BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Giovedì, 05 Ottobre 2023 14:56

Separati in casa

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Nella Chiesa cattolica dei nostri giorni ci sono momenti e tematiche dove il divario interno, fra tradizionalisti e progressisti, supera di gran lunga quello fra cattolicesimo e le altre confessioni cristiane. Non sarebbe male un bello scisma, così i quattro gatti ancora praticanti potranno optare per la Chiesa che più gli piace: due di qua e due di là. Diciamo “tradizionalisti”/“progressisti” come scrivono i giornalisti giusto per capirci, anche se qui sono definizioni imprecise[1]. Il punto è che, comunque le chiamiamo, lo scostamento fra le parti è diventato una voragine.

L’altro giorno collaborando a una iniziativa curata da un gruppo cattolico aperto, ecumenico, per nulla tradizionalista, impegnato nell’aiutare donne vittime di violenza, avevo partecipato alla messa. Era un bel po’ che non ci andavo così sono riuscito a osservare la cosa come se, arrivando da Marte, vi partecipassi per la prima volta.

Io non so se c’è Dio invece il sacerdote, dell’età di mio figlio, non solo era convintissimo della Sua esistenza ma, nella liturgia della messa, gli parlava direttamente. Parlava con Dio in italiano a tu per tu. Sappiamo che nel cristianesimo grazie all’incarnazione di Dio in Cristo, Vero Dio e vero uomo nell'unità della sua Persona divina, come recita il catechismo, Iddio puoi anche raffigurarlo, venerarne l’immagine e parlargli, perché con la mediazione di Cristo è superata la sacralità che ci separava dall’Onnipotente, quella che faceva togliere i calzari e nascondere la faccia per terra per non essere inceneriti dall’Innominabile Altissimo narrata dalla Bibbia: “Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo”.

Pur comprendendo la mediazione operata da Cristo che la Chiesa afferma, mediazione che renderebbe i fedeli figli di Dio, mi faceva strano sentire un giovane parlare faccia a faccia con Chi avrebbe creato l’universo. Mi colpiva il fatto che gli parlava con una noncuranza di fondo, data forse dall’abitudine. Se, come me, non sai se Dio c’è non gli parli, ma se affermi che c’è e gli parli pure mica puoi farlo con quella nonchalance, anche se ti consideri suo figlio. Stavo andando lì per dirgli: Ma sai cosa stai dicendo? Ma lo sai cosa stai facendo? Se l’Entità incommensurabile, inesprimibile, inconcepibile, l’Aldi là di tutto assoluto, l’Uno parmenideo, il noumeno platonico kantiano, il Dio di Spinoza, Il sommo funzionamento, invece di nessuno è qualcuno al quale credi di rivolgerti, mica puoi parlargli senza un minimo sindacale di timore e tremore.

Un po’ più di deferenza dovresti mostrarla, magari con formule solenni dette in una lingua antica, e poi un qualche dispositivo di protezione individuale, come quelli utilizzati per i lavori pericolosi, dovresti indossarlo: un paramento prezioso, un velo omerale per non bruciarti le mani nel maneggiare il Santissimo e poi, nell’armeggiare tale potenza, sarebbe meglio dare le spalle ai fedeli per proteggerli da eventuali deflagrazioni sovrannaturali.

Non ho tanto chiaro se ci sono o ci faccio, se sto facendo lo spiritoso o se nell'inconscio sono un tradizionalista sfegatato invece dell'agnostico che credo d'essere, non possiamo, però, negare che i tradizionalisti -dei quali nel conscio nulla condivido ma molto comprendo- hanno le loro buone ragioni per borbottare della Chiesa di Francesco. Il problema è che le due visioni nuotano in differenti e inconciliabili paradigmi: i progressisti nell’ortoprassi dell’amore per il bisognoso, i tradizionalisti nel sacro che prescegliendo alcuni si rivela nella storia attraverso questi.

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1  Dato che l’etica del buon samaritano, che vede la misericordia e la compassione verso il prossimo fragile e sofferente, chiunque esso sia, è la cifra dei cosiddetti “progressisti”, ci porta a collocarli nella dimensione gesuana delle origini, quindi tradizionale nell’accezione di fedele interprete dell’ortoprassi originaria. Viceversa i cosiddetti "tradizionalisti" sono espressione di sviluppi culturali e dottrinali successivi, che hanno prima trasformato Gesù di Nazareth in Gesù Cristo e poi riformato la Chiesa primitiva nella Chiesa “romana cattolica”, costruendo una lirica dottrinale (dall'ortoprassi all'ortodossia) e una struttura istituzionale estranee alla Chiesa delle origini, in questo senso se non proprio progressisti potremmo definirli novatori.

Ultima modifica il Domenica, 08 Ottobre 2023 21:02

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