BLOG DI BRUNO VERGANI

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Martedì, 08 Maggio 2018 15:17

Ossimoro del giorno: ambulatorio filosofico

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Nel rapportarmi con gli altri i momenti più fruttuosi sono arrivati imprevisti ascoltando pensieri originali di alcuni amici. Costrutti vivi che mi hanno attivato un più chiaro vedere, come se avessero proficuamente innescato dei recettori specifici che stimolati hanno prodotto svolte. Il punto è che in questo operare dell’altro che ho ingurgitato al volo per elaborarlo, anche se talvolta boccone amaro, non albergava negli autori alcun interesse o intenzione di curarmi, di aiutarmi, di educarmi. Stando sul pezzo parlavano da loro, per loro, con me, col mondo.

L’intenzione di curare indispensabile negli ambulatori dentistici in situazioni differenti può rivelarsi prepotente. Chi si pone come educatore di uomini (non necessariamente come professionista), o come curatore di anime (non necessariamente da religioso), talora opera presupponendo uno stato di bisogno e vulnerabilità dell’altro, vale a dire un implicito stato di subordinazione a lui. Ascolterà misericordioso già sapendo quale sarà il bene per l’altro e applicherà procedure note, apprendibili e ripetibili (discipline), pianificando amorevoli percorsi per curarlo e guarirlo, ossia che l’oggetto bisognoso si conformi al concetto di bene prefissato dal soggetto curante. Questo non è sufficiente per diagnosticare l’eventuale malattia del presunto miserabile, però basta e avanza per vedere che il malato non è forse lui.

Per uscire dal pantano - governare, educare, curare, mestieri impossibili (Freud) - è forse necessario che la relazione poggi in presa diretta sull’improvviso onesto pensiero espresso e ascoltato da tutti gli interlocutori, nel comune disinteresse a prefabbricati beni da raggiungere e noncuranti di qualsiasi garanzia di riuscita. Eppure fa bene, talvolta guarisce.

Ultima modifica il Giovedì, 10 Maggio 2018 18:04
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