BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Domenica, 06 Febbraio 2011 12:34

Qualcosa di infinitamente più grande? No grazie.

Scritto da  Bruno Vergani

 

Tesi: la magistratura non salva l’’uomo, lo salva invece quella politica che, nonostante l’immoralità dei suoi esponenti, espande la Chiesa, quindi Cristo unico Salvatore, nella società. Conseguenti indicazioni metodologiche: siccome Berlusconi sostiene la dottrina sociale della Chiesa,  per emanciparci dallo sgomento che ci procura la sua immoralità occorre sostenerlo.Non è uno scherzo, ma la posizione di Comunione e Liberazione sull’attuale momento politico italiano. Un paciugo incomprensibile e ambiguo di escatologia e cronaca malamente messi insieme che, nell’equivocare i livelli, sfugge alla realtà. Arrivano loro per proporre un approccio “alto” alla politica. Pontificano ieratici sofismi assurdi, anestetizzano lo sgomento di Bagnasco (peraltro intervento di per sé tiepido) e fanno intendere che la posizione della CEI non si riferisce a Berlusconi, ma alla condizione umana fin dalle origini del mondo, un mero giudizio alla primigenia fragilità di noi uomini in generale, così glissano su nomi e cognomi e circostanze note per parlare di salvezza, libertà, di un qualcosa infinitamente più grande della miseria umana. Come permettere a questa avvenimento divino, risolutivo della condizione umana, di agire? Come far sì che Cristo salvi la politica? Dando sostegno e spazio a questo governo.Segue l’articolo.Tracce 31/01/2011Chi salva la politica?«Sgomento»: si parte da qui, dal «primo effetto che ha su di noi questa valanga di fango e di caos». Anticipiamo da Tracce di febbraio un commento sulle vicende italiane dell'ultimo periodo«Sgomento». Ha usato questo termine, il cardinale Angelo Bagnasco, per accennare ai fatti che occupano le prime pagine da giorni. È una parola vera. Basta guardarci, per accorgersene. Sorprendere il primo effetto che ha su di noi questa valanga di fango e di caos.Prima della repulsione di fronte allo squallore che viene a galla. Prima della ribellione per una battaglia politica fatta via inchieste e provvedimenti giudiziari, che sta mettendo a rischio il bene di tutti. Forse addirittura prima della rabbia e della pena per un Paese che avrebbe bisogno di tutt’altro e si ritrova impantanato tra bungabunga ed annizero. Prima di tutto questo, o comunque dentro tutto questo, se siamo leali il contraccolpo ha davvero quel nome: sgomento. Ovvero, malessere. Disagio. Per un modo di trattare cose e persone triste di suo, e reso ancora più amaro se accompagnato dall’illusione di potere tutto, anche sfuggire al tempo. Per la menzogna di chi si aspetta che «a cambiarci la vita» sia qualche busta piena di euro, intascati magari dando in cambio te stessa o spingendo tua figlia a sgomitare per farlo. E anche per come si usa di tutto ciò per attaccare un avversario che non si è riusciti a buttar giù a forza di voti ed elezioni. Sesso, soldi e politica. «Lussuria, Usura e Potere», come diceva Eliot. In fondo, la vicenda è sempre lì. Le tentazioni eterne, di sempre e per tutti.Certo, sulle inchieste serve chiarezza. Se c’è ipotesi di reato (reato, non peccato: quello, fino a prova contraria, non riguarda i pm), si indaghi, e in fretta. Così come è urgente che ognuno torni a fare il suo mestiere, che politici, giudici e media si rimettano al servizio del bene comune - vocazione che in gran parte stanno smarrendo - anziché «tendersi tranelli», come ricordava il cardinale Bagnasco, aggiungendo che «dalla situazione presente nessuno ricaverà motivo per rallegrarsi né per ritenersi vincitore». Ma non perdiamo l’occasione per prendere sul serio quel contraccolpo iniziale, quel turbamento. Non spostiamoci - o non lasciamoci spostare - sulla sempiterna “questione morale”, sull’incoerenza, sulla debolezza umana. Fatti serissimi, di cui tenere conto, ma che arrivano dopo, perché in fondo lo sappiamo che è difficile mettersi nei panni di chi scaglia per primo la pietra. Un istante prima, invece, c’è quel disagio, quell’inquietudine profonda. Che, se viene presa sul serio, porta a una domanda: ma chi può salvarci da questo? Chi può tirarci fuori da un modo così avvilente di trattare se stessi e gli altri? C’è qualcosa che possa riempire la vita più di sesso, soldi e potere o tutto ciò a cui possiamo ridurre il nostro desiderio di felicità? Qualcuno capace di attirare tutto di noi a sé, perché - finalmente - basta al nostro cuore? Chi può salvare l’umanità di Berlusconi, di chi gli gira intorno, di chi gli dà addosso - e mia, qui e ora? La salvezza, la pienezza dell’umano, non verrà dalla politica, se mai ci fosse stato bisogno di conferme. Né dai giudici. Ma da chi, allora?Qui lancia la sua sfida il cristianesimo. Qui, ancora una volta, ci provoca fino in fondo Cristo. L’Unico che ha la pretesa di rispondere al nostro bisogno di felicità. L’Unico che può generare una morale, cioè salvare l’umano: sfidarlo con un fascino più potente del resto - di tutto - e attrarlo a Sé, fino a cambiarlo. Perché è l’Unico che gli riempie il cuore.Ma qui si capisce anche il realismo dei criteri che la Chiesa ha sempre usato per giudicare la politica e i politici: il bene comune, appunto, e la libertas Ecclesiae, prima e più della coerenza e dell’ineccepibilità morale del singolo. Sembrano non c’entrare nulla. Invece entrano nel merito fino in fondo. Perché se è solo Cristo che salva l’umano, salvaguardare la Sua presenza nella storia - la Chiesa - vuol dire lasciarGli spazio nel mondo, qui e ora. Vuol dire aprirsi alla possibilità che potenti e soubrette, magistrati e giornalisti (e noi, con loro) incontrino qualcosa per cui vale la pena vivere, e cambiare.È questo che chiediamo alla politica. Non la salvezza, ma che lasci spazi di libertà a questo luogo che salva anche la politica, perché rende presente nel mondo qualcosa che non ha paragone con Usura, Lussuria e Potere. Qualcosa di infinitamente più grande. Qualcuno di vero.

