BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Martedì, 10 Dicembre 2019 12:01

Introiezione

Quando una rivelazione divina vergata su un libro sacro e istituzionalizzata ti s’incista dentro, fin nel midollo delle ossa, escludendo tutto il resto e pervadendoti a lungo -cose che possono capitare, e non solo in ambito religioso-,

se un giorno la abbandonerei reattivamente invece di emancipartene cordialmente portandoti a casa qualcosa di utile per fluttuare in nuovi percorsi… Ecco che in quel intransigente tenergli il broncio le più brutte pagine del Libro ti si appiccicheranno irrimediabilmente addosso ingessandoti di brutto.

Nel tuo chiuso opporti che supporrai nuovo di zecca, ma invece fissità introiettata, potrai dire peste e corna, e del libro, e dell’istituzione, ma in quel reagire sarai costretto nel suo perimetro precettistico conservandone lo stile.

Pubblicato in Sacro&Profano
Lunedì, 09 Dicembre 2019 19:16

Nembo Kid

Leggo e apprendo un’evidenza che m’era sfuggita, a volte le cose più sono sotto il naso e più sfuggono. Nel battesimo cattolico i neonati sono considerati per certi versi subumani, in quanto affetti da peccato originale. Ma grazie all’efficacia del sacramento accedono all’istante in uno stato superumano di grazia divina. Aut aut che preclude la possibilità d’essere gli uomini che siamo, così come siamo, nè di più, nè di meno.

Aut aut fra smisurata grandezza o assoluta misera che alberga in certi scompensi psichici e caratterizzante anche alcuni idealismi e esaltate ideologie che invece di vedere persone scorgono solo o bestie o déi.

L’urgenza di collocare l’essere umano sotto o sopra le righe del pentagramma naturale, indica che la circostanza d’essere gli uomini che siamo, così come siamo, è percepita insostenibile e traumatica. E la ragione c’è visto che siamo mortali, gli dèi lassù sopra le righe non lo sono, gli oggetti che stanno sotto neppure e le bestie che li accompagnano non sanno d’esserlo.

Pubblicato in Sacro&Profano
Venerdì, 06 Dicembre 2019 17:01

Vomito teleologico

Il digerire spontaneamente la carbonara senza conoscere la gastroenterologia, o l’involontario vomitare che espelle dalle viscere il fungo velenoso ignorantemente ingurgitato, sentenziano che la natura ne sa più di noi.

Galeno definiva questi processi fisiologici autonomi “facoltà”, cogliendo il quel moto proprio preciso e ordinato la prova che la natura persegue un fine ultimo.

Ordine che mostra sì un fine contigente, ma forse non sufficiente per dimostrare un fine ultimo, ma neppure di escluderlo.

Pubblicato in Erbario
Mercoledì, 04 Dicembre 2019 10:02

Quasi amici

Ad eccezione degli antichi filosofi della natura (physis), alcune concezioni fondanti del paganesimo e del cristianesimo non sono poi tanto diverse. Entrambe spiegano il mondo col processo del permanere-procedere-ritornare.

Un antropocentrico proiettare su tutto l’universo quello che sperimentiamo empiricamente nascendo e vivendo per poi ritornare, morendo, in quel misterioso permanere da dove eravamo partiti.

Pubblicato in Filosofia di strada
Lunedì, 02 Dicembre 2019 22:34

Red Carpet

All’uscita dalla scuola elementare il vigile mi ferma per far attraversare la processione di scolari. Nello sfilare sulle strisce pedonali sono tutti interessanti e valorosi, ognuno a modo suo: potenza innata.

Li immagino adulti, uno ortolano, l’altra infermiera, uno autista di bus e l’altra brava veterinaria, eppure la statistica sentenzia che qualcuno di loro diventerà una testa di minchia patentata. Quando il passaggio? E perché?

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Domenica, 01 Dicembre 2019 18:19

In corsa per il Nobel

Sono rimasti in due a contendersi il Nobel per il ginepraio più intricato della storia.

Le Chiese cristiane per aver affermato e tentato di spiegare che Gesù di Nazareth è Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo nell'unità della sua Persona divina, vale a dire una ipostasi divina con due nature una umana e una divina. Tallonate da esponenti della tradizione pagana, per aver affermato e tentato di spiegare che da un sommo, impersonale, assoluto e integro Uno, non creatore, sia uscito senza rompersi il molteplice, dettagliando altresì come quel molteplice da lassù sia disceso quaggiù per far sussistere le cose.

Pubblicato in Filosofia di strada
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