BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Domenica, 30 Ottobre 2022 15:27

Nomi e nomignoli

Considerandoci qualcuno invece che nessuno siamo soliti darci un nome proprio, così da esprimere le specifiche individualità che siamo. Anche agli animali domestici li sentiamo qualcuno e gli affibbiamo nomi e nomignoli, raro invece che chiamiamo una cavalletta Antonella o una mosca Maria e neppure Luciana un cespo di lattuga, o Massimiliano un sasso.

In questa concezione l’architettura del funzionamento naturale esprimerebbe con noi l’apice della sua potenza, gloria che scemerebbe gradualmente nell’allontanarsi da noi, affievolendosi negli animali, depotenziandosi ancor di più nei vegetali, estinguendosi nell’inorganico. Concezione, questa, così auto evidente da risultare ovvia? Mica tanto. Questa concezione è squisitamente monoteistica, ma dallo sciamanesimo alle filosofie orientali si affermano gerarchie affatto diverse, addirittura rovesciate.

Non so se i monoteismi siano stati generati da questa percezione empirica, e forse ingenua, del funzionamento naturale, o viceversa la concezione antropocentrica si è incistata in noi per avere introiettato il racconto dei monoteismi.

Pubblicato in Filosofia di strada
Giovedì, 27 Ottobre 2022 20:03

Simultaneo

Il sentiero era troppo stretto, serviva una strada larga per raggiungere con un mezzo il fondo del terreno e mi son messo a progettarla. Una parete a secco qui, un’altra lì, un viaggio di pietrisco qui, due altri là a ridosso della prima curva. Abbatto i fichi d’india e gli alaterni che hanno colonizzato l’area e più pulisco e più compare la strada già tutta fatta, perfetta come l’avevo pensata, anzi migliore.

Un centinaio di anni fa, forse più, qualcuno l’aveva già pensata e fatta, poi la vegetazione l’aveva occultata. Ma “un centinaio di anni fa” riguarda la temporalità, ho invece sentito che la strada l’abbiamo costruita insieme in un simultaneo infinito presente.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Giovedì, 27 Ottobre 2022 17:51

Vacuum

Entrato in me stesso non c'era nessuno.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Giovedì, 13 Ottobre 2022 15:21

Io e appartenenza

Se qualcuno non avesse trovato i gemelli sotto alla lupa starebbero ancora là a ululare, per conoscerci persone abbiamo il bisogno vitale di appartenere alla comunità umana. La cosa strana, per certi versi miracolosa, è che questa continua interconnessione costitutiva tra singole unità psichiche, invece di produrre individui sempre più standardizzati e uniformi, perché miscelandosi stemperano vicendevolmente le proprie singolarità, genera al contrario precise individualità, tutte uniche e sempre differenti.

Che si oppone a questo processo producendo disastri è evidentemente l’individualismo personale, ma l’individualismo di gruppo non è meno deleterio. Con individualismo di gruppo intendo quel processo psichico che accade a chi si affilia a certi fondamentalismi, dalle mafie alle sette religiose. Gruppi che sfruttando l’innata potente tendenza d'affidarsi all’Altro, la pervertono spingendo a identificare l’io del partecipante con il gruppo di appartenenza, fino al punto che quell’io si trasformi in un noi [1]. Un (piccolo) noi al posto dell’io, ma in questo essere gruppo invece d’essere qualcuno non si è più nessuno e nessuno è, purtroppo, capace di tutto; se io non esisto anche l’altro non esiste e se gli spacco i denti manco mi accorgo.

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1 «L’individuo ha rapporto con Dio solo attraverso il suo popolo, la sua tribù, la sua casta, attraverso appunto la sua appartenenza ad una collettività. Da un punto di vista psicologico si tratta qui di uno stadio iniziale dell’evoluzione umana o religiosa, cioè di una religiosità del noi, di impronta primitiva, in cui il singolo non esiste ancora affatto come individuo autonomo. Questo stadio evolutivo viene definito da C.G. Jung, con l’impiego di un termine dello studioso delle religioni Lévy-Bruhl, come quello della "participation mystique". Ciò significa che si tratta di una partecipazione pre-personale e pre-individuale di ciascuno al tutto». (Hanna Wolff , Vino nuovo - Otri vecchi, il problema d'identità del cristianesimo alla luce della psicologia del profondo).

Pubblicato in Filosofia di strada
Martedì, 11 Ottobre 2022 11:04

Qoelet, il giusto tempo

Il 3 ottobre 1966 Emil Cioran scriveva nei suoi Quaderni:

“Stasera verso le undici incontrato Beckett. Siamo entrati in un bar. Abbiamo parlato del più e del meno, di teatro e poi delle nostre rispettive famiglie. Mi ha chiesto se stavo lavorando. Gli rispondo di no, gli spiego l’influenza nefasta che ha sulla mia attività di scrittore il buddhismo, da cui non riesco a staccarmi. Tutta la filosofia indù esercita su di me effetti anestetizzanti”.

Pure a me esercita gli stessi effetti e va bene così, purché non equivochi il giusto momento per vivere e il giusto momento per morire, morendo quando bisogna vivere o accanendomi nel durare nel momento che occorrerà cessare.

 
Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Martedì, 11 Ottobre 2022 08:32

Paradigmi

Lo studente della Bocconi, la ragazza olandese degli Hare Krishna e il tifoso laziale, dicono che il mondo è una rappresentazione personale, invece marmotte, querce e grilli affermano che il mondo, ordinato e reale, sta in piedi per conto suo.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 08 Ottobre 2022 09:29

Range

Modo empirico per effettuare un emocromo psichico è monitorare il grado di scostamento fra pensiero, parola e prassi.

I valori normali per l'uomo adulto variano tra i 13,5 e i 18 gradi di coerenza, sotto i 13,5 si è macchine, sopra i 18 non si è più padroni in casa propria; nella donna i valori normali variano tra i 12 ed i 16 gradi di coerenza.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Mercoledì, 05 Ottobre 2022 14:42

Il principio del Nirvana

Ma l’asceta che desiderando una nuova e più piena vita attua la morte del desiderio personale, è mosso da pulsione di vita o di morte?

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Domenica, 02 Ottobre 2022 09:38

Strategie

C’erano due fratelli, mentre il mondo indifferente alle loro aspirazioni ideali andava da tutt’altra parte, uno manifestava in piazza l’altro si ritirava in clausura.  

Pubblicato in Attualità

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