Ultima modifica il Sabato, 29 Ottobre 2011 00:40
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5 commenti

  • Link al commento  aria Lunedì, 07 Febbraio 2011 22:00 inviato da aria

    Mi aveva colpito moltissimo un suo post di qualche tempo fa, in cui lei metteva in evidenza quanto Giussani avesse un rispetto per le donne pari a zero: aveva umiliato ferocemente le due suore arrivate in ritardo a non so che suo ritiro. Ecco, a me sembra che le attuali sortite dei vari portavoce ciellini non nascono dal nulla, ma da una ben precisa formazione, che poi in definitiva si chiama semplicemente chiesa cattolica romana. Come dicono i francesi la mela non cade mai troppo lontana dall'albero, e infatti Formigoni, Lupi, Amicone, e quel che é peggio le donne cielline, che nell'ora presente ci scandalizzano difendendo l'indifendibile semplicemente concretizzano ciò che l'universo simbolico della chiesa cattolica comunica da millenni: la donna é un essere umano meno umano dell'uomo, la donna, che sia suora o moglie, non soltanto non può esercitare potere, ma soprattutto non può parlare, non può pensare. Pertanto harem più harem meno, maggiorenni o no, sono sottigliezze, perché in definitiva la donna non é altro che un corpo senza facoltà di parola: poco più di una bestia. Questo ci comunica la tradizione della chiesa cattolica, attraverso il potentissimo canale della liturgia attuata attraverso scenografie esclusivamente maschili, a beneficio di platee composte per lo più di donne zittite e rassegnate. I ciellini nei loro ragionamenti non hanno niente di bacato, sono semplicemente cattolici. E le dirò, io mi rendo sempre più conto che sono tra i cattolici meno pericolosi, perché sono i più sinceri, con se stessi e con gli altri. In loro la ricerca avida del potere é esplicita, manifesta, mentre nelle altre sette cattoliche é ben nascosta, soprattutto a coloro che disgraziatamente ne fanno parte. Finché dura la dittatura vaticana in Italia preferisco mille volte di più avere a che fare con un ciellino, dal quale so esattamente cosa posso aspettarmi, piuttosto che con cattolici inquadrati in qualche movimento ipocritamente "progressista" tipo Sant'Egidio o Focolari, oppure con chi segue preti "di frontiera" perfette incarnazioni di machismo come don Paolo Farinella. Bisogna dare atto ai ciellni, nella disumana tragicità dei loro recenti ragionamenti, di una sorta di coerenza e onestà intellettuale: non tradiscono la logica della corte papale, e non temono di farlo sapere.

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  • Link al commento  bruno vergani moderatore Martedì, 08 Febbraio 2011 10:46 inviato da bruno vergani moderatore

    Gentile aria, escort e suore, nella fattispecie "Vergini minorenni offerte al drago liftato" e "Vergini offerte in sacrificio nell'istituzione ecclesiastica" dinamiche apparentemente agli antipodi, ma invece con radici contigue? Con concezioni della donna simili? Espresso così appare giudizio affrettato e azzardato, sarebbe invece proficuo un suo scritto che enuclei il nocciolo comune, che sviluppi gli spunti, davvero interessanti, che ha scritto; un approccio al problema, in questi giorni, poco esplorato.

