BLOG DI BRUNO VERGANI

Radiografie appese a un filo, condivisione di un percorso artistico

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Martedì, 28 Febbraio 2017 11:45

Il non detto

Dall’allungamento del naso di Pinocchio a La voce del silenzio di Ranieri, da The sound of silence di Simon & Garfunkel alle osservazioni di Freud[1] fino al codice penale[2] e alle omertà mafiose, sappiamo che il non detto non è evento neutro ma, nel bene (consapevoli che il nostro sapere potrebbe essere parziale o errato, talora meglio tacere) e nel male (dissimulazione), un atto semiotico efficiente quanto il dire, capace di determinare uno stato di cose specifico.

Il non detto tace eppure esprime, comunica e fa. Percepibile, oltre che mediante il linguaggio corporeo del dissimulatore, forse anche grazie a una sorta di percezione sensoriale - perlopiù spiacevole - avvertibile in sua presenza, come i cani e i gatti sentono il terremoto prima che arrivi. Niente di paranormale ma possibile reminiscenza ancestrale, quando nella preistoria la nostra specie percepiva, pur sprovvista di linguaggio articolato, potenziali pericoli. Sensibilità oggi perduta, ma non completamente; permane qualche residuo, quel giusto per individuare il ballista.

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1 «Chi tace con le labbra chiacchiera con la punta delle dita, si tradisce attraverso tutti i pori.» (S. Freud, Frammento di un'analisi di isteria, in Casi clinici, Einaudi 1952, p. 95).
2 che giudica reato oltre all’affermazione del falso o la negazione del vero, anche il tacere, in tutto o in parte, ciò che si sa intorno ai fatti (art. 372 reato di falsa testimonianza).

Pubblicato in Filosofia di strada
Sabato, 25 Febbraio 2017 14:39

Anima

In ballo da qualche giorno con la lettura di Jung, sui due archetipi del maschile Animus e femminile Anima che ci costituiscono  - e maschi e femmine - fatico a districarmi nella complessità della sua teoria. Quando affermo: «Ah è così che intende» un paio di pagine dopo vedo che, invece, intende cosà; anzi un tutt’uno di così e cosà contrapposti ma polarmente simultaneamente unificati e unificanti.

In tanta mia confusione nel dormiveglia del mattino irrompe preciso un remoto ricordo: avevo più o meno cinque anni e mia cugina, poco più che adolescente, mi truccava da donna. Ricordo le mie unghie laccate e nello specchio le labbra col rossetto, le ciglia col mascara e i capelli fatti a ricciolo, mentre l’artefice dell’opera mi osservava soddisfatta.

Il ricordo mi procura una sensazione di piacevole appagamento. Non escludo che sia stato tra gli atti più sani che qualcuno mi abbia elargito.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Sabato, 25 Febbraio 2017 13:29

Il ritorno

Di fronte ad una sgradita o complicata realtà effettiva attivarsi per sostituire tale vero oggettivo con una più semplice e accettabile invenzione soggettiva, come anche il dissimularla fino a rimuoverla, si riveleranno tra i modi più sicuri ed efficaci affinché ritorni più imbrogliata e potente.

Ci mette un po' ma torna sempre.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Giovedì, 23 Febbraio 2017 19:12

Ciao

Poco prima di morire mio padre m'aveva confidato che da qualche notte gli appariva nella stanza una bambina; arrivava e diceva: “Ciao” e lui rispondeva: “Ciao” e quella spariva da dove era venuta. Tra me avevo considerato che, a causa dei reni malconci, papà avesse il cervello traboccante di cataboliti azotati e con tutto quell’ammonio in testa era il minimo sindacale pure l'apparizione di un drago. Rifugiarmi in quei tecnicismi era un modo per razionalizzare quelle stranezze e non stare troppo male nel vederlo così, ma trascorsi una decina d’anni mi ero casualmente imbattuto in una precisa nota di Jung che confermava e spiegava puntualmente quella confidenza di papà:

«Una forma dell’anima chiaramente individuabile appare al bambino nella madre […] L’Uomo infantile ha in genere un’Anima materna; L’uomo maturo ha la figura di una donna più giovane. L’uomo senile trova compensazione in una fanciulla, o addirittura in una bambina.»[1]

Quella visione era archetipo di Anima, più precisamente la proiezione figurata della sua Anima.

 

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1 C.G. Jung, The Collected Works, Opere, IX, 1, p.194

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Giovedì, 23 Febbraio 2017 12:35

Ladri di frutti

Osservo che metà degli italiani si alzano la mattina per andare a lavorare e l’altra metà per andare a rompergli i coglioni.

