BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Sabato, 10 Ottobre 2020 10:21

Ti è piaciuta?

Ti è piaciuta l’ultima enciclica papale Fratelli Tutti? "Questo linguaggio è duro, chi può intenderlo?" Però se lo condividi devi correre subito alla stazione e portarti a casa quei tre mendicanti che hai incontrato stamattina. Perché di questo si tratta, né di più, né di meno.[1]

Forse Francesco sta picchiando più duro del necessario ed io alla stazione non ci vado, ma dopotutto il messaggio di Gesù di Nazareth è cosa un po' folle e piuttosto estrema, poco ha a che fare con il corpo dottrinale e rituale derivato dall’ellenizzazione del monoteismo semitico migrato nel Nuovo Testamento, quello che abbiamo imparato al catechismo.

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1 "Il principio dell’uso comune dei beni creati per tutti è il «primo principio di tutto l’ordinamento etico- sociale», è un diritto naturale, originario e prioritario. Tutti gli altri diritti sui beni necessari alla realizzazione integrale delle persone, inclusi quello della proprietà privata e qualunque altro, «non devono quindi intralciare, bensì, al contrario, facilitarne la realizzazione». Il diritto alla proprietà privata si può considerare solo come un diritto naturale secondario e derivato dal principio della destinazione universale dei beni creati, e ciò ha conseguenze molto concrete, che devono riflettersi sul funzionamento della società. Accade però frequentemente che i diritti secondari si pongono al di sopra di quelli prioritari e originari, privandoli di rilevanza pratica."

Pubblicato in Sacro&Profano
Sabato, 10 Ottobre 2020 09:30

Suggestioni

I fisici teorici ipotizzano che ci sfugge il novantacinque per cento della realtà; il cinque per cento che (un po’) conosciamo dicono sia strutturato in differenti regni, ognuno con le sue leggi. Il regno subatomico ha le sue, quello atomico altre, ognuno funziona a modo suo e noi lì in mezzo. Nell’osservare uno specifico regno il rischio è di rimanerne suggestionati al punto da fraintenderlo per tutta la realtà.

Un certo materialismo riduzionistico e meccanicistico ottocentesco è un esempio di questa frettolosa generalizzazione, così la New Age che fantasiosamente fa coincidere la fisica quantistica con le religioni orientali, conoscendo ben poco dell’una e delle altre, così da concludere che tutta la realtà non esiste; cosa che non afferma né tutta la fisica teorica e neppure tutte le religioni orientali, peraltro dire "religioni orientali" è dire tutto e niente, perché universi di pensiero, devozioni e ortoprassi differenti.

Noi un po’ come rane ci muoviamo in acqua, sott’acqua, in terra e saltiamo nell'aria, siamo in questo e quello, ma non siamo solo questo o solo quello.

Pubblicato in Filosofia di strada
Venerdì, 09 Ottobre 2020 09:24

Fratelli tutti, pedagogia (quasi) impossibile

Se l’amorevole amicizia sociale fosse un preciso fare conseguente a uno specifico sapere si potrebbe esortare e spronare all’amare tutti quanti, ma siccome è dimensione dell’essere risulta sdrucciolevole qualsiasi incitare, però se sei il papa puoi anche provarci.

Pubblicato in Attualità
Martedì, 06 Ottobre 2020 17:37

Comunicazione seriale

Leggere libri richiede tempo, molto tempo, troppo tempo, ma prima o poi inventeranno un cavetto USB-bionico con un capo che ficchi nel computer e l'altro in qualche orifizio organico, così da travasare in pochi istanti corposi PDF nel cervello.

Migrato il file resterà il problema di una nostra personale comprensione dei contenuti migrati e, ancor di più, quello di una nostra soggettiva elaborazione. A che servono i libri se non a stimolare una nostra elaborazione? Processo che si svolge in larga misura proprio nel tempo della lettura. Però per manuali di aeromodellismo, testi libertini dozzinali e roba del genere l'USB-bionico potrebbe anche funzionare se azzecchi l'orifizio compatibile.

Pubblicato in Attualità
Martedì, 06 Ottobre 2020 11:53

Cose e nomi

Si può fare un giro nel giardino ripetendo i nomi che sono stati appioppati alle piante, nomenclatura appresa e acquisita, ma possiamo anche passeggiare nel giardino incontrando piante senza nominarle perché ne ignoriamo i nomi, o li giudichiamo irrilevanti, preferendo incontrare fiori e foglie in presa diretta senza aggiungere alcunché.

Denominando avremo il vantaggio di una identificazione formale della pianta, individuazione che la colloca in paradigmi storici, scientifici e culturali e usciti dal giardino potremo comunicare agli altri la pianta incontrata proferendo l’arbitrio condiviso del suo nome.

Innegabili i vantaggi nel dare e nel conoscere i nomi, ma anche gli svantaggi perché il nome individua la cosa ma nel contempo la generalizza occultando ciò che abbiamo davanti per davvero, una sorta di trasmissione in differita, un film malfermo con l’audio un po’ fuori sincrono.

Pubblicato in Erbario
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