BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Sabato, 29 Aprile 2017 09:43

La fattispecie smarrita

Quando citando Kierkegaard si afferma che l’essenza del cristianesimo consiste nell’inserzione salvifica dell'eternità nel tempo operata da Cristo e riferendosi a Guardini si rincara proclamando che non è la comprensione di Dio l’estremo del cristianesimo bensì l'Incarnazione, si dice in apparenza molto ma di fatto niente se ci si ferma lì, in quanto tale concezione può produrre di tutto, da san Francesco a l’Inquisizione.

Pubblicato in Sacro&Profano
Venerdì, 28 Aprile 2017 11:55

Breve invito a infrangere il tabù

Il titolo del prossimo Meeting di Rimini «Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo» - estrapolato dal Faust di Goethe - apre e stimola articolate riflessioni e il correlato scritto di presentazione esprime una variazione di prospettiva dal passato di Comunione e Liberazione, svolta semioticamente testimoniata  da una ventina di punti interrogativi vergati nello stringato documento. Nell’affrontare le sfide dell’oggi si propongono domande invece che risposte in un aperto «dialogo reale dove condividere la ricchezza e la bellezza di cui ognuno è portatore con la sua storia e la sua esperienza, perché si possano intravvedere insieme percorsi possibili di costruzione condivisa».

Netto, dunque, lo scostamento dall’esaltata ecclesiologia giussaniana che invece di domandare al mondo per rispondere insieme entrava a gamba tesa con paradigma medievale nel post moderno proclamando: «La gioia più grande della vita dell’uomo è quella di sentire Gesù Cristo vivo e palpitante nelle carni del proprio pensiero e del proprio cuore. Il resto è veloce illusione o sterco». Concezione identitaria che nel porsi si oppone alla stragrande parte dell’intera umanità e di tutta la sua storia.

Svolta all’interno di CL tutta da chiarire ed elaborare visto che da una parte si prende obliqua distanza dalle esaltate concezioni di Giussani e nel contempo lo si vuole fare santo[1]. Alla larga da criptici parricidi e pirotecnici proclami di santificazione forse opportuna una rispettosa quanto pubblica e puntuale pars destruens del pensiero del fondatore. Senza una parresia che infranga il tabù della sacralità del padre si erediterà, riguadagnerà e possederà ben poco.

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1 Non possiamo escludere che le due posizioni, in apparenza opposte, siano generate da una medesima matrice, visto che sublimazione e rimozione sono processi limitrofi che nascondono “spostando”.

Pubblicato in Sacro&Profano
Martedì, 25 Aprile 2017 11:40

La patata bollente

Disse loro: «Voi chi dite che io sia?» (Matteo 16,15).
Si potrebbe interpretare quell' “io”, sul quale poggia il quesito, metafora del nostro io, dell’altro, dell’accadimento dell’universo con tutto ciò che contiene, della natura, della storia, dell’umano pensiero, di un possibile Dio.
Siccome non so chi io sono e manco tutto il resto, avrei replicato: «E tu chi dici che io sia?»  

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Lunedì, 24 Aprile 2017 10:06

Bang Bang!

All’inizio dell’autostrada un ragazzo faceva autostop, mi pareva di conoscerlo, sì era proprio il figlio di quei pacifisti che avevano abbandonato la città per la campagna, quelli che aravano la terra coi buoi al posto del trattore per non ferirla con movimenti meccanici violenti e inquinanti.

Dopo trecento km ci fermavamo all’Autogrill e quello nell'uscire prendeva dallo scaffale una pistola giocattolo, quattro ore di sofferenza senza rimedio: abbassato il finestrino simulava di sparare a tutte le auto che gli venivano a tiro, con voce nasale faceva anche il rumore di quel suo far fuori il mondo: «Bang Bang!» Forse legittima difesa da quelli dov’era nato.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Sabato, 22 Aprile 2017 20:19

Ammirazione

Siamo abituati all’ente, dalla pietra sul bordo della strada alla faccia del panettiere, dalla montagna bergamasca alla spiaggia barese, dalla nuvola temporalesca al neonato dei vicini di casa. Raro uno stato di straniamento che spiazzante la quiete prodotta dalla memoria pre-giudicante e organizzante la realtà ci consenta di scorgere, in diretta, la potenza di enti e accadim-enti.

Probabilmente senza questa narcosi procurata dalla memoria che con pregiudizio interpreta e inventaria gli enti, spaesati non potremmo funzionare, nondimeno di fronte ad ogni ente ci sarebbe da chiedersi sorpresi: «Perché c’è invece di non esserci?» Non escludo che chiederselo piuttosto che darlo per scontato sia sempre e solo sano, eppure tutta la storia della filosofia è iniziata e continua da quella domanda.

Pubblicato in Filosofia di strada
Giovedì, 20 Aprile 2017 08:47

Fatti non parole?

