BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Sabato, 17 Aprile 2021 16:15

Introiezioni

Dalla sorgente mica sgorga acqua nativa ma del sottosuolo, così è per il colpo di genio.

Non possiamo escludere che tutto quell’interpretare l’umano pensare come strabiliante momento creativo primo e originale ci derivi dall’aver introiettato il racconto di Dio che crea dal nulla.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 17 Aprile 2021 13:26

Shabbat

Più si investiga e più si conclude di non sapere, strana esperienza mix di interminabile e insieme di meta raggiunta nella quale riposarsi soddisfatti.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Giovedì, 15 Aprile 2021 18:22

Essere e azione = evento

Taglio il prato e si alzano i moscerini e arrivano le rondini, pinguini in miniatura che volano come pipistrelli, una mi vira velocissima a venti centimetri dalla faccia attimo che tutto spiega e risolve.

Pubblicato in Erbario
Mercoledì, 14 Aprile 2021 17:56

Noetica di strada

Moriremo e lo sappiamo, ma pur al cospetto della ineluttabile sovrastante imminenza gli abitanti del mondo invece di terrorizzarsi e pietrificarsi tirano dritto abbastanza disinvolti. La spiegazione più immediata, e ritrita[1], è interpretare questa diffusa scioltezza prodotta da rimozione che attiviamo in massa per anestetizzare l’angoscia di non esserci più.

Kafka va oltre: “L'uomo non può vivere senza una costante fiducia in qualcosa d'indistruttibile dentro di sé, anche se quell’indistruttibile come pure quella fiducia possono rimanergli costantemente nascosti. Una delle possibilità di esprimersi, per tale rimanere nascosto, è la fede in un Dio personale”[2].

La fede in un Dio personale è, dunque, una forma un po’ naif di cogliere, svelando e insieme nascondendo[3], questo nucleo personale che percepiamo immortale. Kafka, volutamente ambiguo, lascia in sospeso se tale nucleo sussiste di per sé precedendoci o è invece un nostro artefatto tanto ancestrale e così profondo da costituirci. Di fronte alla morte personale ci vuole tanta fede e una sterminata fantasia per almanaccare che quel quid senziente e pensante, prima dentro a uno specifico corpo e poi non più, sia migrato in qualche paradiso dove, ancora cosciente di se stesso, abbracci i cari che lo avevano preceduto, ma è forse necessaria ancora più fede e più fantasia per sentenziare, opponendosi alla spontanea percezione comune, che quell’io sia definitivamente e irrimediabilmente sparito come se non fosse mai esistito.

Di fatto come sentiamo il caldo e il freddo così abbiamo l’istantanea percezione che siamo costituiti da un nucleo indistruttibile che sentiamo affidabile, è per questo che tiriamo avanti. A ben vedere perché si inneschi l’angoscia di morte dobbiamo prendere iniziativa distanziandoci da questa percezione immediata, innata e spontanea[4] di immortalità, per inoltrarci in paradigmi discorsivi. A volte per infognarsi occorre impegno.

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1 In effetti orfani di monaci domenicani medievali che latrando dal pulpito ci rammentano che dobbiamo morire, così che possiamo prenderne nota, la rimozione imperversa. Devoto irriducibile del memento mori ci è però rimasto Umberto Galimberti che, seppur nuoti in tutt’altro paradigma rispetto a quello dei monaci cristiani, sa esprimere la stessa vis drammatica.

2 Kafka, Die Zürauer Aphorismen.

3 Le narrazioni svelano se narrazioni rimangono, prese alla lettera collassano e nascondono.

4 Noesi la chiamano i filosofi, i bambini nel caso di specie la esercitano in massimo grado percependosi assolutamente immortali. "In verità io vi dico: se non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli".

Pubblicato in Filosofia di strada
Domenica, 11 Aprile 2021 11:29

L’orto di casa

In ospedale avevo incontrato un vecchio morente che invece di lamentarsi del suo stato pensava tutto il giorno all’orto di casa (ne avevo scritto qui). Il panteismo dovrebbe essere una esperienza diretta, evidente, immediata e semplicissima come quella di quel vecchio, invece è roba da filosofi monismi che con speculazioni attorcigliate armeggiano forma, luogo, spazio, modi e attributi, nel tentativo di superare ogni dualismo e proporre un monismo cosmico che alla fine, dopo una serie di tripli salti mortali, non di rado risulta piuttosto misterico e quasi sacerdotale.

Strano Dio quello del panteismo, è tutto però lo possono vedere solo certi filosofi.

