
Bruno Vergani
Radiografie appese a un filo. Condivisione di un percorso artistico, davanti al baratro con angoscia parzialmente controllata.
Alle radici dell’etica formigoniana
Il Giorno informa che l'ex fidanzata di Roberto Formigoni è stata convocata dai pm di Milano per chiarimenti «su una serie di versamenti fatti in passato su un suo conto corrente dal Governatore lombardo, indagato per corruzione aggravata». Nel contempo Negri vescovo di San Marino-Montefeltro, intervistato da Panorama, sentenzia: «Formigoni ha fatto cose straordinarie. La stampa è contro Cl perché contro la Chiesa.»
Cronaca e tematiche storiche si mischiamo e confondono. Difficile comprendere.
Il giudice della settima sezione penale del tribunale di Milano, riferendosi alla condanna in primo grado ad Alberto Perego coinquilino di Formigoni (relative ad un precedente procedimento per dichiarazioni mendaci al P.M. sulla titolarità di conti correnti esteri), aveva scritto:
«Desolante l’atteggiamento menzognero adottato nei confronti della pubblica autorità da persone appartenenti ad ambiti sociali portatori di elevati ideali […] permanente nebulosità circa i reali motivi che ne hanno determinato la condotta».
Per comprendere forse aiuterebbe un po’ di epistemologia, quella branca della filosofia che individua le condizioni e i metodi per ottenere conoscenza. Per dirla semplice: "Di cosa stiamo parlando?" Probabilmente un epistemologo con gli attributi darebbe ragione a Formigoni quando denuncia la deriva voyeuristica e gossippara di certa stampa e non si attarderebbe a leggere di yacht, voli privati, spiagge e vacanze milionarie di monaci gaudenti che elargiscono denari alla fidanzata di turno, andrebbe invece dritto alla sorgente, al nucleo etico che muove il governatore.
Comincerebbe dalle origini: conversazione di Giussani ad un gruppo di Memores Domini del 1 ottobre 1995. «Se non c’è risposta a quel che sei, sei un disgraziato!» «Immaginate di andare in piazza Duomo a Milano alle sei di sera, d’estate, o in primavera, o d’autunno, d’autunno presto. Piazza Duomo è quasi piena, gente che va di qui, gente che va di là; ma osservate che c’è qualcosa che non va: sono tutti senza testa! Immaginate di essere lì: sono tutti senza testa, solo voi avete la testa! La vita è così, il mondo è così».
Poi prenderebbe nota dell’incipit del messaggio di Giussani per il XXV Pellegrinaggio a Loreto, dove Giussani diceva al suo popolo:
«Quando ci si mette insieme, perché lo facciamo? Per strappare agli amici – e se fosse possibile a tutto il mondo – il nulla in cui ogni uomo si trova».
Dell’etica formigoniana l’epistemologo otterrebbe lumi dalla lettera che Carrón aveva recentemente scritto a Repubblica dopo gli scandali lombardi, dove invitava i ciellini alla purificazione nell’ emanciparsi da sé stessi per seguire Cristo nel Movimento. Gente speciale gli appartenenti al gruppo perché, ricordava Carrón, affascinati, segnati, plasmati in eterno nelle fibre dell’essere da Cristo stesso, traboccanti di lui, e concludeva che nessuna incoerenza interna e ostilità esterna potrà mai fermare l’opera dei prescelti.
Formigoni aveva risposto con gratitudine: «Carrón, le tue parole sono un formidabile aiuto per purificarci e ripartire. Grazie don Julián».
