BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Lunedì, 31 Maggio 2010 11:55

Vocazione

Scritto da  Bruno Vergani

 

L’insoddisfazione, l’avvertire la propria esistenza inautentica è condizione diffusa. Solitamente la causa del disagio la si addebita a contingenze esterne: necessità di dedicare eccessivo tempo ed energie per il sostentamento; subire impegni e responsabilità personali non delegabili ad altri in un mondo ingiusto e contesti sociali asfittici: siamo in gabbia nostro malgrado. Mi sono permesso una iniziativa, con approccio utopistico, e ho chiesto a chi incontravo: “Se i bisogni primari fossero per te immediatamente e definitivamente risolti con sovrabbondanza di risorse; se fossi costantemente in salute e libero da ogni costrizione e incombenza cosa faresti? Come impiegheresti la tua esistenza?” In altri termini cosa vuoi davvero? Cosa cerchi dal profondo?I più hanno riferito un vago desiderio di andarsene per raggiungere un immaginario luogo esotico; altri rimarrebbero dove sono, smetterebbero di lavorare e aiuterebbero con elargizione di denari i familiari più prossimi.Numerosi comprerebbero una villa e un SUV dall’aspetto muscoloso, 3.800 di cilindrata.Una minoranza esigua del campione farebbe invece percorsi “in salita”: diventerebbero solidali con chi si trova in difficoltà anche se non parente e neppure prossimo; si dedicherebbero alla cultura; si impegnerebbero a tempo pieno per la giustizia sociale e lo sviluppo sostenibile. Abbraccerebbero percorsi esistenziali per trovare un pezzo di senso all’umano vivere consapevoli che, pur liberi dalle incombenze, alla fine si muore. Questa minoranza è quella che sta meglio; persone che, in qualche modo, nonostante le inevitabili costrizioni, già fanno quanto desiderano. Non subiscono la loro condizione ma la accettano e per quanto gli è consentito prendono iniziativa in progetti e percorsi nuovi, originali e appassionanti.Dal breve sondaggio si evince che l'esistenza ci invita continuamente ad un appuntamento, ad un destino personale, ad una vocazione e l’insoddisfazione è “promemoria" che siamo fuori strada o in ritardo. Se procrastiniamo l’appuntamento con noi stessi forze misteriose ci rendono irrequieti: arrivano, chissà da dove, sentimenti di unicità, di grandezza, di inquietudine del cuore e di struggimento per un desiderio di bellezza e di pienezza assoluta per i quali, probabilmente, l’edonismo è risposta infantile e caricaturale, viceversa la poesia, la solidarietà e la ricerca di senso sono risposte più mature e consapevoli. In un ogni caso sembra proprio che, a differenza degli animali, non siamo vocati all’accettazione dello status quo perché condannati a perseguire un "oltre" e a cercare cose grandi, a sentirci insieme esuli sulla terra e partecipi dell'armonia del cosmo. Strana condizione quella degli umani. Una sorta di patologia antica ci ha resi diversi degli animali, o è la natura che ci ha fatti così? Lo sa?

Ultima modifica il Venerdì, 28 Ottobre 2011 23:58

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