Forse meglio l’orto di casa, si regge da solo senza bisogno di spiegazioni, consola un po', non produce crampi mentali e lo vedono tutti quanti.

Pubblicato in Sacro&Profano
Sabato, 10 Aprile 2021 20:26

24.000

Ogni tre o quattro mesi taglio l’erba nella banchina della strada provinciale che confina col mio fondo e, ogni volta, affiora la spazzatura gettata dalle auto che passano. Questo pomeriggio in trenta metri lineari ho raccolto, oltre all’immancabile plastica, 16 bottiglie vuote di birra da 33 CL. Ogni quattro mesi in quel tratto ne raccolgo dalle 10 alle 20 bottiglie. Calcolando a spanne, se in trenta metri oggi ho raccolto 16 bottiglie, su trecento metri dovrebbero essercene 160 e su un chilometro possiamo prevedere ce ne siamo circa 500, calcolando le due carreggiate 1.000.

Visto che la strada provinciale in oggetto è lunga 24 km è verosimile che sulle carreggiate siano state gettate in quattro mesi 24.000 bottiglie di birra, migliaio più, migliaio meno, tutte perfettamente stracannate e abilmente gettate anche in tempo di Covid. Buon segno, la vita continua.

Pubblicato in Attualità
Giovedì, 08 Aprile 2021 16:54

Genio assoluto

Nell’antico testo ebraico Shi'ur Qomah, Rabbi Yishmael ha la visione di Dio seduto su un altissimo trono attorniato da schiere angeliche. E che fa il Rabbi al cospetto dell'Altissimo? Gli prende le misure.

Rendiconta che l’altezza totale di Dio è di 236.000 parasanghe [una parasanga corrispondente a circa 600 m], la distanza dal braccio destro al braccio sinistro è di 77.000 e l’occhio destro è lontano dal sinistro 30.000.

Più mi guardo intorno e più mi persuado che non esiste entità più strabiliante di Homo sapiens.

Pubblicato in Sacro&Profano
Domenica, 04 Aprile 2021 11:17

Gloria della materia

Siamo fatti di elementi inorganici che vagavano nel cosmo, allo stesso modo le ceneri del defunto disperse al vento contengono, nella loro materialità, la possibilità di produrre qualcuno.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi

Panteismo, alla lettera Dio è tutto. Il lemma stesso con quel “tutto” porta a interpretare la relazione della sussistenza di Dio nel mondo e del mondo in Dio in termini di quantità; una sorta di calcolo percentuale di mondo/Dio-Dio/mondo che tenta di definire la grandezza di una quantità rispetto all’altra. Ma siccome sono grandezze strane e che non stanno mai ferme, forse meglio evitare misurazioni e viversele fluttuando di spirito.

Comunque, se le percentuali piacciono, ci si può dilettare con numerose possibilità di calcolo:

panteismo ossia Dio è tutto, ovvero tutto quanto è Dio con gloria di tutte le cose e di Dio ma con elisione in agguato. Però è presente anche la versione soft che vede la natura permeata da Dio, una sorta di impregnazione o anche di fluire e sciogliersi di quote di Dio, o di Dio tutto intero, nella natura e della natura in Dio, fino anche a equivalersi. Se Dio è visto come entità impersonale ma immanente è panteismo, invece se Dio è considerata entità astratta si avrà un panteismo con accenti trascendenti da calcolare con specifici algoritmi. Nel caso Dio è visto come persona, cosciente, onnisciente, immanente e insieme trascendente, non è panteismo ma panenteismo. Se nel panenteismo si vuol sottolineare che Iddio è dentro tutte le cose si mette un trattino così: "pan-enteismo", se invece si vuole far risaltare il primato di Dio, che pur albergando nelle cose le trascende, si mette un trattino cosà: “panen-teismo". Se Dio non è considerato persona ma comunque entità razionale non è panteismo e neppure panenteismo bensì pandeismo - che etimologicamente è il contrario di pandemonio. Se il tutto è in Dio, Dio è tutto, dunque se Dio è nel tutto il tutto è (in) Dio, ovvero acosmismo vale a dire siccome il mondo è Dio il mondo non è più il mondo. C’è il panteismo ateista, il monista, il pampsichista, il naturalista, il cosmista New Age. Non possiamo escludere che ci sia pure qualche forma eretica di panteismo teista, però la percentuale non so come si calcola.

Pubblicato in Filosofia di strada
Domenica, 28 Marzo 2021 17:56

Tre lavande

Fa meno freddo e le tre lavande piantumate a ottobre iniziano a vegetare e le sento premere su di me.

Sono un portale di accesso ma se definisco a cosa apre si chiude.

Pubblicato in Erbario

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