Per chiudere l’indagine all’epistemologo non rimarrebbe che leggere il vescovo di San Marino-Montefeltro nell’intervista a Panorama: «Formigoni ha fatto cose straordinarie. La stampa è contro Cl perché contro la Chiesa.» Problema, dunque per il prelato, non giudiziario ma epocale. Negri continua: «Non giudico un politico sulla base delle camicie e delle vacanze costose […] Il contesto ostile alla Chiesa in Italia è stato rallentato da Cl». Spiega: «Nella maggior parte dell’Europa la chiesa si trova a giocare in un contesto sociale e politico terribilmente ostile. Questo processo è stato, non dico vinto, ma fortemente rallentato in Italia dalla presenza di realtà come Cl. Il laicismo non l’ha ancora perdonato alle realtà vive della Chiesa. […] È la Chiesa stessa a essere sotto assedio, perché rappresenta un’alternativa a questa società consumistica, individualistica e tecnoscientifica, dove tutto viene deciso dal massmediaticamente corretto».
Obiettivo raggiunto. Etica formigoniana enucleata: il governatore è convinto di difendere e appartenere ad una corporazione ritenuta dal fondatore, dai suoi più autorevoli responsabili e da lui stesso, coincidente la presenza di Dio stesso nella storia. Comunità di uomini sovrumana e divina che tutto può, tutto ricompone, tutto giustifica e tutto salva.
Indagine epistemologica conclusa. Etica del Celeste enucleata. Mortali avvisati.
Epifania d'agosto
Percezione della realtà che oscilla tra routine e reattività poi all’improvviso un momento di grazia, epifanico. Il pensiero si riattiva rapido e potente e il sangue riprende a circolare nelle vene, l'occhio vede e tutto, o quasi, si chiarisce.
Ieri alla festa mi sono intrattenuto con una ottantenne, mi ha raccontato di bombardamenti e fame, era una bambina e quello è stato il suo momento epifanico, da lì interpretava il mondo.
Momento epifanico? Dove? Quando? Come? Se la grazia scarseggia occorrono bombe che ci piovono in testa?
Mica tanto
«Ogni mattina, quando si leva il sole, inizia un giorno che non ha mai vissuto nessuno.» (David Maria Turoldo)
Mica tanto. L’inedito assoluto è roba da Eden o da stupore psicotico, per tutto il resto condizionamenti e supporti interpretativi albergano inevitabilmente dentro e fuori di noi.
Dentro:
«l'Io si sente a disagio, incontra limiti al proprio potere nella sua stessa casa, nella psiche. Questi ospiti stranieri sembrano addirittura più potenti dei pensieri sottomessi all'Io e tengono testa ai mezzi di cui dispone la volontà.» (Freud)
Fuori:
epistemologi e filosofi si sono attardati nel descrive le differenti visioni, immagini e concezioni del mondo, enucleandone le origini.
Nel vedere la “realtà” e nel dirla, dalle scienze a scrivere poesie, partiamo dunque e inevitabilmente da minestre riscaldate. Urgerebbe una filosofia della “Weltanschauung” scritta da Adamo, ma anche quella di un neonato sarebbe forse proficua ad emanciparci dal preconcetto. Quella di un gatto sarebbe perfetta. Troppo complicato.
La bellezza della politica
Oggi sono terminate le “VACANZE FILOSOFICHE PER NON FILOSOFI” 2012 che ho avuto il piacere di ospitare. Tema: la bellezza della politica. Prossimo appuntamento, per l'estate in corso, a Pescasseroli (L’Aquila), dal 21 agosto al 27 agosto, sul tema: Filosofia e sessualità.
Augusto Cavadi (Palermo) ha fornito chiarimenti preliminari riguardo l'ideologia, nel linguaggio comune equivocamente intesa nell'accezione negativa, sistema di idee preconcette, asfittiche e pregiudiziali, ignorando che trattasi, invece, dell’ insostituibile apparato di idee-guida (riguardanti l’uomo, la società, lo Stato, l’economia, l’istruzione, la religione…) che un gruppo sociale tenta di attuare mediante l’azione politica.
Da qui ha affrontato i significati e l’operare della Politica, dell’Etica e dei loro nessi, esemplificando tre scenari-matrici: Liberalismo; Comunismo; Socialdemocrazia.
