BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Lunedì, 14 Gennaio 2019 10:08

Io, il mondo

Tutta la storia della filosofia dipana la relazione tra Soggetto e Oggetto.

Proprio quello che, ignari o consapevoli, proviamo a fare ogni momento.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 12 Gennaio 2019 18:15

Ars moriendi del ragioniere

Stimano che di Homo sapiens ne siamo vissuti dai 60 ai 100 miliardi di esemplari.

Visto che su questa terra ci stiamo da un po’ e che al momento siamo più di 7 miliardi è un numero non poi enorme nel totale, comunque bastevole per accogliere il personale epilogo con una nota di nonchalance:

mal si addice un eccessivo sussiego per un evento tanto testato da rasentare il dozzinale.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 12 Gennaio 2019 11:18

Moti

Per capire la natura può aiutare il time lapse, tecnica che sostituendo la tele-foto-camera con un buon testo di antologia filosofica possiamo utilizzare per comprendere meglio il pensiero universale.

Leggendolo in celere continuità ci si accorgerà che le numerose e differenti concezioni, anche se opposte, provvisorie e parziali, esprimono tutte una qualche cifra di verità che l'insieme mostra. Insomma dinamici mosaici di saggezze.

Pubblicato in Filosofia di strada
Giovedì, 10 Gennaio 2019 17:53

Neoidealismi

Nel leggere degli stralci estrapolati dagli scritti di Giovanni Gentile, nei quali esponeva i concetti fondamentali dell’attualismo, concezione filosofica neoidealista che riconduce la realtà del mondo all’atto dell’Io pensante in quanto pensa, visione tanto assoluta da affermare che l’umana coscienza contiene lo spazio e il tempo e non viceversa, mi è tornato alla mente un mio risveglio post intervento chirurgico.

Ricordo che avevo più anestesia in corpo che sangue e la coscienza andava e veniva in un istante, come quando si accende e si spegne la lampadina del soggiorno. Quando si spegneva, nello sparire vedevo che con me si dissolveva il mondo, quando si accendeva, prima tornavo io e immediatamente dopo di me tutto quanto. Lì per lì avevo empiricamente indotto che il mondo esisteva grazie a me, ma trascorsa manco mezzora avevo giudicato quell’esperienza un avvincente delirio.

Vista la contiguità -con le debite proporzioni- tra quella mia empirica esperienza naif e la fine teoresi di Gentile, ciò che colpisce è che lui risoluto non indietreggia di un millimetro, anche se basterebbe un vaso di ortensie che gli cade in testa per interrompere la potenza di quell’Io che fa ontologicamente le cose, le quali indifferenti all’incidente continuerebbero gloriose il loro esserci poggiando su se stesse. Per quanto ho compreso Gentile non indietreggia perché, a differenza della mia ingenua esperienza post operatoria, prova a risolvere la dicotomia soggetto/oggetto interpretandoli come un’unica realtà:

«Così, o che si guardi l'oggetto visibile, o che invece si guardi gli occhi a cui esso è visibile, noi abbiamo due oggetti di esperienza: di una esperienza, la quale noi stiamo attualmente realizzando, e rispetto alla quale non solo l'oggetto, ma anche il soggetto dell'esperienza che viene analizzata, fatta termine della nuova presente esperienza, è oggetto. Se non che gli occhi nostri non possiamo guardarli se non nello specchio!» (G. Gentile, Teoria generale dello spirito come atto puro).

Il mondo prenderebbe, di volta, in volta, coscienza di sé nell’Io pensante in azione, e viceversa. Io che non va, dunque, equivocato con un antropocentrico e egotistico solipsismo, ma come coscienza in atto, spirito che comprende e fa l'esistente. Che lo faccia non lo so, ma che gli dia un momentaneo senso mi sembra plausibile.

Pubblicato in Filosofia di strada
Mercoledì, 09 Gennaio 2019 15:30

Empirismo provinciale

Il verbo dedurre è comunemente inteso come quel moto logico che giunge a delle conclusioni partendo da premesse. Nel linguaggio filosofico è la stessa cosa, ma solo quando partendo da premesse generali desumiamo delle necessarie conclusioni particolari, se invece facciamo all’opposto ricavando un principio generale da casi particolari è chiamata induzione.

Roba attinente alla ricerca scientifica dove il processo dell’indurre imperversa anche se pensatori come Hume e Popper l’avevano demolito giudicandolo antiscientifico: l’universalizzare un dato particolare per il mero motivo che appare empiricamente plausibile qui e ora, per me e qualcun altro, è un processo illogico.

