BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Giovedì, 28 Luglio 2016 11:04

Cannabis e dintorni

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Coloro che mi conoscono personalmente, o mi leggono da tempo, sanno che - seppur un po’ strano - conduco un’esistenza ottemperando ogni normativa; vita tanto regolare e ordinata che se venissi condannato ai domiciliari col permesso di recarmi al lavoro nel laboratorio erboristico contiguo all’abitazione, manco mi accorgerei della restrizione.
Ancora tabagista da più di un decennio non inalo e neppure ingurgito sostanze psicotrope, sperimentazione empirica che tempo fa avevo praticato, senza dipendenza, per ricerca personale: che erborista sarebbe uno che, previa valutazione della specifica tossicità, precludesse per mero pregiudizio ideologico la sperimentazione in vivo e personale di alcune specie? Dopotutto posizione più ragionevole dei convivi dove i partecipanti iniziano a parlarsi disinibiti solo dopo aver oltrepassato il tasso alcolemico legale senza che alcun carabiniere accorra per sanzionarli.
Talvolta, estemporaneamente, avevo sconfinato nei prodotti artefatti e finanche sintetici, in ogni caso l’eroina per le note problematiche l’avevo bandita dalla sperimentazione; cocaina ed extasi, quest’ultima della prima generazione, le avevo provate per la prima ed ultima volta durante viaggi con giudizio pessimo: la prima denominandola “droga dei pirla” per il suo disordinato espandere ipertroficamente l’io, la seconda da evitare per la plastica esperienza che ti brucia un qualche miliardo di neuroni al minuto senza contraccambiare con qualcosa di serio; LSD il cervello te lo brucia uguale ma, perlomeno, ti fa comprendere come funzioni nell’universo: quello che accade, qualsiasi cosa accada, sei tu: un po’ poco a fronte della correlata mutilazione sinaptica.
Abbandonate tali sostanze dalla sperimentazione avevo contemplato le seguenti specie naturali, produzione artigianale by Padreterno - sperimentazione che sconsiglio al lettore e a chicchessia in quanto l’azione psicotropa o allucinogena di per sé non necessaria al vivere, per alcune piante può rasentare l’azione tossica, anche severa:
Marijuana, hashish; Salvia divinorum; "Convolvolo hawai" (Argyreia nervosa); Datura varie specie; Psilocybe; Amanita muscaria; “Peyote” Lophophora williamsii; Ayahuasca.

Oggi concludo che le droghe “leggere” esistono, le droghe “pesanti” pure: se non sai quello che fai con la Datura puoi soffocare col diaframma paralizzato, con la Marijuana no, anche se abusandone può accadere di peggio quando intronato procuri uno scontro frontale sulla provinciale. In linea di massima, le sostanze metteranno in rilievo quello che già sei con abbondanza di puntini di sospensione alternati a sottolineature e punto esclamativi, elementi che imbruttiscono la scrittura e forse anche il personale esistere.
Ritengo, invece, che per uso terapeutico ogni sostanza dovrebbe essere benvenuta, ricordando che ognuna procura risposta farmacologica variabile nell'interagire con le individuali sensibilità e strutture psichiche, dunque necessaria la conoscenza farmacognostica delle sostanze utilizzate e dei meccanismi d’azione correlati alle differenti preparazioni e posologie evitando il fai da te.

Fuori dal terapeutico che si scelga in libertà senza proibizioni: ci sono tanti modi per morire e per vivere, autorizzandosi da sé vengono tutti meglio.

Ultima modifica il Giovedì, 01 Settembre 2016 09:57
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1 commento

  • Link al commento Bruno Vergani Venerdì, 29 Luglio 2016 11:29 inviato da Bruno Vergani

    Qualcuno, anzi solo uno, nel leggere l’articolo ha preso moralistica distanza dalla mia persona. Trasponendo alla sessualità mi ha fatto pensare a quel pretesco minuzioso pontificare in materia con inossidabile pregiudizio ma sforniti della minima esperienza.

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