegaard coglie preciso la problematica.


Ultima modifica il Lunedì, 10 Ottobre 2016 11:01
Altro in questa categoria: « L’indagine Thánatos? »

2 commenti

  • Link al commento Bruno Vergani Lunedì, 10 Ottobre 2016 13:29 inviato da Bruno Vergani

    Mi scrive Orlando Franceschelli:
    « Caro Bruno,
    grazie allo stimolo delle tue riflessioni -di cui sai che sono attento lettore- ho riletto le pagine a cui fai riferimento mentre nella memoria riaffiorava nitidamente il nostro primissimo colloquio, appena dopo la presentazione di Augusto [Cavadi], centrato appunto sulla saggezza del non precipitare in qualche (presunto) Nulla!
    Simili ricordi e simili comunanze di sentire sono il dono più bello della -almeno per me- spesso solitaria pratica filosofica.
    Permettimi soltanto di aggiungerti, come talvolta si usava nelle antiche epistole filosofiche, il dono di un pensiero: "L'identità di sentire genera l'amicizia" (Democrito fr. 186).
    Personalmente specificherei: l'identità di sentire e l'amicizia che essa genera vivono già nel condividere un'autentica ricerca e testimonianza filosofica. »

    Rapporto
  • Link al commento Maria DAsaro Lunedì, 10 Ottobre 2016 20:27 inviato da Maria DAsaro

    Complimenti per contenuti, chiarezza e stile.
    Cari saluti,

    Maria

    Rapporto

Lascia un commento

Copyright ©2012 brunovergani.it • Tutti i diritti riservati