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Mercoledì, 28 Ottobre 2020 17:22

Mediterraneo

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Ogni territorio ha forse le piante che si merita, dalle nostre parti il più ricco è quello della costa del Mediterraneo, fino ad una decina di chilometri all’interno. Un Cirmolo prealpino può evocarti un qualche rito celtico e con la genzianella aromatizzi la grappa, ma nel Mediterraneo tutto è esagerato. Se ti si secca un Fico è quello maledetto da Gesù, nell’incontrare i Gigli selvatici del campo vedi quelli della parabola, nel passare davanti al Prugnolo riappare la corona di spine. L’amaro Assenzio arboreo è proprio quello esaltato nell’Apocalisse e il Terebinto è lo stesso che il Siracide glorifica come giaciglio di angeli. l’Asfodelo è quello che gli antichi greci coltivavano sulle tombe certi che piacesse ai defunti; anche gli antichi romani nel vederlo rispuntare dopo l’incendio sulle morte ceneri, si erano persuasi che avesse a che fare con gli inferi. Le querce sono sempre quelle di Mamre coi tre viandanti ospiti di Abramo nell’ora più calda del giorno. Appena più in là la Ruta della decima che è forse l’omerica Erba Moly che Hermes strappa dalla terra per proteggerci da Circe. Forse meglio terminare qui la passeggiata, prima di essere risucchiati in un eterno continuo presente trans-temporale senza ritorno.

Ultima modifica il Giovedì, 29 Ottobre 2020 00:20
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