Ho esposto grossolanamente ma forse quanto basta per provare a spostare la faccenda dalla filosofia della scienza al nostro vivere e considerare le tante visioni distorte della realtà prodotte dall’inconsapevole personale indurre quotidiano. Credenza nel così-per-me-così-per-tutto, detta filosoficamente, e pure comunemente, idiotismo.

Pubblicato in Attualità
Martedì, 08 Gennaio 2019 18:21

Mazzetta e scalpello

Nella mia contrada quasi tutti dispongono di qualche attrezzo per la manutenzione della casa e per coltivare la terra. Wittgenstein utilizza proprio l’immagine dell’officina attrezzata per spiegare il linguaggio, dove gli attrezzi sono le proposizioni e il lavoro che con questi facciamo il significato, metafora semplice quanto illuminante.

Nel voler rimuovere un pezzo d’intonaco se sprovvisti di scalpello si potrà, anche, utilizzare un grosso cacciavite e se si rompe la cesoia si proverà col seghetto e poi c’è il re dell’officina il martello, signore quasi onnipotente che equivale ai verbi Essere, Avere, Fare, Dire, Potere, Volere, Sapere, Stare e anche Accoppare, dipende da come utilizzato. Anche la chiave inglese regolabile può dire moltissimo anche se imprecisa, invece il vanghino per tartufi è precisissimo ma serve a poco, un po’ come il sostantivo tedesco Zweckgemeinschaft che un italiano può utilizzare per dire in un sol colpo l’estemporanea unione di persone dovuta a uno specifico interesse comune, ma estranee per tutto il resto.

Proficuo possedere un'attrezzatura, ancor di più se completa, di questi arbitri condivisi che sono le parole, ma alla fine ciò che davvero conta è per quale opera ci servono e come le utilizziamo nel compierla. E fu così che le parole nel prendere senso nell’operatività svelarono idioti incolti e saggi eruditi, ma anche eruditi idioti e incolti saggi.

Pubblicato in Filosofia di strada
Lunedì, 07 Gennaio 2019 16:06

Nel tempo previsto e stabilito

Sull’argomento faceva scena muta, sospensione proibita nei quiz televisivi e generalmente mal tollerata nell’era del primato del tempestivo sul congruo.

Dentro quel tempo sembrava tacesse, invece in quel ritardo ruminava idee già avute e ne provava di nuove, tentava diverse prospettive vagliando i pensieri che gli venivano in mente, procrastinava l’affermare di un giudizio che non lo convinceva remando per trovarne di più plausibili.

Ma la fatica di quel riflettere cresceva e con essa il suo disagio per l’impazienza degli interlocutori e così, per risolverlo, sparava una cazzata. Grossa però nel tempo previsto e stabilito. 

Pubblicato in Attualità
Sabato, 05 Gennaio 2019 15:50

Rasoiate

Nel leggere alcuni testi di neopositivisti del ‘900, riduzionisti spinti, sono informato che la metafisica, il sacro, le religioni, la coscienza, l’io e l’etica, sono meri prodotti psichici e che lo psichico è prodotto dalla biochimica della materia e che pertanto la metafisica, il sacro, le religioni, la coscienza, l’io e l’etica, sono riducibili alla combinazione del centinaio di atomi esistenti.

Interessante osservare che alcune metafisiche mistiche, opposte al materialismo estremo dei neopositivisti, più risolute di questi riducono tutto l’esistente, non a cento, cinquanta e neppure a dieci, ma a un Uno[1].

Lascio al giudizio del lettore l’individuazione di eventuali lacune nelle due teorie e al barbiere l’arte del rasoio.

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1 Monismo spirituale che a differenza del riduzionismo scientifico non intende l'1 in senso aritmetico, ma come "L' Essere Uno", substrato della molteplice apparenza.
 

Pubblicato in Filosofia di strada
Giovedì, 03 Gennaio 2019 18:48

Capodanno asincrono

San Silvestro: tre, due, uno… ZERO ! Quanto dura il punto che separa l’anno vecchio dal nuovo, il passato dal futuro?

Anche un nanosecondo stapperà asincrono la bottiglia dato che anch’esso dura scorrendo da un prima a un dopo, moto che non separa ma congiunge.

Strana faccenda il momento presente (non solo a Capodanno).

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
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