BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Bruno Vergani

Bruno Vergani

Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.

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Domenica, 14 Settembre 2014 15:20

Tragico assoluto inedito

Insoddisfatto di assemblare fotocopie voleva emanciparsi da tutti i pensieri che già esistono.

Nel voler raggiungere l’inedito assoluto aveva cestinato ogni materiale di partenza cessando di ragionare a tema per improvvisare sul niente, ma nulla era riuscito a dire.

Nella ricerca dell’immacolato mai detto aveva allora tentato la variante spiritualistica, quella mistica che esclude il pensiero per fondarsi sulle sensazioni. Si sa, le sensazioni personali elargiscono parvenza di unicità. Lì è schiattato rapido in beata pietrificazione.

Avrebbe potuto emanciparsi dall’avarizia e remare per tradurre le sensazioni in pensiero dicibile ben lieto di anticipazioni altrui, ma era troppo altezzoso per incontrare amici. Peccato.

Venerdì, 12 Settembre 2014 10:29

Il ragioniere

Alle 23.01 in mezzo al temporale sono apparsi i fari in fondo al binario, il treno che riportava lontano mia figlia stava arrivando. Due minuti e sarebbe partita, dentro quel tempo ho fatto il bilancio complessivo del mio vivere.

Resoconto generale grigiastro: decenni di lavoro e manco so perché esisto. Eppure in questo operare accade, via, via, soddisfazione nel momento presente. Com’è che la somma di tali positività dà come risultato una perdita generale di esercizio?

Com’è diversa l’economia esistenziale da quella aziendale.

Giovedì, 11 Settembre 2014 09:05

Silentium

Notorio, da tempo e da più parti, l’invito religioso o filosofico al silenzio personale.
Proposta insidiosa se non stimolante un rinnovato parlare.

Brutta faccenda il mutismo che strepita, ma anche quello che tace inattivo.

Mercoledì, 10 Settembre 2014 07:39

Percorsi

Osservavo il vecchio pittore disegnare la montagna che aveva davanti. Era uno di valore: a movimento iniziato la matita era rimasta attaccata al foglio in preciso fluire fino a disegno concluso.

Il percorso artistico esige un singolare modo di procedere: non chiede autorizzazione, agisce senza esitazione, sovente risponde senza riflettere.

A guidare così in altre strade si finirebbe male, invece in questa si raggiunge meta.

Lunedì, 08 Settembre 2014 07:37

Universalità somatica

Verso la fine del terzo volume dei quaderni di Valéry, quello che tratta di psicologia, l’autore afferma l’importanza dello sperimentare sensazione completa e istantanea del proprio corpo.

Rapido mi sono attivato. Nonostante al primo tentativo pancreas e uretere destro mi siano sfuggiti è accaduta inedita precisione e stabilità nel percepire il mondo. Mi aspettavo intimità invece ho sperimentato universalità.  

N.B. Nell’omettere numerosi organi o precedendo gradualmente invece che d’un botto l’esercizio non funziona.

Sabato, 06 Settembre 2014 18:15

Il malriuscito?

Osservo una foto di gruppo di venticinque anni fa, li riconosco tutti e dodici. Un paio sono morti, gli altri sono invecchiati nel farlo qualcuno è migliorato, qualcuno è peggiorato e uno, anche se vivo, è finito davvero male. I restanti non hanno implementato variazioni di rilievo.

Si potrebbe misurare l’esito presente di ciascuno come accadimento prodotto di potenzialità relate a eventualità, ma l’algoritmo sopprimendo il fattore libertà produrrebbe risultati fuorvianti. I funzionamenti riguardano i macchinari, per l’uomo forse meglio rassegnarsi all’inestimabile.