    In CL è oggi presente nella disumana tragicità dei loro ragionamenti una sorta di coerenza e onestà intellettuale (autoreferenziale non oggettiva) mischiata, però, a confusione, se fossero coerenti e intellettualmente onesti si impegnerebbero in un progetto che trovi un premier espressione reale e intimamente protagonista, per ideali e stili di vita, a quello che a loro sta a cuore, senza che si giudichino per questo moralisti e neppure ipocriti. A dire il vero qualcuno lo sta progettando: Formigoni premier. Io sarei contro, ma nel contempo sarebbe scelta almeno comprensibile rispetto al delirante sillogismo, vedi Maurizio Lupi, dove si afferma che un premier per essere in grado di non fare leggi abortiste e permissive, né dare eutanasia per sentenza di un giudice e quant'altro i ciellini ritengono giusto e santo occorra che sia necessariamente uno schifoso.

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  • Link al commento  aria Martedì, 08 Febbraio 2011 23:03 inviato da aria

    Gentile Bruno,
    no, io credo che la sua equazione non sia corretta. Storicamente per le donne il convento é stato al contrario un'opportunità di realizzazione finalmente indipendente dall'oppressione maschile, pensi ad esempio in tempi non lontanissimi a Francesca Cabrini, o al genio di Teresina, solo per fare due esempi tra i mille possibili. La loro vita, di viaggi senza soste per l'una, di studio incessante per l'altra, avrebbe mai potuto essere se fossero state mogli a quel tempo? Un'immagine mi pare eloquente, in tempi meno recenti: Giovanna di Chantal, vedova, che decide di entrare in convento contro la volontà dei figli maschi. Uno dei figli si distende davanti alla porta mettendo la madre di fronte alla terribile decisione di doverlo calpestare per lasciare la casa, e Giovanna tranquillamente gli cammina sopra e se ne esce per farsi suora.
    Se vuole esempi recentissimi, suor Rita Giaretta che ha scritto da Caserta su missioneonline chiamando il premier Erode di sicuro é riuscita a trovare uno stile comunicativo molto più efficace di tanti articoli farraginosi di giornaliste che lo condannano.
    No, non occorre pensare alle suore per trovare donne offerte in sacrificio in questo paese dove regna il vaticano, anzi, la maggioranza delle donne sposate che hanno ora settant'anni-ottant'anni sanno bene che molte suore della loro età hanno avuto una vita più libera, e spesso queste donne sposate hanno invidiato la loro vita.
    La sua equazione mi fa pensare che purtroppo lei non si rende conto fino in fondo di quanto le donne in genere, non quelle "speciali" perché consacrate, in Italia siano offerte in sacrificio incessantemente.

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  • Link al commento  bruno vergani moderatore Mercoledì, 09 Febbraio 2011 18:03 inviato da bruno vergani moderatore

    Gentile Aria, leggo un po' di confusione riguardo le donne nella Chiesa cattolica, quando sostiene che in una istituzione dove l'universo simbolico e liturgico giudicano, a suo dire, la donna come essere umano meno umano dell'uomo, considerandola poco più di una bestia, ma nel contempo, sempre a suo dire, le agiografie di donne consacrate (proprio in quella stessa Chiesa misogina) testimoniano invece emancipazione e indubbia realizzazione del femminile.
    Per l'ultimo punto, quello che mi riguarda, invece la ringrazio; le molte donne che conosco, con le quali condivido l'esistenza, il lavoro, percorsi di ricerca, d'amicizia, sono persone libere, mai subalterne e da qui sono portato ad un giudizio positivo sulla condizione della donna in generale, ma leggendo la cronaca mi devo ricredere, i dati della violenza e del sopruso sulle donne da parte degli uomini sono invece impressionanti e urge davvero una maggiore consapevolezza.

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  • Link al commento  aria Mercoledì, 09 Febbraio 2011 21:39 inviato da aria

    e se un po' di confusione fosse invece un po' più di complessità della storia degli esseri umani? In Italia la storia non si studia, a partire dalla riforma di Gentile che vedeva nell'insegnamento dei fatti storici ripetuto per cicli nient'altro che uno strumento per documentare il trionfo dell'Ideale. Da allora nulla é sostanzialmente mutato perché é funzionale ad ogni regime impedirci di studiare autenticamente la storia. Perché non legge qualche "agiografia" di donne scritta con intelligenza? Non una celebrazione devota, ma una vera biografia, critica ma fedele. Potrebbe restare sorpreso. Ogni sistema idolatrico riduce le donne a bestie, perché il potere maschile del sacro é potere che fa leva sulla paura della morte e quindi emargina la vita. Ma in ogni sistema le donne si sono ribellate e continuano a ribellarsi, con una fatica e un dolore immenso, che gridano e non smetteranno di gridare, che inesorabilmente sgretolano le strutture del sacro, per insegnare nella storia il Santo. E i segni restano, indelebili, nel passato che ci apre il significato del presente... basta cercarli.

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