BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Mercoledì, 23 Marzo 2022 21:29

Colpo di mano

Dentro i Sapiens c’è qualcosa che gli dà la sensazione di emergere dalla natura, sembrerebbe che siano la coscienza e l’io a procurargli l'impressione di sporgere dal funzionamento naturale, però il mio cane anche se cosciente di essere e ben sapendo d'essere lui e non un altro ha mai preteso d’emergere dalla natura.

Probabile che la sensazione di sporgere sia conseguenza non tanto dell’io in sé, ma sia generata da uno strano atto d’autocoscienza che produce sé stesso come dal nulla, misterioso colpo di mano forse attivato da una scintilla extra naturale o forse da un accidentale cortocircuito.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Giovedì, 17 Marzo 2022 10:39

Ontologia dell’eco appartenenza

Senza che abbia preso alcuna iniziativa e senza una mia personale competenza questo corpo si è assemblato nel ventre di mia madre. Prodotto da ciò che hanno mangiato i miei genitori e dalla loro casuale unione si è assemblato spontaneo e ha disposto al prorio posto falangi, falangine e falangette, ottemperando un complesso ordine necessario .

“Gettati” nel mondo? Ma come glissare sulla circostanza che per essere gettati occorre, prima, essere fatti?

Consapevoli che apparteniamo all'ordine naturale nasce l’etica del rispetto per il suo funzionamento, consapevoli che siamo fatti da questo ordine irrompe una ontologia precisa e affidabile.

Pubblicato in Filosofia di strada
Venerdì, 11 Marzo 2022 17:54

Fame di essenze

Nel condurre dei corsi di erboristeria avevo constatato che nel comunicare informazioni strettamente scientifiche, come ad esempio illustrare i meccanismi d’azione terapeutici di certi eterosidi delle piante officinali, l’interesse dei partecipanti tendeva a scemare, mentre esponendo gli stessi contenuti con taglio diciamo così spiritualistico, tipo : “Paracelso vedeva nelle piante e anche nei minerali delle forze arcane dette quintessenze, principi attivi che potevano guarire come anche avvelenare”, ecco che alla maggior parte dei partecipanti riprendeva a scorrere il sangue nelle vene e l’interesse. 

Possiamo osservare che oggi non pochi autori di libri scientifici che scrivono per il grande pubblico, riescono a rendere accattivanti tematiche difficili non semplificandole ma raccontandole con taglio spiritualistico, indizio che c’è una certa stanchezza per i riduzionismi scientistici e fame di essenze e di trascendenza, insomma di sacro.

In effetti siamo come degli uccelli che dualisticamente oscillano tra esistenza e essenza; dalla terra dell’esistenza temporale soggetta al razionale divenire sentiamo il bisogno di volare in misteriosi cieli di atemporali essenze immutabili. Siamo strani animali che necessitano di entrambi i paradigmi e se quello terrestre diventa totalizzante escludendo e precludendo quello celeste tendiamo a inaridirci, mentre se quello celeste rifiuta dogmaticamente il terrestre rischiamo di essere dei disadattati in questo nostro mondo.

Probabilmente dopo aver vissuto periodi di sbilanciamento verso il terrestre ora la gente vuole miti e essenze, ontologie e metafisiche. Ne ha così fame da diventarne ingorda e purtroppo onnivora, non di rado senza saper più discernere percorsi seri e dignitosi dalle assurdità proposte da cialtroni.  

Pubblicato in Erbario
Sabato, 05 Marzo 2022 19:53

Atarassia, melagrane, caffè d’orzo

Ci avevo anche provato ad abbandonare ogni desiderio, così da diventare imperturbabile come il Buddha senza mai riuscirci, ma da qualche giorno senza volerlo ho iniziato a sentire una netta indifferenza per me stesso, accompagnata da una completa accettazione del mondo così com’è. Percezione nata come un fiore spontaneo non so se velenoso o curativo, ma non è poi male questo omettersi, questa libertà dal mondo e da me stesso, questo abdicare dal conosciuto per regnare in territori ignoti, anche se in questi misteriosi regni i colori virano verso scale di grigi e più l'io si dissolve più gli altri diventano rarefatti, anche le emozioni si appiattiscono e i pensieri, indifferenti a elaborare teoresi, si riducono all’osservazione di moti primari come sgranare una melagrana o preparare un caffè d’orzo.

Ma qualcosa non torna se la pace interiore raggiunta col distacco da sé e dal mondo è nient’altro che una banale operazione di anestesia generale, un morire da vivi per risolvere l’angoscia di morte, un abbassare la soglia della percezione così da placare il dolore annullando il piacere, un evitare qualsiasi delusione azzerando ogni desiderio.

L’invito di mistici e asceti al distacco da noi stessi e dal mondo indica molto di più e di meglio di questo banale anestetizzare le funzioni percettive, indica un di più di altra natura e qualità oltre la nostra attuale limitatissima percezione, un di più di colori, di sensibilità, di ecceità, di pensiero, al momento intuibili ma irraggiungibili.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici

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