BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

NOTA! Questo sito utilizza i cookie e tecnologie simili.

Se non si modificano le impostazioni del browser, l'utente accetta. Per saperne di piu'

Approvo
Venerdì, 30 Settembre 2022 08:40

Il supremo e un po' noioso dogma del concetto

Istinto, emozione, sentimento, ma è perlopiù il concetto a farci funzionare. Avrebbero potuto essere la musica o gli odori oppure i colori, invece si è imposto il concetto e la sua fondante metafisica.

Non poteva essere che così, il sentimento può comprendere ma è inadatto a definire, configurare, categorizzare, veicolare, collegare e gerarchizzare informazioni così da poterle elaborare.

Davvero performante il concetto, ma niente di più che un mero strumento adatto alla nostra limitata e provvisoria dimensione, la natura sembra farne a meno.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Mercoledì, 28 Settembre 2022 17:24

Senso e precetto

Un'esistenza che tende a un fine ultimo, a una meta finale nota, precisa e univoca, si svolgerà ottemperando una procedura.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Lunedì, 26 Settembre 2022 18:39

Misteri canini

Il cane di Hitler amava il suo padrone, così, a pelle, non so se a causa di una sua coscienza molto più limitata rispetto alla nostra o incommensurabilmente più estesa.

 
Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Mercoledì, 14 Settembre 2022 11:20

L’occhio di Dio

Con lo sguardo svincolato dal suo occhio poneva le cose in un universo non più binario, in quella nuova posizione metafisica nell’ordine del mondo quanto accaduto di irreparabile permaneva ancora irreparabile, ma andava a posto.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Venerdì, 09 Settembre 2022 10:14

Bivi e mete

I più tirano dritto vivendo l'esistenza in presa diretta come gli appare, ma ci sono alcuni che in libertà e autonomia gli viene da capire il mondo e così iniziano a indagare i modi di pensare, conoscere e agire nella storia e di adesso, propri e degli altri, per cogliere cause, fini e significati, così da elaborare sensi all'esistere.

A volte va a finire che si ritrovano a vivere artisticamente danzando nelle polarità degli opposti, altre volte va invece a finire che elaborano una esistenza personale vincolata a obblighi e divieti grandi e piccoli, fondamentalmente precettistica, tutta ritmata su quanto logicamente imposto e da quanto eticamente previsto.

Stessa partenza arrivi differenti, forse nascono diversi o forse ci sarà qualche bivio lungo la via.

Pubblicato in Filosofia di strada
Mercoledì, 07 Settembre 2022 09:11

Contropartita

La pratica volontaria della mortificazione personale, presente in numerose religioni e in alcune filosofie antiche, a ben vedere non viene perseguita per annullarsi ma per espandersi in virtù; è un rinunciare a quanto c'è di gustoso (e disgustoso) in questa vita per ottenere, in contropartita, una vita eterna e migliore. Il rinunciante mosso in apparenza dalla volontà di annullarsi è di fatto spinto da un nucleo egotico che vuole espandersi, migliorarsi, eternizzarsi.

Non può essere che così, reprimere volontariamente il desiderio d’essere e percepire è cosa contraddittoria e impossibile, persino il piacere di sprofondare nello stato inorganico poggia ed è mosso dal desiderio d'essere, nel caso di specie di essere in pace; un essere in pace assoluto.

Il desiderio irriducibile di essere può diminuire spontaneamente per cause naturali, biologiche, quando una esistenza volge al termine, ma difficilmente per volontà personale. Schopenhauer osservava che anche il suicida che sembra opti per il personale annullamento, è invece mosso dal desiderio di vivere una esistenza più felice che gli è preclusa.

Non a caso nella storia delle spiritualità orientali che mirano alla liberazione dell’individuo annullandolo, è sorto in reazione il tantrismo che, con metodo opposto, mira alla liberazione individuale utilizzando le passioni personali, sublimate o tal quali.

Pubblicato in Sacro&Profano
Domenica, 04 Settembre 2022 13:24

E’ che lì non si sta bene

Costatando l’imperversare di una spiritualità sempre più confusa, paciugo di sincretismi, guru malandrini, sciamanesimo metropolitano, magia, fondamentalismi nostrani, neopaganesimo, neo-orientalismi, follie mistico esoteriche, New Age utopico, fervori emotivi verso un immaginario divino che annebbiano e anestetizzano il principio di realtà, potremmo limitarci a considerare la sempre più diffusa ingenuità e credulità, glissando sulla circostanza che la post modernità, oltre ad aver raggiunto innegabili conquiste, ha anche prodotto sacche di frantumazione di senso.

Sgretolamento post moderno che induce domande e bisogni producendo quella neo spiritualità che reattiva allo sgretolamento prova a resistergli. L’imperversare di questa neo spiritualità in un particolare posto e tempo è indizio di disagio, è prova che lì non si sta bene. Anche il credulone ha le sue buone ragioni.

Pubblicato in Attualità
Sabato, 03 Settembre 2022 11:06

Homo faber

I rituali dell’offerta a Dio sono presenti in numerose religioni, dalla Pūjā induista all’Offertorio nella celebrazione eucaristica cattolica. Liturgie che hanno probabilmente le stesse radici ancestrali, versioni addomesticate di rituali un tempo cruenti.

Interessante osservare che nell’induismo vengono offerte al divino materie prime naturali come frutta, riso e fiori, mentre nel cristianesimo prodotti trasformati, per certi versi antropizzati: pane e vino frutti “della terra e del lavoro dell'uomo”, differenza sottile ma rilevantissima.

Pubblicato in Sacro&Profano
Giovedì, 01 Settembre 2022 10:26

Epiloghi personali da ovest a est

La vegliarda se ne stava in compagnia e ripeteva: “Ho ancora tante cose da fare la morte può aspettare”, in quel continuo darsi da fare è schiattata senza manco accorgersi. Non so se la vegliarda in quel occidentale darsi da fare tentava una sintesi fra reale e ideale, fra cosa in sé e fenomeno, fra essenza e apparenza, fra “mondo come volontà” e “mondo come rappresentazione”, oppure faceva semplicemente qualcosa, qualsiasi cosa, invece di non fare nulla. In ogni caso è un buon modo di vivere e di morire muoversi in compagnia invece che starsene fermi e soli.

La tradizione indiana divide l’esistenza individuale in quattro tempi -per saperli un giro su Wikipedia: Ashrama- il secondo tempo del sistema invita a godersela facendo tante cose, mentre nell’ultimo tempo viene indicato -a differenza della vegliarda nostrana- di vivere in solitudine così da depotenziare l’Io (che sussiste grazie all’altro), disinteressati e distaccati dalla vita materiale, attendendo il proprio tempo senza aspirare alla morte e alla vita. Anche questo è un buon modo, a ognuno il suo.

Pubblicato in Filosofia di strada

Copyright ©2012 brunovergani.it • Tutti i diritti riservati