In Puglia si conversa assai così nell’ascoltare i miei clienti in erboristeria constato che più uno è malriuscito (categoria umana classificata da Nietzsche) più vede malriuscito il mondo, più ha spirito creativo più lo vede dinamico, e così via. Dimostrazione empirica che “il mondo è una mia rappresentazione” (Schopenhauer), sia perché vediamo la realtà da un punto di vista soggettivo - mica l’occhio è onnipervadente, ma senza potersi vedere osserva ciò che lo circonda partendo da un punto univoco guardando, dunque, le cose da una precisa angolazione -, ma ancor di più perché consapevolmente o inconsapevolmente - la psicoanalisi sentenzia inconsapevolmente - proiettiamo parti di noi sulla realtà; se davvero così per ben interpretarla sarebbe necessario individuare gli occulti personali fattori che le spariamo addosso distorcendola.
Tutti in analisi? Non so ma da quelle parti un qualche modo bisognerà pur inventarlo.