Alla prima categoria appartengono gli imprenditori privati con i loro collaboratori, i dipendenti della Stato che col loro impegno lo tengono in piedi, gli uomini di pensiero e gli artisti che lo migliorano.

Nella seconda categoria incontriamo, oltre ai corrotti, ladri e mafiosi, parte dei burocrati della pubblica amministrazione che, pagati col lavoro di coloro ai quali rompono i coglioni, gli complicano l’imprendere con opprimenti normative kafkiane. Appartenenti alla categoria anche gli ideologi che isterici esigono di ricevere risorse dallo Stato - e per loro e per tutti - senza un corrispettivo personale imprendere che porti frutti, per il semplice fatto che esistono, scordandosi che lo Stato le risorse non le attinge da un qualche Cielo, ma da coloro che le risorse le producono.

Chissà? Forse senza accorgermi dono diventato di Destra.

Pubblicato in Attualità
Martedì, 21 Febbraio 2017 09:47

Prima Nota

«Una persona stupida è chi causa un danno ad un altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita.» (Carlo M. Cipolla).

Data dell’operazione, descrizione, importo, entrate, uscite e saldo di ciò che rimane in cassa. Tutti eseguiamo la prima nota, anche se non siamo imprenditori o professionisti. Pratica primigenia - dai bambini agli uomini preistorici - oltreché planetaria.

In fin dei conti la prima pulsione di ogni individuo è conservare il suo esserci, eppure i più arguti aggiungono anche il calcolo di quanto, grazie al personale operare, incrementano la comune cassa universale: sanno che più si riempie e più guadagnano anche loro.

Prima nota che si aggiorna e monìtora quotidianamente, oltre che con i movimenti in denaro con quelli di pensiero e azione. Errori nella gestione producono danni severi, la filosofia dovrebbe servire a individuarli, la psicologia a risistemarli e il diritto a sintetizzare tale operato.

Pubblicato in Filosofia di strada

La noia, il sentirsi schiacciati dal tedio, forse non è una malattia dell’anima e neppure problematica filosofica o psicologica. Non possiamo escludere che sia dinamica fisica, proprio come la fatica nel sollevare una lavatrice, la fitta nel pestarsi il gomito, o lo scottarsi col ferro da stiro: fa male sempre, fa male a tutti.

Non è ancora chiaro “che cosa sia” il tempo, ma l’osservazione empirica universale indica che nel farne esperienza ravvicinata e prolungata procura dolore e sofferenza. I carcerati - la limitazione della libertà è costrizione al contatto diretto e ravvicinato con la forza tempo - confermano che procura più dolore del pestarsi l’indice col martello; i sofferenti d’insonnia severa confermano.

Tempo, forza fisica come la gravitazionale e l’elettromagnetica? Forza, come la nucleare, necessaria ma nociva se oltrepassiamo la distanza minima di sicurezza e superiamo il giusto tempo di esposizione?

Pubblicato in Filosofia di strada
Domenica, 19 Febbraio 2017 16:31

Banalizzazione cronicizzata

Basta un colpo di cannone del fanatico per disintegrare la statua millenaria e secondi di motosega dell’idiota per abbattere la quercia centenaria.

Segnale d’intelligenza la capacità di sottile umorismo e indice di sereno distacco la pacata autoironia, ma quando grossolane, impensate, smisurate ed esercitate sistematicamente a oltranza, producono macerie.

Forma di difesa e rimozione deleteria di chi per incapacità o paura di stare sul pezzo lo banalizza rompendolo. Atto orbo, celerissimo ed efficace nel distruggere. Innanzitutto chi lo mette in atto mentre ride a fior di labbra.

Pubblicato in Pensieri Improvvisi
Sabato, 18 Febbraio 2017 13:26

Big Bang?

Anche se la datata teoria dell’ontogenesi che ricapitola la filogenesi è stata scientificamente smentita, un mio modo per studiare l’universo consiste nel tornare al primo ricordo personale e poi insistere per ricordare quanto mi è accaduto ancora prima.

Ogni tanto ci provo ma raggiunto un certo punto non riesco a risalire, eppure ho notizia che là, poco prima, nulla è forzato e obbligatorio ma reame di naturale spontaneità in preciso svolgimento che fa la realtà. Di Big Bang nessun sentore.

Pubblicato in Frammenti Autobiografici
Venerdì, 17 Febbraio 2017 09:46

Cronaca nera

L’espressione “sfida” va bene per un incontro di pugilato che assegna un titolo, invece “sfida educativa” - approccio pedagogico caro alla gran parte dei vescovi italiani - è un ossimoro che non porta a nulla di buono.

A differenza dei ring i resoconti familiari, scolastici e sociali, documentano che se perseguita perdono tutti quanti.  

Pubblicato in Attualità
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