Si dice “la verità dei fatti”, ma senza necessità di tirare in ballo la fisica quantistica nel suo sentenziare quanto un fenomeno sia plasmato da chi lo osserva, l’ermeneutica filosofica spiega quanto concepire il “fatto” dogma inconfutabile possa rivelarsi una via sdrucciolevole, non perché il fatto non esista, ma perché intimamente legato a interpretazioni, teorie, idee:

«I fatti non ci sono, bensì solo interpretazioni» (Nietzsche); «I fatti sono carichi di teoria» (Popper); «Così come un popolo sceglie i propri governanti, la teoria conferisce autorità all’osservazione, affinché governi la giustificazione delle teorie» (P. Kosso).  

Pubblicato in Filosofia di strada
Lunedì, 17 Aprile 2017 17:03

Pre-comprensione

Politicamente corretto emanciparci completamente dal pregiudizio, eppure se fossimo assolutamente neutri non sarebbe possibile la relazione e la comprensione dell’altro.

I filosofi chiamano tale teoria circolo ermeneutico: partendo, per forza di cose, dalle nostre concezioni - un hardware senza software non funziona - ci rapportiamo con l’altro consapevoli del paradigma all’interno del quale l'altro si muove attraverso una pre-comprensione dunque un implicito pre-giudizio, non necessariamente di valore; abbozzo di conoscenza e di giudizio a priori che nel rapporto con l’altro potrà essere confermato o confutato, ovvero dialogo che senza un minimo di pre-comprensione del pensiero altrui potrebbe, però, compiersi.

Pubblicato in Filosofia di strada
Lunedì, 17 Aprile 2017 16:12

Biomeccanica di Pensiero e Parola

Se il farmacista ci dice d’assumere venti gocce di farmaco invece di due come sarebbe giusto e ci si perfora il duodeno ad avercelo bucato è stato il farmaco o le parole del farmacista?

Peso, massa ed efficienza materiale della parola.
Peso, massa ed efficienza materiale del pensiero.

Pubblicato in Filosofia di strada
Venerdì, 14 Aprile 2017 11:36

Apologia dell’eccentrico

Si orina in bagno e si mangia in un'altra stanza, il neonato non lo fa ma gli converrà apprenderlo alla svelta, così il parlare, lo scrivere e il far di conto e le regole del diritto e quelle relazionali e lavorative, lavoro nel quale sarà preferibile che si specializzi e ne ottemperi la deontologia. Gli converrà anche apprendere una lingua differente da quella delle sue parti, meglio due, e ancor prima che impari a nuotare e ad andare in bicicletta e poi in motorino e guidare l’automobile e se serve anche l’autoarticolato rispettando le norme del codice stradale.

Per il bene suo e degli altri anestetizzerà la personale disposizione naturale creativa per accordarsi ad un funzionamento altro. Conformazioni utili, talora indispensabili, alle quali non di rado si aggiungeranno ulteriori arbitri condivisi e regole non proprio necessarie da onorare come gli usi e costumi, la moda e il galateo, i rituali ideologici e religiosi e i regolamenti sportivi. Oberato da tanto sistematico conformarsi quando finalmente potrà dire la sua?

Pubblicato in Filosofia di strada
Mercoledì, 12 Aprile 2017 11:56

L’abito

Ieri sera nel leggere l’acosmismo che Hegel riscontrava in Spinoza avevo la gradevole impressione di giocare in casa nonostante la mia carente formazione filosofica e la complessità dell’argomento, così ho considerato che se non sono venuto proprio male un qualche merito lo dovrei forse tributare alla formazione avuta da giovane in ambito cattolico.

Era un posto strano e tosto con autorità che t’inoculavano una sorta di “mistica oggettiva”, approccio metafisico che vede la struttura intima della materia costituita da Cristo, un Dio che incarnandosi entrerebbe nella materia costituendola e glorificandola. L’ascesi personale consisteva nell’accettare e permanere in tale concezione.

Teoria bislacca che se acriticamente accettata e introiettata ti potrebbe scompensare di brutto a vita, eppure, nondimeno, teoria che se affrontata filosoficamente - come senza rendermi conto facevo da giovane da quelle parti - invece che subita precettisticamente, può rivelarsi stimolo e opportunità per non glissare riguardo la causa, la natura e il fine della realtà, così da filosofare per inventariarla ontologicamente (che cosa c'è) e indagarla metafisicamente (che cos'è, come è, perché è). Abito che tempo fa avevo indossato in quegli ambienti e mi porto ancora addosso, non posso escludere che me lo sarei messo addosso anche senza la Chiesa e francamente non so di preciso a cosa mi serva, visto che chi glissa su ontologia e metafisica non vive peggio di me (ma neppure meglio), però mi piace, motivo più che sufficiente per tenermelo.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
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