BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Mercoledì, 06 Febbraio 2013 09:33

Asphodelus

Scritto da 

«L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio».
(Italo Calvino, Le città invisibili, 1972)

Diego Fusaro commentando il suo libro “Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo” da nome e cognome all’inferno sociale denunciato da Calvino:
«… in quest’ottica, si spiegano peraltro fenomeni interessantissimi come l’abolizione del pensiero dialettico, la rimozione completa, fino all’89 – dicevo - che è la data decisiva, insieme al ’68; perché con l’89, col crollo del muro di Berlino, è come se sotto le macerie fosse rimasta la pensabilità stessa dell’ ‘essere altrimenti’. Il capitalismo si assolutizza, diventa come l’aria che respiriamo, neutralizza il pensiero stesso di un’altra possibilità. Io nel libro uso una formula spinoziana, capitalismus sive natura, il capitalismo diventa la natura in cui viviamo, al tal punto che non si parla nemmeno più di capitalismo. Se si parla di capitalismo, già lo si identifica e se ne mette in discussione la pretesa con cui si autocontrabbanda il capitalismo, cioè quella di essere assoluto, intrascendibile, un destino. Il capitalismo non dice mai di essere ‘il miglior mondo possibile’, dice però di essere fatalmente ‘il solo mondo possibile’, squalificando le alternative, la possibilità di essere altrimenti.»

Chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno? Chi merita durata e spazio?
C’è gente ammalata o in prigione che non si preoccupa perchè sta in piedi sulle proprie gambe indifferente alle ultime dichiarazioni dei politici, chi li ascolta più del necessario si ritrova a frignare. Urge disintossicazione. Ieri vicino al Mirto ho piantato un Asphodelus e oggi lo annaffierò allargando il getto in una specie di pioggia leggera. Tutto il potere al singolo! 

1 commento

  • Link al commento delia Mercoledì, 06 Febbraio 2013 13:44 inviato da delia

    Ho sempre presente un passaggio di un film visto in una vita precedente, in un'Argentina in cui si faceva incetta di film "altri" nei puzzolenti cineforum studenteschi. Probabilmente il film in questione era "Fragole e sangue", credo riguardasse le scintille che a metà degli anni '60 si accendevano a Berkeley. Durante la dura repressione a una manifestazione, un paio di poliziotti avevano isolato uno studente con il suo cartellino di cartone in cima al palo (così naif ...). Oltre la rabbia e il disprezzo, uno dei poliziotti s'impietosisce e chiede al ragazzo (riporto il mio ricordo, non le parole testuali): "Ma non vedi come è la situazione? Vi stroncheremo! Cosa pensi di cambiare?". La risposta mi sembrò vagamente qualunquista sul momento, ma negli anni diventò il
    mio Asphodelus, per dirlo con le tue parole. "Non tento di cambiare nessuno. Sto solo cercando di non essere cambiato...". Ecco, sono a fare quello che faccio, nel modo in cui lo faccio, per non rientrare nel mucchio di quelli si sono adattati a vivere nell'inferno. E credo veramente che le testimonianze dei singoli faranno primavera prima o poi ...

    Rapporto

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