L’autoradio cerca la frequenza e si stabilizza sul notiziario:
«Namugongo, Papa Francesco: piacere e potere non danno la pace!»
Spontaneo commento: «A dire il vero manco dispiacere e impotenza la danno.»
A casa cerco il discorso e incontro perplesso titoli come quello della radio, ma nei virgolettati constato che Bergoglio ha detto tutt’altro:
«La testimonianza dei martiri mostra a tutti coloro che hanno ascoltato la loro storia, ieri e oggi, che i piaceri mondani non danno gioia e pace duratura. Piuttosto la fedeltà a Dio, l'onestà, l'integrità della vita e la genuina preoccupazione per il bene degli altri ci portano quella pace che il mondo non può offrire. Ciò non diminuisce la nostra cura per questo mondo, come se guardassimo soltanto alla vita futura. Al contrario, offre uno scopo alla vita in questo mondo e ci aiuta a raggiungere i bisognosi, a cooperare con gli altri per il bene comune e a costruire una società più giusta, che promuova la dignità umana, senza escludere nessuno, che difenda la vita, dono di Dio, e protegga le meraviglie della natura, il creato, la nostra casa comune».
Ci si può trovare in accordo o in disaccordo, ma ha proposto e motivato un metodo per trovare qui e ora abbondante soddisfazione duratura: tutta e solo dei giornalisti la masochistica propensione alla miseria personale fine a sé stessa elevata ed equivocata a virtù. Ma un bel porca miseria mai? Forse più che papera lapsus, atto mancato tutto da indagare.
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Attualità