Robe dell’altro mondo
Mondo degli uomini, mondo della natura, e noi che con disinvolta noncuranza fluttuiamo da uno all’altro. Probabile che questa nostra abilità iniziò quando la maestra ci mostrò la carta fisica e quella politica dell’Italia, come una identica realtà vista da angolazioni diverse, invece che portolani di differenti ontologie.
Moti disperati
Non è detto che il quieto distaccarsi da se stessi sia sempre un atto rinunciatario o nichilistico, potrebbe anche essere un attivo aderire a funzionamenti più vasti e affidabili.
Potremmo incontrare più nichilismo in un egocentrico darsi da fare nel proprio pezzo di mondo; più è forsennato più è disperato.
Vergine madre figlia del tuo figlio
Forse l’io è nel contempo tanto evidente quanto insussistente perché emerge da interconnessioni con altre entità, un po’ come quando linee che si intersecano creano un punto perfettamente percettibile, pur non avendo dimensione e sussistenza in sé. Forse tutte le cose che sono lo sono interconnettendosi.
Aggiornamenti
Necessità contrapposta a casualità è roba vecchia, oggi si parla di possibilità. Se le cose stanno così la disciplina per interpretare il mondo è la statistica.
Vie
La via della ragione produce scienza, le vie dell’intuizione, dell’azione e dell’esperienza sensibile talvolta, quelle della fede e del sentimento no, eppure non meno di quella della ragione sono tutte possibili vie per accedere alla realtà.
Possibilità statistiche
Meglio diffidare del clinico che fatta la diagnosi formula una prognosi precisa, in questo suo poggiare su un nesso necessario tra causa ed effetto è medico di stampo ottocentesco, se invece formula un "vedremo”, in questa consapevolezza dell’imprevedibilità del futuro è medico evoluto.
Nelle scienze attuali ciò che deve ancora avvenire non lo si può prevedere, se non come ipotesi che interpreta statistiche storiche di empiriche regolarità e parallelismi tra eventi contigui.
Induzione e riduzionismo
Un certo scientismo formula i funzionamenti ultimi della realtà (che non sa), alla luce di meccanismi e andamenti particolari della realtà (che sa).
Non è chiaro se il metodo porti a formulazioni attendibili della realtà universale o la riduca, ingenuamente, a quei noti fatti particolari.
Deragliamenti epistemologici
Chissà com’è che la stragrande maggioranza dei nefrologi e degli ingegneri meccanici, se ne tornano a casa la sera soddisfatti d’aver curato reni e progettato ingranaggi, mentre non pochi fisici teorici e biologi evolutivi scontenti di particelle e amminoacidi se ne appropriano interpretandoli in versione spiritualistica o atea materialistica[1] e da lì, rubando il mestiere ai filosofi, talvolta anche ai preti, stabiliscono cosa possiamo sapere, cosa dobbiamo fare e che cosa abbiamo diritto di sperare, anche se nessuno glielo ha mai chiesto.
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1 “Lo scienziato ha certamente il diritto incontestabile di dichiarare che il sapere scientifico è l’unico adatto agli oggetti della sua ricerca; ma non può estendere e assolutizzare il sapere scientifico a pretendere che sia considerato come l’unica forma di sapere possibile. Se lo fa, con ciò stesso cessa di far scienza, perché la proposizione ‘non c’è altra forma di sapere che il sapere scientifico’ non è una proposizione scientifica bensì una proposizione filosofica […] egli fa dunque filosofia ma lo fa senza saperlo, cioè fa della filosofia acritica e inconsapevole, insomma della cattiva filosofia”. (L. Pareyson, Verità e interpretazione, pag. 196)
Irrefrenabili tracotanze
Il secondo principio della termodinamica convinto di meritare di più dell'occuparsi di caldaie s'è messo a profetare l'irreversibile fine, per causa sua, d’ogni anima, del mondo, di Dio.
Ritocchi
Creò il mondo ma annoiato dalla ripetitività del suo perfetto funzionare ci ficcò dentro il caso e il libero arbitrio, giusto per avere un po' di suspense.