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Giovedì, 12 Maggio 2016 11:08

Tragiche trasposizioni

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Quale il motivo che porta taluni a inchiodarsi nel fortino della propria persona, o del gruppo di appartenenza, percependosi minacciati dal mondo intero? Da don Giussani che valutava “nulla”[1] oppure “illusione e sterco”[2] tutto ciò che non coincideva con la sua interpretazione di Cristo e della Chiesa cattolica, ad un certo Islam, al neorazzismo di provincia, a chi scorge fuori da sé sempre e solo minacce, sovente occulte (complottismo).
Per la psicoterapeuta e teologa Hanna Wolff tale alienazione per il supposto assedio dell’Altro è causato da precise dinamiche proiettive:
«Tutta la svalutazione che colpisce il non-prossimo, lo degrada e lo esclude dalla comunità umana, […] in verità è, una tragica trasposizione, su scala gigantesca, delle proprie inferiorità.»[3]

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1 «Amici miei, che compito, che responsabilità! Perché gli altri nel mondo dipendono dalla nostra vita.» (Vita di don Giussani, Alberto Savorana, p. 728).
2 «La gioia più grande della vita dell’uomo è quella di sentire Gesù Cristo vivo e palpitante nelle carni del proprio pensiero e del proprio cuore. Il resto è veloce illusione o sterco». (ibid. p. 51).
3 Gesù psicoterapeuta, p. 146.

Ultima modifica il Giovedì, 12 Maggio 2016 11:14
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