BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo
Martedì, 14 Dicembre 2010 10:44

Morale e moralismi

Scritto da  Bruno Vergani

 

Fino all’altro ieri talvolta capitava che i cattolici praticanti erano giudicati moralisti, un automatismo concettuale, una specie di tic che scattava nei miscredenti quando un cattolico, magari conservatore, affrontava tematiche sessuali, o esprimeva giudizi contro i malfattori, oppure insofferenza all’incoerenza. Negli ultimi mesi la situazione è mutata: il tic dell’antimoralismo ha invasato proprio quei cattolici che n’erano vittime. Se stimolati in punti specifici: la pedofilia in ambienti cattolici e l’immoralità del Premier scattano rapidi come la rana di Galvani contro l’interlocutore per accusarlo di moralismo. Sono i cattolici neoconservatori berlusconiani, provate a parlare con uno di loro per averne immediata conferma e se non lo trovate ascoltate Maurizio Lupi quando gli ricordano l’incoerenza tra la dottrina cattolica di cui è paladino e il comportamento di Berlusconi. Lupi reagirà di scatto indulgente verso il capo e spietato contro gli interlocutori, che giudicherà moralisti e ipocriti. Com’è potuto accadere, in così breve tempo, uno scambio di ruoli tanto radicale? Perché tacciare di moralismo e ipocrisia, accusa odiosa, chi invita al pensiero logico e ad un minimo di coerenza? La motivazione è la difesa ad oltranza del leader e sappiamo che tale compito, se il capo è Berlusconi, è arduo. I conservatori del secolo scorso un qualcosa di divertente e anche di po’ logico avrebbero escogitato rispetto agli attuali, che invece vanno a prendere in prestito e a sproposito, il pensiero di Don Giussani per giustificare il capo. Proprio da lì arriva l’accusa di moralismo per chi attacca Berlusconi. Nel testo tratto da “Generare tracce nella storia del mondo” (Rizzoli) Don Giussani scrive:  “Solo Dio misura tutti i fattori dell'uomo che agisce e la sua misura è oltre ogni misura: si chiama misericordia, qualcosa per noi di ultimamente incomprensibile. Come l'uomo Gesù che ha detto di coloro che lo uccidevano: “Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno”: sull'infinitesimo margine della loro ignoranza Cristo costruiva la loro difesa. La nostra imitazione di Lui è nello spazio della misericordia. Per questo la moralità è una tensione di ripresa continua. Come un bambino che impara a camminare: cade dieci volte, ma tende a sua madre, si rialza e tende. Il male non ci ferma: possiamo cadere mille volte, ma il male non ci definisce, come invece definisce la mentalità mondana, per cui alla fine gli uomini giustificano quello che non riescono a non fare”.  Morale come tensione ideale invece che sudditanza a precetti. Si può essere d’accordo oppure dissentire perché il pensiero è chiaro, ma la forzatura di assimilare un bambino che cade e si rialza con un anziano signore che ostenta le sue avventure erotiche a pagamento, mentre presiede un governo che storta il naso alla proposta di  distribuire i preservativi nelle scuole per prevenire infezioni da HIV, è invece tutta da chiarire.  

Ultima modifica il Sabato, 29 Ottobre 2011 00:10
Altro in questa categoria: « Biografie Radiografia »

2 commenti

  • Link al commento  Gino Sabato, 01 Gennaio 2011 10:05 inviato da Gino

    Credo che ibuon prof Viroli abbia risposto eloquentemente a questa domanda:Il signore,il padrone e i vassalli o camerieri.
    A Napoli volgarizzano dicendo :commandare è meglio che fottere.
    Gino

    Rapporto
  • Link al commento  bruno vergani moderatore Domenica, 02 Gennaio 2011 20:19 inviato da bruno vergani moderatore

    Gino, potresti indicare testi di riferimento di Viroli: titolo ed editore. Grazie

    Rapporto

Lascia un commento

Copyright ©2012 brunovergani.it • Tutti i diritti riservati