Giovedì, 04 Settembre 2014 17:39

Un’apologia di Giuda

Una stringata autobiografia di Giuda che rendiconta fatti e luoghi dettagliando il personale percorso di pensiero nei tre anni trascorsi col Nazareno. Un Giuda erudito e un Gesù poco divino e molto umano, di una umanità forte, un po’ preistorica. Valoroso e coraggioso, a maggior ragione per uno scrittore cattolico, nonché stimolante seppur non inedito incontrare Giuda protagonista che, dalla sua angolazione, riespone tratti delle narrazioni dei vangeli in un, quasi onnisciente, attuale continuo-infinito-presente.
Ben scritti luoghi e eventi che risultano freschi e credibili come anche la figura di Gesù, meno felice la descrizione del percorso intimo di Giuda che appare personaggio incompiuto, semilavorato nella sua schizofrenica complessità, al limite della credibilità: rispettoso della Torah e dei profeti, talvolta illuminista, a tratti kantiano eppure nichilista, quasi che l’Autore disturbi il personaggio - a tratti il racconto prende forma di saggio - non lasciandolo vivere di forza propria.
In tale paciugo di fasi e variazioni permane immutata l’amicizia del protagonista con Gesù di Nazareth, una amicizia alla persona del Nazareno direttamente proporzionale all’inimicizia al suo pensiero, tragica ambiguità ritenuta valorosa e giustificatoria dal protagonista, nodo scorsoio che più ama più stringe e più fa danno. Scisma tra amore e pensiero che porterà i due amici finire entrambi cadaveri appesi a pezzi di legno di croce e di albero, ma la storia continua: Giuda intravede un posto e un tempo dove le risposte non trovate e gli ideali traditi saranno guariti e ricomposti e l’incompiuto personale si sanerà. Scorge questa possibilità di soddisfazione nell’emancipazione della storia umana dalla diabolica miseria di pensiero e dalle conseguenti parole sciocche eppur potenti perché capaci di produrre le “cose” nel mero meccanismo del proferirle.

Fa' che questa strada non finisca mai
un’apologia di Giuda
Doninelli Luca, Bompiani

Lunedì, 01 Settembre 2014 18:04

Wow!

La scorsa settimana aveva fatto manovra sul piazzale dell’erboristeria per fermarsi col muso dritto, dritto, verso l’uscita. Sul retro del camion c’era scritto:

«TRASPORTO SPECIALE CAVALLI MURGESI».

Era sceso uno un po’ trasandato, alto, sulla trentina coi capelli neri ricci. Abbronzantissimo era entrato deciso:

«Dotto’ faccio sesso sei/sette volte allu jurnu e alla settima calo nu piccu.».

Nell’espormi la problematica aveva ondeggiato il bacino per sette volte e con la mano destra stringeva il pugno mentre muoveva rapido avanti e indietro il braccio simulando ritmica, profondissima, penetrazione.
Stavo per chiedergli se lo facesse con i cavalli o in subordine, nel caso lo facesse con donna, se fosse sempre la stessa, ma zitto gli avevo dato le capsule di Damiana mix, quelle con dentro anche Cola, Muira Puama e Santoreggia. Mi aveva messo sul banco otto euro e poi stretto la mano fino quasi a rompermela per dar prova che l’aveva dura per davvero.

Oggi risento rumore di camion che fa manovra sul piazzale e eccolo rientrare deciso:

«Buonissima dotto’! Dammene un autru boccaccio di pillole!».

Non so perché ma gli ho lanciato il flacone sul banco come si fa coi boccali di birra nei film di Sergio Leone. La mano glie l’ho data strana, col pollice all’insù, come nel braccio di ferro: legittima difesa.

Lunedì, 01 Settembre 2014 11:54

Fabbro ferraio

Ammirevole il lavoro di pensiero di tutti quelli che hanno affrontato l’esistere producendo, inevitabilmente, parziali verità filosofiche, artistiche, psicologiche. Non potrebbe essere diversamente, la verità assoluta e fissa è faccenda di zio mediorientale che clitoridectomizza le nipoti col coltello arrugginito. Vi sono, dunque, più ragioni perché i pensatori si percepiscano, nelle loro peculiari differenze, alleati invece che rivali.

L’apprezzamento generalizzato - a eccezione dei citati zii e consimili - non deriva solo per i risultati che hanno ottenuto, ma dal loro personale quotidiano implementare in vivo e perenne fluire e divenire.
Tutto sommato la soddisfazione, e personale e collettiva, è elargita dall’industrioso percorso del Soggetto.

Se Dio esiste è uno che lavora.

Domenica, 31 Agosto 2014 15:04

Attività ludiche

I partecipanti di rave party un po' assomigliano ai giocatori di briscola negli ospizi, lì nell'attesa del personale epilogo in infruttuoso intrattenimento.

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