A seguire la notevole e davvero utile esposizione dell’etica atea nichilistica di Edgar Morin a confronto con l’etica religiosa cristiana di Edward Schillebeeckx, con l’invito ai partecipanti d’interrogarsi sulle valenze politiche del cristianesimo demitizzato.
Nei giorni a seguire Mario Trombino (Bologna), con sopra il tavolo il quotidiano Repubblica da una parte, e dall’altra testi di Locke, Newton, Hobbes e Rousseau, ha enucleato con precisione chirurgica l’etica (la visione dell’uomo e della società) dei contemporanei. Etica talvolta occulta, nebulosa, eppure sempre presente e determinante la cronaca quotidiana.
I partecipanti docenti e non docenti, filosofi e non filosofi, sono intervenuti “alla pari” fornendo al gruppo proficui contributi.
In questa piazza basta e avanza pensare per essere autorizzato a dire “la tua”.
Testi di riferimento:
A. Cavadi – E. Poma, La bellezza della politica. Attraverso, e oltre, le ideologie del Novecento, Di Girolamo, Trapani 2011.
A. Cavadi, Ripartire dalle radici. Naufragio della politica ed etiche contemporanee, Cittadella, Assisi 2000.
AA. VV., Filosofia praticata, Di Girolamo 2008.
Da che pulpito...
Bruno Dapei (PdL) Presidente della Provincia di Milano, auspicando un civile confronto di idee e opinioni, scrive ai Radicali per invitarli a ritirare la denuncia per diffamazione promossa contro il Presidente Formigoni.
Secondo l’imputazione Formigoni avrebbe accusato i Radicali, a mezzo televisione e stampa, d’aver manipolato le firme raccolte a sostegno della sua lista per le regionali del 2010.
Marco Cappato e Lorenzo Lipparini ben motivando e con garbo rispondono picche.
I Radicali tralasciano di ricordare a Dapei le decine di sistematiche citazioni in giudizio mitragliate dal governatore suo compagno di partito contro mezza stampa italiana, per tematiche che chiederebbero - qui sì - confronto dialettico e spiegazioni nel merito invece che i tribunali.
Inutile ossessione
Andrebbe ben analizzata la contemporanea e difusa ossessione allo “star dietro”, quella senzazione di aver perso il treno quando ci sfugge l’ultima dichiarazione - quella di due minuti fa - del politico di turno, mentre tranquilli ignoriamo il pensiero di Alcuino di York, Bernardo di Chiaravalle, Pëtr Kropotkin…
E’ tempo
E’ tempo di riconoscere la realtà delle cose così come sono, l’idea di una realtà trascendente o comunque superiore è un’innaturale invenzione dell’uomo, un condizionamento sociale. Ricerca di senso bizzarra peculiarità di chi ha la pancia piena e si annoia, oppure è angosciato dai sensi di colpa o di vendetta. Esiste atteggiamento più intimamente sano e socialmente sovversivo di far cessare il desiderio di qualsiasi "oltre"? Occorre solo il coraggio della semplicità per essere qui ed ora. Nel presente basta e avanza il pensiero personale in azione.
non mi preoccupo
Dopo aver ingurgitato anguria urino di brutto senza conoscere l’ABC della nefrologia.
grazia e disgrazia
«Il concetto di evento come forza che nasce su un punto di rottura, genera l'impensabile e l'inimmaginabile, e fa dell'uomo un soggetto capace di verità.» Non è Giussani ma il filosofo, simpatizzante maoista, Alain Badiou ne «L'essere e l'evento» (1988)
Autorizzarsi da sé? Vietato da tutte le parti, obbligatorio evento o avvenimento, disgrazia o grazia. Ma basta.
Il Manualetto
Da questa pagina cliccando al capitolo quarto accedi ad alcuni file audio, li ascolti e ripeti, li riascolti e ripeti ancora e anche se nato in Val Seriana diventerai siciliano, anzi di più: palermitano, catanese e anche messinese.
Manualetto per sembrare senza esserlo. Segno sinistro dei nostri tempi.