BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo
Martedì, 14 Gennaio 2020 11:23

Strategie

Un buon modo per emanciparsi da provinciali trascorsi dolorosi è lo studio della storia della filosofia, così da realizzare la piazza che abitiamo e di chi figli siamo.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 11 Gennaio 2020 19:32

Il nessuno eterno

Averroè (1126 –1198) nel solco di Aristotele sosteneva che l’intelletto umano fosse esterno al nostro corpo e universale. Seppur intimamente allacciato al nostro temporaneo transito di soggetti pensanti, l’intelletto ci preesisterebbe perdurando oltre la nostra personale individualità.

Davvero consolatoria l’ipotesi che l’intelligere che oggi viviamo continuerà vivace anche dopo schiattati, peccato che lo attueremo impersonalmente. Ma se nessuno saprà di farlo che gusto ci sarà mai? Per goderne ci vorrebbe un’anima incorporea personale ed eterna.

Forse meglio emanciparci da cosmiche manie di protagonismo considerando che, in fin dei conti, anche ora nelle nostre transitorie esistenze corporee è plausibile che già siamo immersi in potenze, universi e dimensioni altre, inconsapevoli di esserlo senza farcene problema.

Pubblicato in Filosofia di strada
Giovedì, 09 Gennaio 2020 16:37

Il buono, il brutto, il cattivo

“La Giustizia” spoglia di concreti casi di specie; “Il Triangolo” sprovvisto degli oggetti triangolari che conosciamo; “La Madre” privata delle madri in carne e ossa; “L’Uomo” senza specifiche persone… Ci sono per davvero o sono mere fantasie?

La problematica ha caratterizzato il medioevo -disputa sugli universali- ma in qualche modo era già iniziata molto prima della scolastica con Socrate-Platone, che mica ti chiedevano pareri su circostanze contingenti bensì definizioni della Pietà, della Saggezza, del Coraggio… Tutta roba che consideravano sussistente di per sé e che abbiamo già dentro e che, dunque, possiamo partorire. Anche ai nostri giorni l’epistemologia indaga, con risultati non tanto migliori rispetto ai classici, se sussista o non sussista e se alberghi prima, in, o post le cose, un concreto status ontologico dei generi e delle specie che applichiamo alle molteplici singolarità del mondo reale.

Tutto sommato l’affermazione di universali preesistenti là in un iperuranio che nel loro procedere fanno le cose di questo mondo, è un modo sofisticato per affermare l’esistenza di Dio, sia quello rivelato dei monoteismi che di quelli pagani. Alfred North Whitehead annotava che “tutta la storia della filosofia occidentale non è che una serie di note a margine su Platone”, tuttavia nel monitorare la disputa sugli universali possiamo osservare che si tratta di note sempre più correttive. Abelardo (1079 – 1142, ma moderno assai) interpretava gli universali -lo espongo grossolanamente- frutto della razionalità umana capace di cogliere e tirar fuori dagli oggetti esistenti categorie che li accomunano, è dunque l’intelletto umano che fa gli universali estraendoli e astraendoli dal molteplice ed eterogeneo tangibile per ipostatizzarli codificandoli in un linguaggio condiviso.

Il punto è che, sia creati da Dio -«Dio disse: "Sia la luce!". E la luce fu.»- che prodotti dall'umana ratio, una volta fatti gli universali ci sono per davvero, e che ci sia un punto della natura (Homo sapiens) capace di tanto qualcosa vorrà pur significare.

Pubblicato in Filosofia di strada
Domenica, 05 Gennaio 2020 17:12

La poiana

Il pensiero degli uomini produce il contesto storico sociale e lo svolgersi storico-sociale determina il pensiero degli uomini, ma questa mattina nell’incontro ravvicinato con una poiana la strana certezza che la mia esistenza avesse tutt'altro significato.

Il rapace catturato uno stornello per il troppo peso mi era atterrato, stile Spirito Santo, un metro (letteralmente) davanti. Mollata la preda tramortita si era posizionato su un ramo nell’attesa che me ne andassi per riprendersela. Felice d’esistere avevo ottemperato.

Pubblicato in Erbario
Giovedì, 02 Gennaio 2020 13:34

Prudenza

Solitamente si associa la prudenza all’andar piano -piedi di piombo- mentre è quel virtuoso optare per un fine ultimo il più possibile proficuo, scegliendo nella condizione data e nel tempo disponibile la mossa migliore.

Tre le opzioni disponibili: non farlo!; fallo!; fai altro, ma in questo scegliere se frenare, accelerare o svoltare, è l'intelletto che agisce e anche la più perfetta prudenza può toppare di brutto se l’intelletto è bislacco.[1]

_________________________________

1 Non così nella interpretazione cattolica dove la prudenza dirigerebbe (virtù cardinale) l’intelletto. Una sorta di ipostatizzazione della virtù a realtà di per sé sussistente e determinante, tale da permettere la scelta migliore anche all’idiota conclamato se ne è infuso.

Pubblicato in Sacro&Profano
Pagina 2 di 2

Copyright ©2012 brunovergani.it • Tutti i diritti riservati